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Amici 13, Paolo Macagnino: “Non cerco il successo immediato, voglio sudarmi una sana carriera!”

Paolo Macagnino, in gara ad Amici 13, racconta a SoundsBlog il suo primo disco, Universi Paralleli…

di grazias
pubblicato 12 Giugno 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 17:46


La tredicesima edizione di Amici si è conclusa con la vittoria a sorpresa di Deborah Iurato sui favoritissimi Dear Jack. Ma questo non significa che nel corso della stagione non si siano visti altri giovani artisti particolarmente validi. Oggi, ad esempio, abbiamo fatto due chiacchiere con Paolo Macagnino, eliminato al termine della sesta puntata del serale. Il ragazzo compirà ventitré anni fra pochi giorni e durante la sua permanenza nella scuola di Maria De Filippi ha dimostrato di avere voce e presenza scenica da vendere interpretando, tra gli altri, brani dei Muse e dei Queen. Il 20 maggio 2014 è uscito Universi Paralleli, il suo primo disco, su etichetta Believe Digital e prodotto da Ornella Vanoni e disponibile su iTunes. L’album contiene sette brani ed è stato anticipato dal singolo Madama Butterly. Noi di SoundsBlog abbiamo voluto sapere tutto di lui dal giorno in cui la musica lo chiamò a sé spingendolo a cambiare totalmente la sua vita…

Hai lasciato gli studi di Ingegneria per darti alla musica e ora hai tra le mani il tuo primo disco, Universi Paralleli, prodotto da Ornella Vanoni. Ti saresti mai immaginato un risultato del genere?

Universi Paralleli è una piccola parentesi di un sogno che ancora si deve realizzare. È stato un lavoro fortemente voluto da parecchio tempo. Io e il mio produttore Antonio Semeraro lavoriamo da anni nella produzione di inediti. Amici mi ha dato l’occasione per uscire in Italia nel migliore dei modi, ovvero con un album con i fiocchi, prodotto da Ornella Vanoni che ha creduto in me come artista e come persona. Avere una persona come lei che ha puntato su di me è stata una spinta in più, mi ha dato manforte anche nei momenti più duri. Insomma, è stata una grande botta di autostima! La lavorazione di questo disco è stata graduale, l’ho conquistato giorno dopo giorno seppur in tempi molto stretti. L’ho registrato a Milano in una settimana e mezza, un tour de force vero e proprio. Ma questo non significa che non si tratti di un album molto sudato e che dà molta soddisfazione a me e ai musicisti che ci hanno lavorato di brano in brano. Ora avendolo in mano sono orgoglioso e non posso che ringraziare la mia squadra!

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Sai che però mi aspettavo che cantassi qualcosa in inglese nel disco? Ad Amici te la sei cavata egregiamente quando hai interpretato brani dei Muse e dei Queen, ti avrei visto bene alle prese con un pezzo di quel genere lì…

I primi brani che facevo con la mia band erano in inglese ma con l’inglese non si va da nessuna parte, secondo me. La melodia ha un ruolo fondamentale, ma a chi ascolta deve arrivare subito un messaggio, ogni canzone è una storia da raccontare. Soprattutto quando, come in questo caso, i testi li scrivi tu, è importante che la gente capisca subito quello che vuoi dire. Quindi per essere più comprensibile e orecchiabile, abbiamo pensato di scrivere in italiano. Così persone si possono ritrovare più facilmente nei miei testi e questo sarebbe fonte di grande soddisfazione per me. Poi io e il mio produttore amiamo fare musica, e stiamo pubblicando delle cover. La prima è stata Smells like teen spirit dei Nirvana…

Ti piacciono sempre le cose facili, eh?

Le cose facili le lascio a chi le vuole fare, altrimenti non c’è gusto. Fare cose più difficili dà soddisfazioni maggiori, nonostante si faccia molta più fatica, anzi proprio per questo!

Bravo! Ti dirò…Mi hai colpito fin da subito per il tuo modo di stare sul palco, già dalla prima puntata sembrava che ti sentissi davvero “a casa tua” mentre cantavi davanti al pubblico…

Nella mia testa, anche se so che devo ancora costruire e impegnarmi molto per farlo diventare una professione, questo è il mio lavoro e in un certo senso lo è da ormai cinque o sei anni: sono stato in giro per la Puglia con la mia band, toccando anche la Basilicata e la Calabria. Sono passato da molte piazze e molti palchi, ho preso dimestichezza col pubblico e coi live. In realtà basta semplicemente divertirsi, non è che stai suonando a Wembley davanti a trecentomila persone! Non c’è niente di male nell’esibirsi, io per fortuna sono stato sempre un po’ egocentrico e ho sempre voluto essere al centro dell’attenzione, questo mi ha aiutato.

Mi hai colpito, come ti dicevo, ma hai ricevuto anche molto critiche nel corso di Amici: alcuni professori dicevano che fossi troppo “scenico” sul palco, quasi finto. Hai fatto tesoro di queste dritte oppure pensi che fossero “sbagliate”?

Il fatto è che alcune persone hanno un concetto di artista distante dal mio. Purtroppo in Italia l’arte è vista in modo diverso, un modo che non mi rispecchia. Basta vedere le canzoni che vanno in radio rispetto a quello che passano sui canali internazionali. Un artista sul palco, secondo me, deve mostrare il suo io, il suo universo parallelo. Se sei egocentrico, rock, dark, se vuoi conquistare con la voce, lo devi fare perché è giusto che la gente ti apprezzi per come sei e non per come ti dicono di essere…

Ma poi effettivamente uno va sul palco per fare spettacolo, mica per starsene lì impalato davanti al microfono…

Sì, io la vedo così. Poi la figura statica del cantante va bene, eh? Può diventare una caratteristica anche perché c’è chi desidera quel tipo di presenza sul palco. Io invece voglio fare il pazzo quando mi esibisco, saltare, divertirmi perché sono già di mio pieno di energia e non posso evitare di manifestare me stesso. Alcuni hanno pensato che fosse una forzatura, ma si sbagliavano: quello sono proprio io!

Di solito si dice che i talent tendano ad appiattire la personalità di chi vi partecipa e spesso purtroppo è vero. Mi fa piacere vedere che nel tuo caso non sia andata così…

Il fatto di essere troppo “scenico” può dirmelo anche il più grande cantante del mondo ma io non saprei proprio come pormi in modo diverso sul palco! E comunque non mi cambia nessuno. E questo è importante per qualunque lavoro. La determinazione serve tantissimo nella vita, come l’autostima. La gente ti apprezza di più, tra l’altro.

Sono d’accordo, ma cosa mi dici di quella volta che il pubblico ti ha fischiato durante il serale? Moreno aveva deciso di salvare te “sacrificando” i Carboidrati e la gente ha cominciato a rumoreggiare…

C’era il settore dei Carboidrati che era arrivato col pullman dalla Calabria per vederli, ovviamente nel momento in cui sono stati eliminati, non l’hanno presa bene! Ero abituato a queste forme di manifestazione da parte del pubblico che, secondo me, è giusto che giudichi e si esprima. Sono certo che l’avrebbero fatto per chiunque fosse stato al mio posto, mica ce l’avevano con me! Comunque mi sono sentito in difficoltà, come Moreno, perché non sapevamo come farli calmare…ma poi hanno capito di aver esagerato e si è risolto tutto nel migliore dei modi!

Ecco, già che mi hai citato Moreno…ha sentito il tuo disco? Cosa ti ha detto?

Moreno è contentissimo del lavoro che ho fatto anche perché ho dato spazio al rap con Denny LaHome. È rimasto colpito dalla sperimentazione che ho voluto mettere nell’album. Anche lui è passato da Amici e si è congratulato con me per il mio traguardo, sa bene cosa vuol dire!

Anche Moreno, però, è stato parecchio criticato nel corso di questa edizione di Amici. C’è chi lo ha definito “arrogante”. Tu che l’hai conosciuto davvero, cosa ne pensi?

Il pubblico a casa si fa sempre un’idea delle persone che vede in tv. Moreno è una persona eccezionale con una padronanza di linguaggio e una cultura spaventose. È davvero un ragazzo a posto, umile…ovviamente ha i suoi difetti come li hanno tutti. Ad Amici ha ricoperto un ruolo difficile da gestire soprattutto perché si è trovato davanti persone con molta più esperienza televisiva. Ha dovuto cercare di difendersi con le parole in tutti i modi possibili. La giuria, poi, era molto indirizzata a votare la squadra avversaria e questo è già un altro elemento di tensione. Inoltre se ci mettiamo anche il pubblico che rumoreggia sempre e comunque e l’ansia di affidarci le esibizioni giuste…insomma, se è sembrato aggressivo, ecco spiegato perché! Comunque assicuro che non è per nulla arrogante!

Anche se la giuria sembrava apprezzare di più la squadra Blu, alla fine hanno vinto i Bianchi con Deborah Iurato. Ti aspettavi il suo trionfo? E, soprattutto, perché non è successo a te? Hai mai pensato davvero di poter vincere?

Tu quando entri là dentro accetti già a prescindere il meccanismo: ci sono le eliminazioni, in qualsiasi momento puoi uscire. L’obiettivo non dev’essere quello di vincere appena metti piede nella scuola. Poi magari questa idea ti viene, quando sei a metà serale, ma sai che il livello è molto alto. Ha vinto Deborah per una questione di gusti soggettivi del pubblico: la gente ha preferito una voce classica e rassicurante rispetto a qualcosa di di più “sregolato” come me o Nick. Va bene così. Anche io mi aspettavo che avrebbero vinto i Dear Jack, essere arrivati al serale è comunque una vittoria per tutti. Poi conta quello che fai fuori, eh? In Italia, comunque, conta molto chi hai dietro. Loro hanno avuto la fortuna di avere uno dei cantautori più bravi sulla piazza, Francesco Silvestre dei Modà, che ha deciso di investire su di loro.

E inevitabilmente arriviamo alla domanda “semiseria”: quanto ti sei ispirato a Robert Smith dei Cure per il look del video di Madama Butterfly?

In realtà proprio per niente (ride, ndr)! Io mi sono sempre visto un po’ così! Poi mi piace giocare con i look e con i personaggi. Adesso mi vedete in bianco e nero, maledetto e sedotto da una ragazza straordinariamente bella…Questo personaggio qui è uno dei miei preferiti, ma mi piace molto cambiare perché mi permette di esplorare tanti mondi diversi all’interno di me stesso quindi siate pronti a stupirvi…

Non pensi di aver rischiato sia dal punto di vista del look che musicalmente presentando come primo singolo Madama Butterlfly? Insomma, se vedi un video dei Dear Jack loro sono lì carini carini coi faccini puliti…

Cantare quel genere di canzone lo lascio fare ad altri a cui viene più spontaneo e automatico. Secondo me essendo te stesso riesci anche a dare di più: la gente apprezza l’orginalità, soprattutto quando vede qualcuno che ha carattere. Vedi Renato Zero, Caparezza, Biagio Antonacci e così via fino a Vasco. Questi artisti all’inizio non sono stati accettati e ricevono critiche ma poi sono entrati nel cuore delle persone. E questo è successo perché portano una cosa davvero buona, proporre le stesse cose trite e ritrite non porta da nessuna parte: dopo sei mesi uscirà un altro che prenderà il tuo posto…Se tu ascolti una canzone dei Nirvana, magari dice “bel pezzo!”. Ma poi vedi quanto si è sbattuto Kurt Cobain per arrivare a scrivere quel brano lì e capisci che nessuno ti regala niente. Se il mio obiettivo è scalare le classifiche, so di essere lontano da quella cosa lì ma la cosa non mi butta giù: mi dico semplicemente che devo impegnarmi e lo faccio mattina, pomeriggio, sera, notte, sempre! Poi chissà cosa accadrà…

Ecco, secondo te cosa accadrà? Te la senti di fare una previsione?

Quello che voglio è una sana carriera da artista, costruirmela giorno dopo giorno di concerto in concerto. Non voglio il successo immediato, quello non dura. Ci sono giornate in cui mi chiedo: “Ma chi caz*o me l’ha fatto fare?!” soprattutto in Italia dove c’è meritocrazia ma fino a un certo punto, non quanta ce ne dovrebbe essere. Dipende da chi hai dietro, se una trasmissione ti spinge oppure no. Eppure la musica è un orgoglio nazionale, un po’ come la scienza e la cucina! Per adesso, comunque, posso dire che voglio crescere giorno dopo giorno…attualmente sto a zero e la strada è in salita ma vedremo, io non mollo.

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