Home Notizie Sanremo, le prime tristi impressioni

Sanremo, le prime tristi impressioni

Le prime impressioni sul Festival 2007 non sono buone. La prima considerazione va fatta sulle modalità con cui vengono presentati i cantanti in gara, sembrano quasi delle debuttanti al ballo, o degli agnelli sacrificali. Gli artisti dovrebbero essere sul palco prima dell’arrivo dei presentatori che li annunciano, come è stato fatto per l’artista straniera. Però

pubblicato 28 Febbraio 2007 aggiornato 11 Febbraio 2021 16:04

Le prime impressioni sul Festival 2007 non sono buone. La prima considerazione va fatta sulle modalità con cui vengono presentati i cantanti in gara, sembrano quasi delle debuttanti al ballo, o degli agnelli sacrificali. Gli artisti dovrebbero essere sul palco prima dell’arrivo dei presentatori che li annunciano, come è stato fatto per l’artista straniera.
Però è anche vero che mancano vere personalità che attirino l’attenzione con la loro sola presenza. Non parlo solo degli artisti in gara, ma in quanto a personalità difettano tutti i big della musica nostrana, anche quelli che in gara non ci andrebbero mai. Anche per quanto riguarda gli ospiti, mancano oggi nello spettacolo italiano artisti di grande spessore come potevano essere Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Claudio Villa, Domenico Modugno, Giacomo Rondinella. Oggi al massimo abbiamo i comici, ma loro, per loro mestiere, si rivolgono solo verso il pubblico, dal quale devono avere una complicità immediata, e non hanno la personalità adatta per prendere possesso del palco per se stessi, senza dover aggiungere altro; senza così la possibilità di concedersi, ma solo l’obbligo di dover dare; e a volte strafanno.
Seconda considerazione: la musica italiana è morta. Gli artisti italiani che ci piacciono e che hanno successo compongono musica di altra origine, straniera, dal rock al blues, al folk, alla canzone francese, tribale, sudamericana. L’unico filone che è rimasto è il più squallido, la triste canzone dell’amore perduto o impossibile, o quello tra ragazzini, a volte squallidamente innocente a volte inutilmente volgare. La musica italiana sia sentimentale che allegra si è interrotta tanto tempo fa e non ha potuto avere un’ evoluzione degna di questo nome.
Terza considerazione, la musica presentata in questa edizione è fatta male nella sua globalità, perché è arrangiata secondo i canoni internazionali, le batterie e le percussioni sono troppo alte (per non parlare del basso), le frequenza occupano tutto il range di udibilità e creano un muro sonoro spesso troppo rumoroso e inadeguato alla musica, la copre e la snatura. Sembrava quasi il missaggio adatto alla musica metal, ma senza alcuna ragione artistica. Alcune canzoni erano fastidiose all’udito a causa di questi arrangiamenti, probabilmente per coprire la pochezza dell’idea musicale.
Un vero artista a dire il vero si è visto: Milva. Spesso siamo portati a considerare con pregiudizio alcuni artisti, Milva è una di questi. Ma ha dimostrato di essere una grande interprete, la sua esibizione ha dimostrato un grande carattere e personalità, anche se ho alcuni dubbi sul brano, ma avrò modo di riascoltarlo.

Notizie