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Sanremo 2013, Malika Ayane racconta Niente ed E se poi

Come è nata la collaborazione tra Giuliano Sangiorgi e Malika Ayane per Niente ed E se poi in vista di Sanremo 2013

pubblicato 3 Gennaio 2013 aggiornato 20 Febbraio 2021 13:50

A Sorrisi.com, Malika Ayane ha raccontato come è nata la collaborazione con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro per Niente ed E se poi, i due pezzi in gara a Sanremo 2013:

A settembre più o meno, quando avevo finalmente la testa libera. Non abbiamo pensato a confezionare due canzoni più forti di tutte, anche perché se fai così di solito vengono fuori pezzi brutti. Invece ho chiesto a Giuliano soltanto di non usare niente di già scritto, ma di comporre qualcosa di veramente esclusivo, solo per me. Già da tempo, ma specialmente in questo momento, sono concentrata, quasi ossessionata, sul raccontare i sentimenti in prima persona. “Niente” parla proprio di questo, quando si è legati, anche in modo molto forte, a qualcuno ma si è già capito, e deciso, che non si potrà andare avanti e che bisogna tagliare. All’inizio, Giuliano mi ha mandato un’incisione per piano e voce. E mi ha avvertito: “Stai attenta, ti farà piangere”. Io l’ho ascoltata, l’ho rifatta con chitarra e voce e gliel’ho rimandata. Dopo che lui l’ha risentita, mi ha risposto: “Adesso sei tu che hai fatto piangere me”. Il brano è molto intenso, si sviluppa lentamente, c’è un crescendo con gli strumenti che si aggiungono progressivamente. In originale è molto lunga, più di 5’ e questa è la versione che in seguito pubblicheremo integralmente. Per Sanremo l’abbiamo tagliata e condensata fino ai 3’45” richiesti. È stata l’unica modifica, per il resto è una canzone che respira come vuole, l’ho arrangiata e prodotta con il mio gruppo con un andamento piuttosto sinfonico, senza nessuna delle semplificazioni che si possono adottare per il passaggio in radio per esempio. Non ha un’atmosfera idilliaca, ma c’è una poesia che si tiene con coerenza, secondo me.

Su E se poi, la cantante ha seguito un altro filone:

Tutta un’altra storia. Completamente diverso. Parte immediatamente con un ritmo molto sostenuto, come un treno che ti arriva in faccia. C’è un gioco di ispirazioni, un basso come in “Coffee and Tv” dei Blur con sovrapposta una batteria eterea, cristallina, insistita, ma senza ostinazione. Un ritmo a 110 BPM che ti dà la sensazione di una camminata che ti dà energia, una malinconia che ti carica. I testi che Giuliano ha scritto per come mi sente, come mi conosce, li indosso come uno degli abiti su misura che stiamo cominciando a immaginare e cucire per il palco dell’Ariston. Grande sartoria italiana, sempre molto giovane e ricca di contraddizioni anche quando è piena di esperienza e savoir faire.

Riuscirà, con un simile background, ad occupare uno dei tre ambitissimi gradini del podio?

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