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Beck, Morning Phase: recensioni del web e dei lettori

Il folletto folk è tornato in pista con il nuovo disco, anticipato dal singolo Blue Moon: come lo ha giudicato la critica?

pubblicato 27 Febbraio 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 21:44

Blue Moon ci ha conquistati con quel misto di dolcezza e sofferenza acuita dall’elettronica: Beck Hansen, per gli amici Beck, è ritornato ad illuminare le nostre giornate con nuove canzoni intense come quelle contenute nel nuovo album Morning Phase, uscito il 24 Febbraio a cinque anni di distanza da Guero, suo ultimo lavoro in studio. Morning Phase è il dodicesimo album in studio di Beck.

Se i beneinformati danno Beck come prossimo trionfatore delle classifiche, è anche vero che il merito va tutto alla scrittura densa dei brani di Morning Phase: le atmosfere riportano alla memoria la fragilità dolente di Sea Change e quella potenza emotiva in grado di evocare i peggiori fantasmi della solitudine e della sofferenza personale. Un disco intenso, quindi, pieno di esperienza personale e con la sicurezza solita della capacità compositiva di Beck, che riesce a dare il suo meglio quando sperimenta le varie sfumature del dolore.

Voi avete ascoltato Morning Phase di Beck? Cosa ne pensate?

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Beck, Morning Phase: recensioni del web

Mojo E’ rassicurante che Beck Hansen possa ancora tirare fuori dal cilindro un disco così sostanziale e impregnante come questo.

Pretty Much Amazing:
Morning Phase non suona niente altro che opulento.

Entertainment Weekly: Questo non è buon Beck, questo è il miglior Beck.

Rolling Stone: Il risultato è quello di un istantaneo classico folk-rock

Under The Radar: è il suo miglior disco in questa decade, e sicuramente sarà amato istantaneamente dai fan che ritengono Sea Change il suo lavoro migliore.

musicOMH.com: Beck dimostra ancora una volta di essere un artista tremendamente versatile, capace di eccellere nello spettro della musica.

Austin Chronicle: con ogni canzone Beck fa una dichiarazione, che è schiacciante ma stranamente confortante. E’ la necessità di essere parte di qualcosa di più grande, la paura di essere solo. E con Morning Phase, sembra che siamo la linea della sua vita.

Paste Magazine: è un bellissimo disco, forse un po’ troppo semplificato nei suoi momenti più deboli che cavalcano la linea tra pulito ed essenziale.

Spin: non importa quando entusiasticamente molti ritengano Beck il camaleonte pop che abbraccia la visione della vita alla Jean Luc Godard, è più un artigiano della scuola di Louis Malle: sofisticato, sicuro, conscio delle proprie capacità, infinitamente diviso dai generi musicali.

The New York Times: ha trovato il suono giusto per la sua inclinazione e risuona come un pazzo con questo suono.

New Musical Express (NME): accoppia una sorta di umore lunatico con un concreto sentimento di solitudine, e lo fa diventare uno dei più potenti ritorni folk che vorresti sentire tutto l’anno.

The Independent on Sunday (UK): Morning Phase è un meraviglioso sequel di Sea Change, ma pure di più: è la prova provata che Beck non è ancora pronto a iniziare a ripetersi.

Q Magazine: in parole povere, Beck Hansen ha ritrovato la scintilla.

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