Home Notizie Carboidrati a SoundsBlog: “Tutti ci dicono che dopo il ‘caso Questi uomini’ ad Amici ci hanno oscurato. Di sicuro ci hanno fermato”

Carboidrati a SoundsBlog: “Tutti ci dicono che dopo il ‘caso Questi uomini’ ad Amici ci hanno oscurato. Di sicuro ci hanno fermato”

Su SoundsBlog il cantante della band calabrese chiarisce una volta per tutte il caso legato a Questi Uomini, estromesso da Amici perché brano non inedito

pubblicato 2 Luglio 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 17:04

“Noi stiamo facendo quello che stanno facendo anche gli altri (fuoriusciti da Amici, Ndr). Con numeri diversi, certo, non mi nascondo. Quando hai coscienza delle tue possibilità riesci a capire anche i risultati. Il video di Questi uomini su Youtube ha quasi 10 mila visualizzazioni in tre giorni, per me va benissimo, anche se il successo arriva con 3,4,5 milioni di visualizzazioni. Per me che non compro visualizzazioni è una soddisfazione”. A parlare con tale franchezza è Pasquale Sculco, frontman dei Carboidrati, la band in gara ad Amici 13 ed eliminata nel corso del serale del talent show di Canale 5. Il cantante e chitarrista con SoundsBlog ha ripercorso l’esperienza televisiva che ha donato alla sua band calabrese popolarità e la possibilità di realizzare il primo album. Si tratta di Anche se qui, costituito da 8 tracce, tra le quali il primo singolo Questi Uomini (il secondo, Splende, sarà rilasciato il 15 luglio), che fu escluso da Amici perché presentato in maniera erronea come inedito.

La band è completata da Giuseppe Giardino alla batteria, Leonardo Carluccio alle tastiere, Pietro Sculco alla chitarra e Antonio Sessa al basso e voce.

Anche se qui è il primissimo album che facciamo. Più che album è un Ep perché ci sono anche cover di Lucio Dalla, Rino Gaetano, Stefano Rosso; è stato fatto in poco tempo, appena usciti da Amici. Però ci ha dato una grande mano Adriano Pennino, a cui è affidata la produzione artistica del lavoro. Quando hai un maestro del genere, anche se hai poco tempo, riesci a venirne fuori a testa alta. L’album è un inno alla musica italiana, è fresco ma bello.

Appena usciti da Amici avete firmato un contratto discografico?

Sì, con Klasse Uno che produce l’album. Abbiamo avuto l’opportunità di avere un’etichetta più piccola rispetto ad una major; siamo legati a Klasse Uno per questo specifico lavoro.

È stata una vostra precisa volontà scegliere un’etichetta indipendente invece che una major?

No, non siamo ghettizzati. Abbiamo preso quello che ci è stato proposto. A Warner e Sony non diremmo di no, ma se fossi andato dietro di loro forse a quest’ora starei ancora bussando alle loro porte.

Ti aspettavi qualcosa di più dopo Amici?

Io non sono mai tranquillo, però penso che bisognerebbe esserlo e dare sempre il massimo. È vero l’etichetta piccola ha meno possibilità di spingere, ma conta se le cose vengono fatte col cuore, entusiasmo e autenticità. Al di là del riscontro commerciale – e per quanto ci riguarda è buonissimo, siamo stati per 7-8 giorni nella top ten dei dischi più scaricati di iTunes, anche se i network è difficilissimo che ti passino – stiamo lavorando tanto, tante radio partner ci hanno seguiti in Calabria, Puglia, Veneto, Sardegna, Lazio. Se la major ti fa firmare un contratto ma non investe su di te hai fatto un buco dell’acqua; è come giocare in Serie A, ma in panchina. Meglio essere attaccante titolare in Serie B.

Veniamo al caso Questi uomini, la canzone che avete presentato come inedito ma che non essendo tale (la parte musicale è decisamente simile a Ene daeru loro di Domenica Vernassa, ndR) è stata esclusa da Amici. Cosa è successo davvero?

È più semplice di quanto si pensi. L’autore Michele Pecora, nel quale avevo grande fiducia, quando mi girò Questi uomini non mi informò del fatto che fosse un pezzo già edito – anche se il brano è completamente diverso, la linea melodica esisteva già. Io ci lavorai tanto su, pensando fosse un pezzo di Michele Pecora.


Fin qui tutto chiaro. Ma perché quando cantasti per la prima Questi uomini ad Amici precisasti che il pezzo non era tutto vostro? A cosa ti riferivi?

Sono una persona molto rispettosa, non mi piace prendere i meriti fino in fondo. Mi riferivo a Pecora, perché non era un’idea del tutto mia, ma sua. Sono stato corretto, potevo farmi i caxxi miei e invece ho detto che il pezzo non l’avevo inventato io. Alla fine comunque i nuovi e i vecchi editori si sono messi d’accordo. Peraltro l’autrice vera della canzone era una nostra fan, era iscritta alla nostra pagina Facebook.

Hai temuto che in quell’occasione la band potesse essere esclusa da Amici?

Sì, assolutamente. Non so come mai non ci sia stata, lì sei staccato da tutto e da tutti…

Nella comunicazione data durante il daytime sembrava che la produzione fosse molto arrabbiata con voi…

È quello che passa in tv…

La tua sensazione tua adesso qual è: sono rimasti delusi o hanno compreso la tua spiegazione?

Spero abbiano visto in me la buona fede; se avessi saputo la vera storia del pezzo non avrei puntato su quello, anche perché ce n’erano tanti altri di brani.

Insomma, non hai riscontri dalla produzione di Amici in questo senso?

Guarda, tutti mi dicono – non lo dico io – che dopo quel caso ci hanno oscurato.

Ma tu un’idea te la sarai fatta a riguardo…

Quando 99 persone su 100 ti dicono la stessa cosa è possibile che ci siano 99 stupidi? Boh.

In effetti la vostra eliminazione sorprese in molti: Paolo Macagnino pareva essere più a rischio di voi, ma fu salvato.

Ti dico la verità: io non penso di essere stato eliminato. A un certo punto, ci hanno fermato. È andata così. La puntata in cui siamo stati eliminati avevamo fatto una bella esibizione, eravamo stati gli unici a portare il punto alla squadra, avevamo vinto contro i Dear Jack e anche il giudice esterno, Stefano Accorsi, aveva espresso il gradimento per la nostra esibizione. E invece ci hanno eliminati.

In studio Moreno fu riempito di fischi…

Mamma mia, hanno tagliato alcune scene. C’è stato davvero un momento di panico, perché erano arrivate a Roma circa 200 persone dalla Calabria per noi.

Di tutto questo hai avuto modo di parlare, anche in maniera informale, con la produzione di Amici o con Moreno?

Ho incontrato Moreno diverse volte; mi sarei aspettato che lui mi dicesse qualcosa, sinceramente. Non cerco spiegazioni, punto alle cose concrete, spendo energie per cose che mi possono portare del bene. Lì dentro è così: finché sei dentro la macchina va bene, quando sei fuori non ti caga nessuno.

Di questo eri consapevole già prima di prendere parte ad Amici o lo hai capito dopo l’esperienza?

Non ricordo cosa pensassi prima. Adesso mi rendo conto che Amici è una tappa importantissima perché ti fai un sacco di pubblicità; ma dopo devi essere assolutamente tu ad avere idee chiare, un progetto e gente che ti aiuti.

carboidrati foto

Ritieni che dal punto di vista discografico in alcuni casi Amici conti anche dopo la fine del programma?

È normale che chi arriva fino alla fine del programma abbia un riscontro diverso con la produzione di Amici. Deborah e Dear Jack sono il frutto finale di un percorso che dura mesi; è giusto che abbiano le attenzioni da parte della produzione.

Il fatto di essere stati sempre apprezzati dai professori, a dispetto dei Dear Jack, osteggiati in particolare da Rudy Zerbi, paradossalmente vi ha penalizzato?

No. è vero che i Dear Jack erano abbastanza in difficoltà perché la loro formazione è molto più recente rispetto alla nostra. Noi avevamo già un’identità, un’idea, che è stata sposata dal programma. Ma non ci siamo mai cullati; io sono fatto così: ho paura più delle soddisfazioni che delle delusioni. Sì, abbiamo avuto un momento di grande successo nel programma, eravamo privilegiati. La senti l’aria a favore, ma non ne ho mai approfittato per riposarmi. Sono stato sempre discreto ed equilibrato, anche con gli altri ragazzi; non ho mai messo in evidenza l’avere la maglia verde per primo a dispetto di chi era ad Amici da mesi. Anzi, mi sono sempre dedicato agli altri, e ho dato una mano.

Ad un certo punto ti sei reso conto che le ragazzine apprezzavano di più i Dear Jack?

Sì, ma ben venga. La ragazzina è normale che apprezzi un tipo di musica più d’impatto, più semplice anche da capire e ascoltare. Questo filone di pop-dance-rock colpisce di più su quel tipo di pubblico. Ma non l’ho mai visto come un ostacolo, come un problema. Quando andiamo in giro non abbiamo mai problemi di pubblico, c’è sempre qualcuno che viene a sentirci! Non siamo un gruppo di nicchia.

Definire il vostro genere musicale come folk è limitativo?

Ho coniato un genere, si chiama show-rock, è il nostro (ride, Ndr). Rock per la presenza della chitarra elettrica, show perché facciamo un vero e proprio spettacolo al di là della musica. Poi, chiaro, dal punto di vista musicale c’è un po’ di folk, ma è più internazionale.

Sei d’accordo col premio della critica per i Dear Jack e con la vittoria finale di Deborah Iurato?

Sono contentissimo per Deborah perché eravamo nella stessa squadra e conosco lei. È una bravissima cantante, grande voce e tecnica. Ha meritato la vittoria. Bravi anche i Dear Jack: hanno preso il premio della critica ma stanno anche spingendo tantissimo; è andata bene a tutti.

Non trovi che sarebbe stato più sensato il premio della critica a Deborah e il successo popolare ai Dear Jack?

Per come stanno andando le cose, meglio così. I Dear Jack non hanno avuto bisogno della vittoria finale per emergere. Auguro loro di continuare il più possibile. Siamo molto amici.

Avete mai avuto dubbi sul meccanismo di eliminazioni ad Amici?

Quando sei lì ne pensi tante, lì ogni minuto cambia situazione; ma alla fine quel che conta è il risultato.

In un’intervista recente rilasciata a Realityshow quando ti è stato chiesto se vorresti suonare al Concertone del Primo Maggio hai risposto ‘dal punto di vista politico no’, cosa intendevi dire?

All’interno del gruppo siamo molto diversi politicamente: qualcuno è comunista, qualcuno più democratico, ad altri non frega nulla. Quindi non vogliamo seguire una strada politica ora; nel concerto del primo maggio c’è un contesto politico e non so se il gruppo si rispecchia in tutto quello che si dice su quel palco.

Per Sanremo 2015 ci proverete?

Siamo nelle mani del destino. Ci interessa, vedremo se quest’anno ci sarà una strada anche per noi.

Foto di Valentina Pirillo.

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