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Immortal: Abbath e soci tornarno con il nuovo All Shall Fall

Presentazione: Abbath (voce, chitarra, tastiere), Horgh (batteria) e la nuova entrata Apollyon (basso) dimostrano a tutti gli scettici che quella creatura infernale dal nome Immortal è ancora viva e vegeta pubblicando, dopo sette anni di distanza, un nuovo act dal titolo All Shall Fall!Giudizio complessivo: ritornati dopo uno scioglimento dettato più dagli impegni personali che

pubblicato 14 Ottobre 2009 aggiornato 31 Agosto 2020 07:00

Presentazione: Abbath (voce, chitarra, tastiere), Horgh (batteria) e la nuova entrata Apollyon (basso) dimostrano a tutti gli scettici che quella creatura infernale dal nome Immortal è ancora viva e vegeta pubblicando, dopo sette anni di distanza, un nuovo act dal titolo All Shall Fall!

Giudizio complessivo: ritornati dopo uno scioglimento dettato più dagli impegni personali che da litigi o altro, gli Immortal hanno deciso di “dare alla luce” il loro ottavo studio album che, come andremo a vedere, è una piccola “perla malvagia” che riporta i nostri agli onori delle cronache metallare. Nelle sette traccie che compongono All Shall Fall (ri)troviamo tutto quello che ci si può aspettare da un album degli Immortal ma, e le orecchie “ben allenate” lo noteranno subito, nel nuovo act dei nostri c’è qualcosa di diverso e molto più profondo. Non equivocateci, la componente black è sempre elevatissima (basta sentire la tostissima “Hordes To War” per rendersene conto) ma, come i fan ben sapranno, i nostri negli anni hanno dimostrato di saper inserire all’interno delle loro composizioni varie sfumature ed accenti che hanno strizzato l’occhio a molti “mostri sacri” del genere (Bathory in primis), riuscendo sempre a non snaturare mai il loro modo di suonare.

Ecco, in All Shall Fall c’è qualcosa di particolare ed affascinante, qualcosa che è rimasta in sospeso dai tempi del maestoso At the Heart of Winter (1999) e che i nostri si sono affrettati a “chiudere”. Ne sono un esempio perfetto “Norden On Fire” e l’imponente “Unearthly Kingdom” (epica e cadenzata, con un Abbath letteralmente “impossessato” ed un Horgh più che mai ispirato) che, sicuramente, vanno a completare quello che gli Immortal hanno detto fino a Sons of Northern Darkness (2002). Le altre track dell’album sono tutte molto godibili ma, ed è il caso dell’opener “All Shall Fall”, si rimane un attimo “straniti” dai “nuovi suoni” (soprattutto le chitarre, taglienti ma troppo “pompate”) che gli Immortal hanno scelto per questo disco. Splendidi come sempre i testi di Demonaz che, insieme ad Abbath, si occupa da tempo delle liriche del gruppo.

Insomma, l’ennesima “prova di forza” di una band che, sicuramente, ha ancora molto da dire e da regalare a tutti noi…bentornati Immortal!

Lista tracce – Voto:

All Shall Fall – 6 (Peggior Traccia)
The Rise Of Darkness – 7
Hordes To War – 6
Norden On Fire – 8
Arctic Swarm – 7
Mount North – 6
Unearthly Kingdom – 9 (Miglior Traccia)

Voto complessivo: 7

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