Home Marco Mengoni Marco Mengoni: “Sono sempre stato un po’ divo (….), non so cosa farò fra dieci anni”

Marco Mengoni: “Sono sempre stato un po’ divo (….), non so cosa farò fra dieci anni”

Marco Mengoni parla di amicizia, del futuro e del suo rapporto con i colleghi cantanti. Come quella volta quando…

pubblicato 11 Dicembre 2011 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:30


Marco Mengoni è stato intervistato pochi giorni fa per il quotidiano La Stampa. E, nel caso qualcuno di voi se la fosse persa, vi riportiamo alcuni dei passaggi più importanti dell’articolo. A partire da chi era Marco Mengoni prima di diventare famoso per X Factor:

“Uno come tanti ma innamorato si se stesso. Sono sempre stato un po’ divo, qualcuno potrebbe dire un po’ troppo autoreferenziale ma è la verità e non mi nascondo dietro un filo d’erba. Ho iniziato a cantare alle feste della salsiccia, alle sagre del mio paese, Ronciglione provincia di Viterbo, ma pian piano mi sono convinto di avere talento e ho cominciato a bussare alle porte delle case discografiche che puntualmente mi rimandavamo a casa”

Ma il successo avuto non lo ha cambiato affatto:

“Le dico la verità: no. Almeno sino ad ora. Anzi più passa il tempo e più mi ritrovo con i piedi bene attaccati a terra. So che questa cosa della popolarità potrebbe finire domani e con la testa vado avanti. Cerco di immaginarmi quando, magari, non farò più il cantante e dovrò inventarmi un altro lavoro”

Gli amici di un tempo sono sempre gli stessi di un tempo (“Ho selezionato fin da piccolo e con le persone che ho scelto ho mantenuto un buon rapporto. Com’è che si dice? Conta la qualità non la quantità“), vive a Roma in un bilocale di 45 mq “anche se adesso il bisogno di spazio è impellente. Vorrei uno studio di registrazione in casa dove poter provare le voci

Racconta un aneddotto con un suo collega misterioso (voi potete indovinare chi è?)…

“Fino ad oggi tutti mi hanno riempito di complimenti e Giuliano Sangiorgi, Elisa, Lorenzo o superbig come Mina o Celentano si sono detti miei fan. Solo in un’occasione, per uno di quegli show dove si è in tanti, qualche spiritosone mi attaccò sulla porta della camera d’albergo un biglietto con la scritta: “scacco matto al Re Matto». Ci rimasi male ma alla fine chissene…”

…e del suo senso di incognita verso il futuro, come a partire da quello che sarà fra una decina d’anni:

“Non ne ho idea. Quasi certamente non farò più questo lavoro. No, forse ho esagerato, non lo so; sono molto confuso. Però le posso dire cosa farò fra 150 anni. Sarò in paradiso, se c’è, a duettare con Jimi Hendrix”

Via | La Stampa

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