Home Dolcenera – Evoluzione della specie, nuovo album e intervista su Soundsblog: “Ligabue? Dicci qualcosa! Gli artisti italiani sono spesso uguali a se stessi”

Dolcenera – Evoluzione della specie, nuovo album e intervista su Soundsblog: “Ligabue? Dicci qualcosa! Gli artisti italiani sono spesso uguali a se stessi”

Intervista a Dolcenera per il nuovo album Evoluzione della Specie

pubblicato 16 Maggio 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 21:11


Mentre aspettiamo che arrivi Dolcenera nella stanza, mi chiedo se mi troverò di fronte l’artista che tutti abbiamo conosciuto attraverso i live e le ospitate in televisione oppure una nuova versione della cantautrice italiana. Del resto di questo si parla: di evoluzione. Come il titolo del suo album imminente, in uscita domani: “Evoluzione della specie”. E durante l’incontro con i giornalisti, Dolcenera è come ti aspetti: un po’ schiva, un po’ impacciata, molto schietta, come se facesse quasi fatica a parlare ed esprimere quello che vuole veramente dire e che non veda l’ora di poter cantare.

Arriva e si siede, iniziando a parlare del suo nuovo lavoro, mettendosi a confronto con opinioni diverse delle persone presenti in sala. Oggi è il suo compleanno (ndr insieme a quello di Claudio Baglioni e Laura Pausini) e lei, più volte durante l’incontro, ci tiene a ribadire di sentirsi diversa e in crescita costante con gli anni che passano. E’ così che inizia a raccontarsi, dicendo

“Avevo voglia di fare una cosa libera, senza regole”

E ci spiega tutto sulla creazione dell’album, sul suo modo di vedere la musica italiana, sui talent show, su Vasco Rossi e Ligabue:

evoluzione della specie dolcenera Questo nuovo album è molto elettronico. E’ stata una sua precisa scelta. L’idea è nata nel modo forse più banale e comune: i suoi amici gli hanno regalato un gioco per la Wii sui Beatles e lei ha avuto un colpo di fulmine per la batteria elettronica. Ha iniziato anche a studiarla seriamente, per poi trovare l’ispirazione nello scrivere i testi e accompagnarli al nuovo stile di musica, con il synth al posto del pianoforte e prendendo spunti dalla musica e dai gruppo francesi che ascoltava. E’ stato in quello stesso periodo che ha sentito sempre più spesso la parola crisi (in tv, sui giornali, dagli amici) legato al termine precarietà. Quale poteva essere l’unico modo per superarla? Il coraggio, la responsabilità e il senso di partecipazione comune, con la voglia di essere critica sulla realtà: un mondo in cui spesso di è individualisti ma allo stesso tempo leader. Sorride, ammettendo di essere da sempre ideologicamente di sinistra e poi critica gli artisti che si fanno il verso, sempre troppo uguali a se stessi.

“Dicci qualche nome” è la richiesta che accompagna subito la sua uscita. E lei, senza timore, dice Ligabue:

“Mi viene voglia di dirgli “Forza, dicci qualcosa!”. Io lo amavo, ma sembra uno di quei cantanti che vuole preservare l’orticello che non c’è più. Mi piace quando c’è in piccolo cambio, una ricerca”

Sottolinea come sembra che molti siano nostalgici di un passato che non esiste più. Quando le spiegano che lo stesso Raf ha ammesso di aver fatto il suo ultimo album anche per ottenere il consenso del pubblico perchè è lui a permettere di vendere o meno un lavoro, lei ascolta quasi sorpresa. “Hai paura del tuo cambio di stile che annunci per il nuovo album?”

“No, non ho paura. Perchè ho fatto il meglio che potevo”

Parla anche di Vasco Rossi, che ha conosciuto e lo difende: lui almeno è sincero

“Mi ricordo una frase che mi aveva detto: Al diavolo non si vende. E volutamente ha due significati diversi. Al diavolo non si vende… l’anima e anche “Al diavolo! Non si vende… inteso a livello commerciale”

Non si pone nemmeno il problema di come sia vista e di chi sia “veramente” Dolcenera. La ricerca, lo sperimentare fa parte della sua natura, del suo modo di essere, della sua “evoluzione” (parola chiave di questo progetto). Anche se la canzone “Il sole di domenica” sembra un innocuo brano pop, in realtà vuole essere un invito di presa di coscienza delle proprie responsabilità:

“Hai il dovere di esprimerla, anche se significa far crollare la tua pace interiore”

Più volte Dolcenera si ferma, cerca di spiegarsi, di non essere fraintesa e di mostrarsi chiara su quello che vuole dire.

“Si possono dire cose pesanti ma anche con una musicalità allegra e sorridente. Non sempre si può solo mettere frasi come “On the floor” (riferimento alla Lopez), lasciando il cervello spento. Credo si possa stare con la mente accesa anche ballando. Allo stesso tempo, si possono dire le cose senza lamentarsi o lagnarsi. L’amore non deve sempre essere un dramma! L’emozione spesso scivola nell”emotivismo’ e nelle lacrime. Si sentono modi di cantare un po’ patetici, un lirismo un po’ troppo forzato. In questo album io ho volutamente usare una voce implosiva, inarrante, come fosse un coro greco esterno che racconta.”

Dai primi di giugno partirà il suo tour, nel quale si risentiranno le stesse atmosfere che si ascoltano nel suo nuovo album. Elemento principale, sempre l’elettronica. La batteria, per esempio, suonerà ma verrà emesso attraverso il trigger. Da ottobre, invece, un nuovo progetto nei teatri, sullo stile acustico, con pianoforte ma con l’inserimento di un elemento elettronico per ogni pezzo (un noise ad inserirsi)

dolcenera intervista soundsblog

Si parla anche di look (“Le donne giocano con i vestiti”) anche se il periodo dark finito (“Non puoi essere semore uguale e nemmeno tornare indietro”) è finito. Si sente in uno stile più vicino al 2003 che all’ultimo album “Dolcenera nel paese delle meraviglie“. L’amore è sempre presente nella sua vita, è fidanzata da 15 anni che ha la stessa visione delle cose che ha lei: comunione di intenti e stabilità alla base di una relazione duratura e forte. Si scavicchia un po’ nella sua vita privata: non si sente ancora pronta per un figlio (il compagno sì) mentre è proprio lui a non essere ancora mentalmente pronto alle nozze.

Alla conclusione dell’incontro c’è anche spazio per parlare del mercato italiano, sempre più in crisi, scomparso. Si accenna ai talent show ma anche lì spesso i testi non sono scritti dal cantante ma da un autore che poi scrive per tanti altri e si perde l’esclusività del messaggio. E ribadisce una cosa, sulla quale non pare avere dubbi:

“Preferisco non vendere una copia di un disco in cui, però, credo. Sono un po’ pesante un questo ultimo periodo, forse anche troppo seria! Ma la vita ti cambia”.

Verso la fine dell’incontro, dice di avere un occhio di riguardo per la musica italiana indipendente, rivela di essersi scambiata gli auguri con Baglioni proprio oggi via sms (“Amo ‘Oltre’, uno dei suoi album più belli”) e farebbe volentieri un duetto con Paolo Nutini.

Poi si alza, salutando e ringraziando, per poi mettersi al pianoforte a cantare il chorus di “Il sole di domenica”. E, per la prima volta, dopo questa sua spiegazione sul periodo di incertezza e crisi che si respira, ti accorgi che le note allegre e pop incorniciano queste parole:

“Crolla crolla crolla il sole di domenica, le previsioni del tuo cuore fanno a cazzotti col dolore”

Sole, cuore… ma niente amore. Dolore. Anche se, volutamente, non cantato in modo… manieristico o patetico.