Home Notizie Jack Savoretti, Singing To Strangers il nuovo album: “Un inno spietatamente romantico” [VIDEO]

Jack Savoretti, Singing To Strangers il nuovo album: “Un inno spietatamente romantico” [VIDEO]

Il cantante italo-polacco nato e cresciuto a Londra, lo definisce “un album italiano, cantante in inglese, registrato a Roma”. Singing To Strangers è il nuovo album di Jack Savoretti.

pubblicato 13 Marzo 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 14:46

Esce venerdì 15 marzo, su tutte le piattaforme digitali, streaming e nei negozi di dischi il nuovo album di Jack Savoretti, Singing To Strangers, prodotto da BMG e con 11 inediti tra cui i 4 singoli che l’hanno anticipato, Candlelight, Youth and Love, What More Can I Do? e Interlude – Singing To Strangers, che dà nome al disco, oltre che Music’s Too Sad Without You, la versione live del brano eseguito durante l’esibizione di Savoretti al Teatro La Fenice di Venezia con Kylie Minogue.

Un album “italiano, cantato in inglese, registrato a Roma”, come lo definisce lo stesso Jack Savoretti, che stavolta ritroviamo diverso, sicuramente maturato sotto tanti punti di vista, soprattutto quello umano: “Non mi è mai piaciuto essere ‘etichettato’. La domanda dalla quale scappo sempre è ‘Tu di quale genere sei?’. Io non sono di nessun genere, non faccio un genere, faccio musica. Per questo le sonorità in questo mio nuovo album non assomigliano a quelle del passato, ma mi piace così. Voglio sperimentare sempre, con la musica. Voglio che lo stupore per quel che faccio non cessi mai” spiega alla stampa l’italo-polacco ma cresciuto a Londra Savoretti che, dopo il grande successo di Sleep No More, sua ultima produzione discografica risalente al 2016, e a seguito di un tour nei teatri italiani oltre che alla partecipazione all’ultimo Festival Di Sanremo in duetto con i genovesi Ex-Otago con Solo Una Canzone, torna con un album nuovo, prodotto da Cam Blackwood e interamente registrato a Roma durante l’estate.

 

Con Singing To Strangers veniamo a conoscenza di un Jack Savoretti diverso, sicuramente mutato…

“Non volevo più fare un album da cantautore, poi però è nato questo. Di solito sono sempre entrato in studio cercando poi di lasciarmi ispirare. Stavolta è stato diverso. Volevo raccontare una storia. Volevo spiegare perché nonostante io abbia tutto ciò che ho sempre desiderato a casa, davanti ai miei occhi, ossia mia moglie, il suo amore immenso e i miei figli, continui a sentire il desiderio di andare per il mondo e cantare. Di questo disco sono molto fiero, perché sono riuscito a fare esattamente ciò che avevo visualizzato un anno e mezzo fa”

Cosa puoi dire che racconti di te questo disco?

“Con questo disco non volevo tanto parlare di me, quando dell’amore. Con Singing To Strangers voglio applaudire il romanticismo. Voglio riportare cos’è il vero frutto dell’essere romantici, che per me è un’atmosfera, non è quello che si dice. Passa una canzone d’amore dopo l’altra in radio, ma non le trovo molto romantiche. Io invece volevo un album spietatamente romantico, e spero di esserci riuscito”

Com’è nata la collaborazione con Bob Dylan?

Bob Dylan… Una collaborazione nata tra mille casini e intrallazzi strani, che però è finita bene. Lui mi ha spedito due poesie. Una era tipicamente nel suo stile, ma per me era troppo ‘aulica’, non la sentivo mia, quindi non l’ho presa in considerazione. Sulla seconda ho iniziato a lavorare inizialmente a chitarra e voce, ma mi accorgevo che così facendo lo imitavo troppo. Poi mia moglie mi ha suggerito di riprovarci al pianoforte, e così sono riuscito a farla mia. Sono molto orgoglioso che nel mio album ci sia una canzone che dice che sia stata scritta da Jack Savoretti e Bob Dylan, e sono fiero che i miei figli un giorno possano dire ‘Mio papà ha scritto una canzone con Bob Dylan

Nel tuo brano Interlude – Singing To Strangers , rivolgendoti al tuo pubblico, poni una domanda, anzi due: “Who am I? Who are you?” ossia “Chi sono io?” e “Chi siete voi?”. Quale risposta dai a queste tue domande?

“Non ho ancora una risposta per quello che in quest’album c’è. Non credo ci sarà mai una risposta così, ed è questa la vera connessione tra pubblico e artista. C’è sempre del mistero, ed è proprio questo che mi lega così tanto con gli strangers per i quali canto.

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