Home Canada: super-tassa per musicisti in tour, i concerti rischiano di sparire

Canada: super-tassa per musicisti in tour, i concerti rischiano di sparire

1,700 dollari di tasse per un concerto singolo: le band underground si ribellano.

pubblicato 29 Agosto 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 04:59

Una legge canadese approvata quasi in segreto il 31 Luglio sta iniziando a far discutere, ora che l’Estate è finita e si programmano i tour.
Stando al Calgary Herald, in passato ogni musicista straniero che voleva suonare in Canada doveva pagare un permesso lavorativo pari a 150 dollari.
Con la nuova legge, bisogna pagare i 150 dollari, e poi 275 dollari per ogni concerto suonato. Quindi, una data singola per una band di quattro musicisti (senza roadies!) costerebbe 1.700 dollari, rispetto ai 600 di una volta. E questo solo di tasse al promoter, prima ancora di parlare di compenso per il musicista, noleggio impianti audio e luci, noleggio locale e tutto il resto.

In passato la tassa lavorativa era ammortizzata con tour di varie date, così i 150 dollari venivano “spalmati” sui vari locali, ma ora anche allungando il tour le spese non si ammortizzano: i 275 dollari sono per concerto, per persona.

Questo autogol clamoroso non si ferma qui: stando alla legge, la tassa va pagata in anticipo, e non è rimborsabile – se si chiama a suonare un musicista non canadese e per qualche motivo il visto fosse rifiutato, i 275 dollari per data sarebbero comunque persi.

Tutto questo, specifica il governo, vale solo per chi suona in locali non adibiti esclusivamente ad arena per concerti (quindi club, bar, discoteche). Quindi, le grandi arene per i musicisti più famosi (che non avrebbero problemi a pagare la tassa) ospiteranno concerti totalmente detassati.

Chiaro quindi che moltissime band “da club” abbiano già espresso la loro perplessità su Facebook, dicendo ‘addio’ al Canada: ad esempio gli Orange Goblin (gruppo-culto dello stoner inglese, che in Italia suona in club tipo il Magnolia di Milano) scrivono preoccupati che una legge del genere passi anche in altre nazioni.

Cosa c’è, quindi, nel futuro del Canada? Una landa desolata in cui suonano solo Avril Lavigne, Nickelback e la tizia di How I Met Your Mother? La tassa è una mossa protezionistica verso band come i Voivod, o è semplicemente un autogol clamoroso ideato da chi di musica dal vivo non capisce niente e, appunto, pensa che i concerti inizino e finiscano con Avril e Chad Kroeger, senza tener conto dell’underground?

E soprattutto: ora che in Italia è stata abolita l’IMU e i governanti sono in cerca di nuove tasse, non è che qualcuno altrettanto miope e totalmente a digiuno di musica (qualche dirigente SIAE, quindi) vorrebbe prendere esempio e mettere una pietra sopra a qualsiasi concerto straniero in Italia?