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La radio italiana compie 90 anni

L’Unione Radiofonica Italiana iniziò le sue trasmissioni il 6 Ottobre 2014 con l’annuncio di un concerto.

pubblicato 6 Ottobre 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 13:54

Una vecchietta così arzilla e apprezzata potrebbe stupire, ma la realtà dei fatti è dalla sua parte: la radio italiana compie 90 anni oggi con la celebrazione del primissimo annuncio che riempì l’etere e sancì l’inizio ufficiale delle trasmissioni radiofoniche nel nostro paese. Era il 6 Ottobre 1924, l’Italia era già in pieno Ventennio fascista insanguinato dal delitto di Giacomo Matteotti del giugno precedente e le potenzialità della grande invenzione del bolognese Guglielmo Marconi erano pronte ad essere svelate.

Il primissimo annuncio radiofonico fu, quando si dice il caso, quello di un concerto e fu affidato alla violinista Ines Viviani Donarelli. Un concerto inaugurale con il Quartetto in La maggiore, Opera 2, di Ffranz Joseph Haydn per ufficializzare l’inizio dell’era della radio: l’unica concessionaria è l’Unione Radiofonica Italiana che diventerà poi Eiar e infine Rai con l’apertura degli studi di via Asiago nel 1949. La prima signorina buonasera della radio è Maria Luisa Boncompagni.

La consacrazione della radio come strumento di comunicazione di massa arriva in un periodo storicamente buio, per quanto sotto certi aspetti assai prolifico per l’Italia: negli anni Trenta sotto il regime fascista nasce il concetto di diretta radiofonica per raccontare i fatti nel momento esatto in cui stanno accadendo, e con la spinta dello sport la radio entra come una pallonata nelle case degli italiani. Nicolò Carosio è la voce che accompagna la nazionale italiana alla vittoria dei Mondiali di calcio del 1934 e del 1938, ed è sempre lui ad inaugurare una delle trasmissioni storiche della radio italiana, Tutto il calcio minuto per minuto, che debutta nel 1959 e ad oggi è ancora una delle più amate e seguite con picchi di 25 milioni di ascoltatori.

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Anche il Festival di Sanremo debuttò in radio: già nel 1951 si potevano ascoltare le voci dei partecipanti alla kermesse canora, che avrebbe vinto il passaggio televisivo nell’edizione del 1955. Sono gli anni in cui iniziano a diversificarsi i generi delle trasmissioni: con Jader Jacobelli nel 1945 erano cominciati gli annunci delle notizie (fu il primo a dare la news dell’Italia liberata dai nazisti) e l’ampia scelta di programmi, dai contenitori dove muovono i primi passi Corrado Mantoni e Alberto Sordi fino a quelli più giornalistici con Enzo Biagi e Indro Montanelli, permette di raggiungere un numero sempre crescente di ascoltatori.

Radio Free Strawberry

La vera svolta arriva con le radio libere e private degli anni Settanta, che offrono controinformazione politica e musica: impossibile dimenticare la bolognese Radio Alice, simbolo del movimento del 1977, e la siciliana Radio Aut di Peppino Impastato per le sue denunce contro la mafia.

Le radio libere sono state anche celebrate nel film d’esordio di Luciano Ligabue “Radiofreccia”, a testimonianza di un periodo di grande fermento culturale che trovava nella radio il suo medium migliore. Con l’arrivo degli anni Ottanta iniziano i successi delle stazioni radio più commerciali e si afferma la radio così come la conosciamo oggi.

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Secondo le ultime stime, le radio italiane raccolgono oggi un bacino di circa 35 milioni di ascoltatori che non accenna a diminuire, conquistando quelle fasce di pubblico che tendenzialmente abbandonano la televisione. Perché la radio può accompagnarti ovunque senza essere invasiva, ti permette di saltabeccare da una stazione all’altra, affascina e ti fa affezionare a voci speciali che ti accompagnano nel corso della giornata.

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Via | Ansa

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