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Negramaro, Una Storia Semplice Tour 2013: live report e foto

Prima data al Sud per i Negramaro quella di martedì 3 dicembre: il tour del decennale ha fatto tappa a Eboli.

pubblicato 5 Dicembre 2013 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:18

Negramaro, Una Storia Semplice Tour 2013 – live @Eboli

Una Storia Semplice Tour 2013 dei Negramaro volge al termine dopo aver letteralmente attraversato l’Italia con la tranche invernale che sta riempiendo i palazzetti. Dopo l’esordio a Milano del 16 novembre scorso sono scesi lungo lo Stivale approdando al Sud  lo scorso 3 dicembre con la tappa al PalaSele di Eboli. L’aria del Meridione si è fatta sentire subito sia nell’accoglienza che sul palco: inutile dire che Giuliano Sangiorgi non ha fatto altro che galvanizzare il pubblico, “fiero di essere nato nella parte giusta del Globo”.

Il live di Eboli ha quindi assorbito e restituito tutta l’energia di Giuliano e della band, presentatasi ovviamente al completo, con Emanuele Spedicato alle chitarre, Ermanno Carlà al basso, Danilo Tasco alla batteria, Andrea Mariano quanto mai acrobata, sempre pronto ad arrampicarsi sui suoi sintetizzatori, e Andrea De Rocco al campionatore.

Inutile dire che Sangiorgi non si è risparmiato: in fondo lo show ruota su di lui e sulla sua voce, visto l’allestimento decisamente essenziale che non concede nulla agli effetti speciali e che si serve giusto a qualche videoproiezione più a dare colore al palco che per accompagnare lo show. A quello ci pensa il frontman, che alterna vocalizzi a sprazzi di discorso, in una continua altalena tra il romantico-rock della sua musica e la voglia di un impegno civile. E così Via le mani dagli occhi si chiude con un “via le mani dalla Terra dei Fuochi”, proprio nel giorno in cui diventa reato incendiare i rifiuti.

“Stare qui è un caxxo di sogno incredibile”

ha aggiunto Sangiorgi a metà live, entusiasta dell’atmosfera, quella non ‘inquinata’ dalle mafie:

“Il Sud ha un’energia vitale incredibile che ci permette di superare tutto , anche quello che dal Nord ci mandano nel sottosuolo”

dice poi senza mezzi termini il cantante, garantendosi il boato del PalaSele.

“Siamo fieri di rappresentare quella parte di mondo che si fa un culo così”,

aggiunge in una di quelle piccole pause tra un blocco e un altro del live che diventano ottime occasioni per caricare il pubblico e testimoniare l’amore per il Sud, d’Italia e del Mondo.

Ma se c’è un tratto dominante in questo live è il salto: Giuliano salta in continuazione e fa saltare il pubblico, almeno quando lascia la chitarra o il piano per le versioni più ‘struggenti’ dei suoi brani più ‘intimi’, tanto da finire quasi in ‘mutande’ quando il jeans nero scivola sui boxer altrettanto neri, a mo’ di teenager da pantalone a vita bassa per la gioia delle fans in prima fila.

Il concerto scivola liscio, senza particolari scossoni – anche quando Sangiorgi ferma la musica per permettere ai paramedici, immediatamente intervenuti, di soccorrere una ragazza svenuta per il caldo e l’emozione – e anche senza particolari brividi.
Quella che va in scena è davvero Una Storia Semplice, essenziale, senza effetti speciali, ma con musica ben eseguita, spesso al ritmo del ciuffo del chitarrista che accompagna oggi accordo con un gesto degno del miglior hard-rocker.

Una scaletta di 19 pezzi che alterna ‘grandi classici’ a nuovi brani, ma che dà quasi subito spazio a un paio di cavalli di battaglia: dopo l’apertura con Ti è mai successo, tocca a La Giostra, quindi in rapida successione a Nuvole e Lenzuola e Meraviglioso. Si continua con Londra brucia, L’immenso e Via Le Mani dagli Occhi, che chiudono il primo ideale blocco di show.
Segue un trittico ad alto tasso di adrenalina per le fans, ovvero Un passo indietro, Estate e Solo 3 minuti; quindi si parte con quello che apparentemente dovrebbe essere il terzo e conclusivo atto, con Sei, Sole, Mentre tutto scorre e Voglio molto di più.

A questo punto scattano i saluti e sembra davvero che la band abbia deciso di prendere la via dei camerini; scende persino l’americana anteriore con i ledwall di proiezione e inevitabilmente i meno furbi della compagnia iniziano a lasciare il Palazzetto. A differenza di altri live, però, i Negramaro sembrano davvero voler concedere i ‘bis’ a chi li merita e dopo un’attesa inconsueta (in realtà pochi minuti, ma che in questa fase sembrano infiniti) tornano in scena per gli ultimi cinque brani della scaletta.

Non vi fate infinocchiare, quindi, e restate fermi lì fin quando non vedrete accendersi le luci (come sempre in un qualsiasi spettacolo si rispetti, dal cinema al teatro, ndr): rischiereste di perdervi Ottobre Rosso, Sing-hiozzo, E’ tanto che dormo, Parlami d’amore e Una storia semplice.

E quando ormai sembrava davvero tutto finito, la band torna in scena per una sorta di dj-set che trasforma tutto il palazzetto, sopra e sotto il palco, in una unica pista. Pubblico soddisfatto dopo quasi due ore e mezza di concerto e Negramaro entusiasti: alla band restano da fare gli ultimi due live, con l’ultima data ad Acireale il 7 dicembre, quindi vacanza in attesa di un nuovo cd.

Foto | Michele Sica – Anni 60 Produzioni

Negramaro