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30 anni dalla morte di Elvis: durerà ancora il mito?

Elvis Presley è un mito. E’ come dire a chi ha fede che il Signore è Dio. Non c’è bisogno che venga messo in discussione, è così. E lo è davvero, specie oggi, a 30 anni dalla sua morte. Un vero e proprio pellegrinaggio laico (con tanto di donna deceduta per problemi cardiaci) si sta

di aleali
pubblicato 16 Agosto 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 01:24

Elvis Presley è un mito. E’ come dire a chi ha fede che il Signore è Dio. Non c’è bisogno che venga messo in discussione, è così. E lo è davvero, specie oggi, a 30 anni dalla sua morte. Un vero e proprio pellegrinaggio laico (con tanto di donna deceduta per problemi cardiaci) si sta svolgendo in questi giorni a Graceland, la grossa tenuta di Elvis situata a Memphis nel Tennessee, nella parte centro-orientale degli Stati Uniti. La fedeltà all’uomo che ha cambiato la storia della musica rock risuona ancora oggi con dati di vendita ancora oggi spaventosi di album, cimeli e gadget, con prezzi calmierati solo dal mercato concorrenziale di E-bay. Ci avviciniamo a nostro modo a questa giornata celebrativa con alcune notizie vicine a tutte quelle che sono le nuove e strategiche mosse per tutelare il mito e infonderne nuova linfa, a partire dal calendario ricco di eventi e concerti di questi giorni (come quello della TCB band e della sua ex moglie Priscilla).

In queste ore su Spinner è stato pubblicato l’annuncio di un video-duetto virtuale tra la figlia Lisa Marie Presley ed Elvis nel brano “In the ghetto” del 1969, che sarà probabilmente visibile contestualmente ad una video-intervista on line da domani, venerdì 17 agosto. I proventi del brano verranno utilizzati per aiutare i senza tetto di New Orleans. C’è da ricordare che tutto ciò che sta avvenendo in questi giorni e in generale ciò che riguarda Elvis è controllato da un’azienda dedicata, la Elvis Presley Enterprises, che ha tutti i diritti sul nome, immagini, film e merchandising, oltre che la proprietà del “tempio” di Graceland.

La fama di questo mito del rock per ora sembra non avere un suo tramonto, anzi, la sua popolarità e il suo seguito appaiono sempre crescenti, tanto da dover creare nuove strutture più accoglienti per i numerosi fan. A partire da una nuova piattaforma nella quale saranno presenti hotel e locali notturni. Le nuove esigenze turistiche porteranno alla chiusura di due storici negozi e un museo, oggi indipendenti, per essere trasformati in attività della Elvis Presley Enterprises, attualmente controllata da Robert Sillerman. E’ in fase di realizzazione anche uno spettacolo che verrà messo in scena proprio in questi luoghi, inscenato niente meno che dal Cirque du Soleil. Tutelata sarà anche l’immagine di chi impersona Elvis: sarà infatti fondamentale il possesso di una licenza per diventare artisti tributari. Ad ogni modo gli “impersonatori“ non ufficiali non verranno limitati in alcun modo.

Tutte queste operazioni commerciali, checchè ne dica Sillerman, sono in realtà modi per far permanere il più a lungo possibile quello che da molto tempo (fin dall’inizio?) è anche un business. I fan giovani ci sono (sotto i 35 anni sono ben il 40 per cento secondo l’azienda), ma la paura che la modernità tecnologica svilisca l’interesse per i cimeli del re del rock ci sono e si temono, nonostante tutti coloro che oggi giurerebbero il contrario, come Elton John (“Prima di Elvis non c’era nulla”), del comico Dave Barry (“Tutti devono morire prima o poi, tranne Elvis”) e del compositore americano Leonard Bernstein (“Elvis è il più grande fenomeno culturale di massa del ventesimo secolo”). Quanto durerà ancora il mito?

Fonte: Corriere | Baltimoresun

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