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Bomani Armah per gli “Jena 6”

E’ bello vedere che l’hip hop riesce ancora a brillare di luce propria anche lontano dai riflettori e dal businness che ha quasi completamente massificato il movimento. Ogni tanto torna ad alzare la testa, spinto da un impeto di orgoglio e si manifesta nella sua forma originale, come strumento che trasmette amplificato la voce di

pubblicato 3 Ottobre 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 00:50

E’ bello vedere che l’hip hop riesce ancora a brillare di luce propria anche lontano dai riflettori e dal businness che ha quasi completamente massificato il movimento. Ogni tanto torna ad alzare la testa, spinto da un impeto di orgoglio e si manifesta nella sua forma originale, come strumento che trasmette amplificato la voce di protesta delle minoranze oppresse.

E’ un altro caso di discriminazione e violenza razziale la miccia che fa esplodere il caso balzato alle cronache americane come ‘Jena 6‘, i sei di Jena. Tutto inizia l’anno scorso a Jena, una piccola cittadina della Louisiana. Alcuni studenti bianchi hanno l’abitudine di andarsi a riposare all’ombra dei rami di una grossa quercia che si trova nel parco di una scuola superiore. Un giorno un ragazzo di colore chiede al preside il permesso di poter stare anch’egli sotto all’albero. Il giorno dopo, per tutta risposta, vengono trovati tre cappi appesi ai rami, ma i responsabili del gesto, che viene liquidato come una bravata, ricevono appena tre giorni di sospensione. La tensione sale, un studente bianco rivolge pesanti epiteti razzisti nei confronti di sei ragazzi neri i quali reagiscono picchiandolo fino a fargli perdere conoscenza. I sei vengono fermati e imprigionati con l’accusa di tentato omicidio e ora rischiano fino a 22 anni di reclusione. Quello di Jena è un caso limite che mette in evidenza le differenze di trattamento del sistema giudiziario americano riservato alla popolazione di colore. Per supportare moralmente i ragazzi coinvolti nella vicenda sono stati organizzati diversi sit-in e marce di protesta, ed ora anche i rapper hanno deciso di dare il loro contributo.

In particolare Bomani Armah, ha composto e rilasciato il brano “Jena 6”, una canzone dedicata alla vicenda disponibile per l’ascolto sia sul suo sito ufficiale sia sul suo Myspace. L’artista, che si è sempre dedicato all’impegno sociale attraverso la musica ha detto di aver sentito il bisogno di scrivere una canzone che tenesse un faro acceso sulla vicenda anche una volta spenti i riflettori mediatici sull’evento.

Il pezzo di per se è ascoltabile, niente di eccezionale ne come liriche ne come flow e lo stile mi sembra pesantemente ispirato da “Superman” di Eminem, particolare che non deve essere visto necessariamente come un difetto, ma da uno che sulla pagina del suo Myspace si autodefinisce “non un rapper, ma un poeta con uno stile Hiphop” ci si poteva aspettare qualcosa di meglio e di più originale. Va premiato solo per la nobiltà del gesto. Ascoltatelo almeno una volta, e già che ci siete, guardatevi anche il video a cartoni animati della sua canzone più famosa, “Read a book,” è divertentissimo!

Fonte: i-newswire