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Marlene Kuntz, Pansonica: “Volevamo capire se in sala prove riuscivamo a mantenere le intenzioni di 25 anni fa”

Riccardo Tesio, Luca Bergia e Cristiano Godano si preparano a festeggiare i 20 anni dall’uscita di “Catartica” e i 25 anni di carriera del gruppo

pubblicato 13 Settembre 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 14:36

I Marlene Kuntz quest’anno festeggiano non uno ma ben due anniversari: i 20 anni dall’uscita di “Catartica” (1994) e i 25 anni di carriera del gruppo.

Riccardo Tesio, Luca Bergia e Cristiano Godano hanno registrato per i loro fan, storici e non, l’ep “Pansonica”, una rivisitazione di 7 brani provenienti in parte dal periodo precedente la realizzazione di “Catartica” e per il resto dalla fase tra “Catartica” e il secondo album, “Il Vile”. Il disco è stato presentato qualche giorno fa a Milano, ecco cosa ci ha raccontato la band.

“Ci siamo divertiti: abbiamo scartato tutta una serie di pezzi e abbiamo ascoltato tutto quello che facemmo all’epoca. Abbiamo scartato quelli che ci avrebbero messo in difficoltà a risuonarli. Io a livello di testi avrei dovuto ripensare qualcosa, perchè la musica non si porta dietro un significato. Non ho avuto problemi a tornare a urlare dove c’era da urlare. Ma ci possono essere testi dove devo urlare cose che non sento più particolarmente mie. Non sono sicuro che scriverei ancora cose come quelle”

Per l’occasione, molto importante per i Marlene, hanno voluto fare le cose per bene, un po’ old school:

“Quello che c’è su ‘Pansonica’ ci ha dato una linfa nuova. Eravamo veramente molto curiosi di capire se in sala prove riuscivamo a mantenere le intenzioni che avevamo avuto 25 anni fa. Il nostro compito era quello di suonarli meglio di 25 anni fa. La stessa registrazione è stata fatta su nastro analogico, un po’ vintage. Non siamo dei nostalgici ma questo aspetto ha un sapore particolare”

Suonare i brani meglio di 25 anni fa quindi, senza però intaccarli:

“Abbiamo toccato poco ‘Sig. Niente’, ‘Sotto la luna’ e ‘Donna L’ non sono state praticamente toccate. ‘Oblio’ invece è il brano che è stato toccato di più, ma nel corso di questi anni. E’ una canzone che amiamo e che avremmo sempre voluto inserire nei nostri dischi precedenti, ma più ci provavamo più rovinavamo il pezzo e ci allontanavamo dalla sua forma ideale. Il brano più vecchio invece è ‘Capello lungo’, ma dei Marlene Kuntz in assoluto. Ha almeno 25 anni, forse di più”

Per farsi un’idea, ci racconta poi Cristiano, smanettando un po’ su internet è possibile trovare la versione originale del “Sig. Niente”, da confrontare con quella presente in “Pansonica”:

“Era un po’ più morbida, ma non perchè volevamo che fosse più morbida, ma perchè non sapevamo cosa volevamo ottenere. E’ un pezzo che sentivo molto io all’epoca. Questa versione nuova spacca i cu*i, la versione vecchia spaccava i cu*i solo potenzialmente. Non per niente rimase fuori dal disco”

I festeggiamenti per il doppio anniversario dureranno soltanto qualche mese (con relativo tour nei club a ottobre-novembre-dicembre, in cui sarà suonato “Pansonica” e “Catartica”). Questo fino all’inizio del 2015 quando la band riporterà in scena un progetto in teatro:

“Avremo un tour completamente diverso, saremo nei teatri per la prosecuzione di questo esperimento che abbiamo iniziato alcuni mesi fa, ‘Il vestito di Marlene’, che mette insieme musica e danza. E’ uno spettacolo che sosterremo molto perchè è molto affascinante, siamo noi tre che suoniamo e c’è un corpo di ballo che interpreta i nostri pezzi. E’ un concept intorno alla figura femminile, c’è una scaletta ben precisa. C’è un mondo palpitante intorno a questo concetto. Questo è uno dei vantaggi dell’avvento di internet nella musica: sei sempre ‘costretto’ a rimanere sul pezzo e a rinnovarti. Se non ci fosse stato non avremmo mai avuto la spudoratezza di andare in territori che non pensavamo più di tanto nostri”

Internet, che ha cambiato inevitabilmente il mondo della musica (si parlava molto in questi giorni del disco degli U2 gratis su iTunes):

“Ha tolto il mistero e la favola: prima di internet tra un disco e l’altro di un artista c’era una frattura. Scompariva tutto, e se eri fan di una band non vedevi l’ora che qualcosa cominciasse a rimontare, come quando uscivano le prime news ad esempio, e quando usciva il disco leggevi il servizio intero che il giornale gli aveva dedicato. Era una nuova scoperta. Ora nessun musicista non è in rete, e se scompari dalla rete sei fuori dai giochi”

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