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Soundsblog intervista Murcof, acclamato compositore di musica elettronica sperimentale

Murcof (Fernando Corona) nato a Tijuana in Messico è uno dei più grandi musicisti di elettronica contemporanea. Grande sperimentatore, trae ispirazione da autori classici come Johann Sebastian Bach, e musicisti contemporanei, come Johann Johannson e Valentin Silvestrov. Il compositore accosta i ritmi digitali della minimal techno ai suoni dell’esecuzione orchestrale, campionati e ricreati attraverso l’uso

pubblicato 29 Aprile 2010 aggiornato 31 Agosto 2020 02:40


Murcof (Fernando Corona) nato a Tijuana in Messico è uno dei più grandi musicisti di elettronica contemporanea. Grande sperimentatore, trae ispirazione da autori classici come Johann Sebastian Bach, e musicisti contemporanei, come Johann Johannson e Valentin Silvestrov. Il compositore accosta i ritmi digitali della minimal techno ai suoni dell’esecuzione orchestrale, campionati e ricreati attraverso l’uso di software e macchine, dando vita ad un sound emozionante e coinvolgente. In occasione della sua esibizione al M.I.T., Festival di musica elettronica di Roma, Soundsblog lo ha intervistato in esclusiva scoprendo grande professionalità e disponibilità.

Ciao Fernando.
Tu cerchi un dialogo approfondito tra musica elettronica sperimentale e musica classica. Puoi raccontarci qualcosa sul processo di composizione?

E’ un processo molto intuitivo. Mi avvicino generalmente al processo di composizione senza un’idea specifica su cosa voglio fare e quando lo faccio é soltanto un punto di partenza. Può cominciare con un qualsiasi tipo di sound, elettronico, digitale o acustico, qualunque cosa attiri la mia attenzione, e se non trovo musica interessante nel mio studio allora è il momento di uscire per qualche registrazione all’aperto o in studio. Dopodichè inizio a elaborare i suoni sfruttando tutte le qualità nascoste di ogni genere di programma o plugin che trovo,sempre rimanendo concentrato sulla tessitura e l’armonia.

Una cosa importante é lasciare vibrare i suoni per un momento in maniera che si possano esprimere completamente e per questo c’è bisogno di tempo, sia nel processo di composizione che nella composizione stessa.

La musica barocca che hai registrato nel tuo ultimo album “The Versailles Sessions” è coinvolgente ed emozionante. Quali strumenti e macchine usi in studio per ricreare quelle opere musicali?

Ho lavorato con un gruppo di musicisti esperti del periodo barocco. Siamo rimasti per due giorni fissi al Getsound Studio di Parigi e hanno suonato qualsiasi forma di musica scritta di Lully, Couperin, Purcel e cosi via, e versioni modificate degli stessi brani (più lente, più veloci, con delle pause), per integrare improvvisazione e esplorazione musicale. In questo modo abbiamo avuto a disposizione una gamma molto ampia di materiale musicale dal quale abbiamo tratto i pezzi con cui abbiamo composto l’album “The Versailles Sessions”.

Che tipo di rapporto hai con il dancefloor?

Ho avuto qualche esperienza in passato ma oggi capita molto raramente. Ultimamente é stata solo una coincidenza che qualcuno abbia ballato sulle note della mia musica.

La tua musica é indirizzata al corpo o alla mente dell’ascoltatore?

La mia intenzione è stimolare l’ascoltatore sia a livello intellettuale che emotivo, provo ad intrattenere la sua mente e il suo cuore allo stesso modo, cerco l’equilibrio.

Quali artisti o idee hanno avuto maggiore influenza sul tuo lavoro?

Sono troppi per nominarli tutti. Musica che spazia da Jean Micael Jarre a Alva Noto, da Bach a Silvestrov, da Aphex Twin a Johann Johannson. Comunque qualsiasi tipo di musica o esperienza di vita può influenzarmi. La musica è solo il linguaggio attraverso il quale puoi esprimere le emozioni e le esperienze di vita. La cosa importante è il contenuto, per avere qualcosa di interessante da dire, i tecnicismi vengono successivamente. La musica è una delle poche cose che abbiano realmente un significato perché si occupa di quell’universo interiore che difficilmente riusciamo ad esprimere, ma che è reale come qualsiasi altra cosa, forse di più.

Hai mai pensato di formare una band?

In passato sono stato coinvolto in molti progetti con delle band. Tecno e industrial tra la metà e la fine degli anni 80, rock, noise e doom metal nel corso degli anni ’90. Molti di questi progetti sono stati il frutto di collaborazioni con altri musicisti in Messico, miei amici. In questo periodo il progetto più vicino a una band è quello con Erik Truffaz e Talvin Sing .

Che tipo di musica ascolti solitamente?

Di tutti i tipi, ad eccezione forse della hard techno o la musica che sia troppo ‘rumorosa’ senza una giustificata ragione. Ad ogni modo sono più incline ad ascoltare brani tranquilli. In questo periodo sto ascoltando Hope Sandoval e Sade, Stars of the Lid, e il nuovo album degli Autechre.

Puoi dirci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?

Nuova musica con Erik Truffaz, Francesco Tristano ed attualmente sto lavorando con un mio amico cineasta di Terragona, Manuel Ros, su di un nuovo progetto cinematografico, spero di avere pronti qualche clip in anteprima e più dettagli per la prossima estate. Non ci sono news per “Oceano”: sta prendendo forma lentamente, forse troppo lentamente. Ritengo di dover ancora raccogliere esperienze per avere nuove cose da dire.

Grazie molte Fernando per la tua disponibilità. Alla prossima.

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