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Soundsblog intervista Pino Scotto – La musica prima di tutto!

Molti lo conoscono tramite Rock Tv e il suo programma Database, ma il grande PinoScotto ha alle spalle una carriera musicale di tutto rispetto. Ma il passato per Pino non conta…lui è un uomo che guarda al futuro, sempre carico di voglia di fare e passione. Noi di Soundsblog abbiamo fatto due chiacchiere con il

pubblicato 25 Febbraio 2009 aggiornato 31 Agosto 2020 16:59

Molti lo conoscono tramite Rock Tv e il suo programma Database, ma il grande PinoScotto ha alle spalle una carriera musicale di tutto rispetto. Ma il passato per Pino non conta…lui è un uomo che guarda al futuro, sempre carico di voglia di fare e passione. Noi di Soundsblog abbiamo fatto due chiacchiere con il simpaticissimo Pino che, oltre ad essere un’artista eccezionale, è anche un uomo umile e molto disponibile.

Ciao Pino, i nostri lettori ti conoscono principalmente per la tua carriera televisiva, ma in realtà tu sei un affermato musicista che, e vale la pena ricordarlo, è sulla scena da ormai quasi 30 anni! Ricordo molto bene il tuo esordio con i Vanadium, una delle prime metal band italiane, ma il
resto del tuo percorso musicale è ricco di collaborazioni e successi. Ne vorresti elencare alcuni?

Le mie collaborazioni del passato ormai sono storia, di cui sinceramente oggi me ne frega ben poco. Invece per me sono molto importanti i miei progetti futuri e naturalmente l’ultimo lavoro, di cui parleremo più avanti in questa intervista.

Cosa è cambiato dagli anni ottanta ad oggi nella scena metal in Italia?

Negli anni 80 innanzitutto si vendevano i dischi e poi il metal aveva un’identità ben precisa e un vero tacco duro da parte dei fans. Oggi questa contaminazione nel metal ha creato solo una grande confusione tra chi ascolta e gli addetti ai lavori e anche se oggi sembra che ci sia più mercato, questo riguarda solo quei pochi nomi, stranieri e naturalmente le band italiane come al solito vengono penalizzate e considerate pochissimo. Ad eccezione di pochissimi nomi che riescono a fare qualche data, tutto il resto gira sempre intorno alle solite tribute band del cazzo. Sarebbe ora invece che il pubblico si svegliasse e andasse ad ascoltare quei gruppi che fanno musica propria.

Secondo te quanto hanno influito sulla scena italiana i vari generi musicali che si sono formati dagli anni ottanta in poi?

Hanno influito come in tutto il mondo: c’è sempre un input che arriva dalla storia a cui i musicisti si riferiscono. L’unico problema è che in questo paese la musica metal dalle grosse etichette non è mai stata considerata. Questi stronzi incompetenti continuano a preferire gruppettini di ragazzini che non sanno neanche da che parte sta la vera musica.

La tua schiettezza, il tuo modo di pensare così giovanile ma coerente ti hanno reso davvero famoso tra i giovani. Ti senti in qualche modo la “bandiera” di una nuova generazione?

Sicuramente mi sento la voce di tutti quelli che vorrebbero in questo paese più verità e più fatti e non solo per quanto riguarda la musica, ma per tutta la situazione sociale e culturale. E invece purtroppo tutti questi stronzi che hanno in mano il potere continuano a raccontarci menzogne e a farsi solo i loro porci comodi.

Ma parliamo del tuo ultimo CD, Lo Scotto Da Pagare. Scorrendo tra le varie collaborazioni, ho notato dei nomi davvero importanti della scena musicale italiana, da Tommy Massara degli Extrema a Pier Gonnella dei Labyrinth. Come hai fatto a convogliare tanta gente in una sola volta?

Ho preso in mano il telefono, li ho chiamati tutti chiedendogli se gli avrebbe fatto piacere partecipare a questo mio progetto e naturalmente sottolineando il fatto che non c’era una lira. Tutti quanti hanno risposto che per loro sarebbe stato un piacere e credetemi questa cosa mi ha veramente commosso. Questo vuol dire che in questo ambiente non sono poi tutti delle merde.

Ho visto anche la partecipazione di Saturnino (bassista di Jovanotti), Enrico Ruggieri e J AX…non ti sei fatto mancare nulla!

Sì, e oltre a loro c’è anche Aida Cooper, Mauro Pagani, Fabio Treves, Olly dei The Fire, Andy dei Bluvertigo, Trevor dei Sadist e naturalmente Le Vibrazioni al completo con cui ho appena girato il video di Dio del Blues, un brano a cui sono molto legato che prossimamente vedrete in giro.

La biografia poi, compresa nel prezzo del cd, è qualcosa di davvero enorme: quasi 200 pagine piene di foto ed esclusive! Si vede proprio che ci tieni ai tuoi fans.

Sicuramente, il rispetto per i fans è la cosa principale ed è per questo che spesso in giro vado in bestia quando vedo artisti che si comportano come delle merde solo perché hanno venduto quattro CD, ma purtroppo sappiamo tutti che questo schifo fa parte della razza umana, altrimenti non si spiegherebbe perché il mondo sta andando a puttane.

Un’ultima domanda prima dei saluti: quali sono i cd che stai ascoltando ultimamente?

Continuo ad ascoltare materiale degli anni ’70, per quanto riguarda cose nuove ci sono pochissime cose che mi intrigano veramente. E per finire naturalmente non posso non ricordare a tutti quelli che leggeranno questa intervista di appoggiare le band italiane, perchè in questo paese abbiamo tantissimi gruppi validi che se non fossero in Italia sicuramente avrebbero mille opportunità.

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