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Vasco Brondi annuncia la fine del progetto Le Luci della Centrale Elettrica

Vasco Brondi annuncia la fine del progetto Le luci della centrale elettrica, fondato nel 2017: a breve l’artista ferrarese pubblicherà l’ultimo disco 2008/2018 tra la via Emilia e la Via Lattea.

pubblicato 3 Ottobre 2018 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:28

Dopo 10 onorati anni di carriera e 5 album, si chiude ufficialmente il progetto Le Luci della Centrale Elettrica, fondato dal cantautore Vasco Brondi nel 2007.

Ad annunciarlo è Brondi stesso, via il suo profilo Facebook ufficiale, con una lettera aperta ai fan che l’hanno sostenuto nel corso di tutto questo tempo. A chiudere il cerchio sarà dunque il doppio disco 2008/2018 tra la via Emilia e la Via Lattea, in uscita venerdì 5 ottobre.

Tra due giorni esce il doppio disco 2008/2018 tra la via Emilia e La Via Lattea.
Con questo disco doppio per me si chiude il progetto Le luci della centrale elettrica.
Non so ancora spiegarmi del tutto il motivo, ma è una cosa che percepisco con grande sicurezza e serenità. Sento oggi di poter chiudere un progetto nato all’improvviso e con stupore dieci anni fa e che si è evoluto tantissimo nel tempo, cambiando insieme a me, regalandomi anche un “futuro inverosimile”. E’ arrivato il momento di alleggerirsi, di ripartire in altre direzioni e di farlo senza questo nome, credo sia rispettoso non utilizzarlo solo come sostegno o scudo.
Quando ho iniziato ero un ragazzino, sono cresciuto all’interno delle Luci e sono cresciuto in pubblico, e credo che questo processo sia giunto ad una fine.
Proprio il nome, Le luci della centrale elettrica, per me è stato molto importante fin dalla prima volta che mi è venuto in mente: è un nome corale, controproducente, sembra quello di una band – anche se ero sempre io da solo – dietro cui mi sono anche nascosto, da cui a volte mi sono fatto proteggere. Molte persone tuttora sono convinte sia un gruppo, e per me è stato un bel gioco, un aiuto, anche se poi mi ha forse reso più impreparato a essere accerchiato, fotografato, insultato, idolatrato. Un gioco a nascondino che ha funzionato solo fino a un certo punto.
Sento che sono cambiate tante cose e che è arrivato il momento di fare spazio ad altro, per la bellezza e la follia di ricominciare.
Ho cercato di raccontare questi dieci anni in un libro, con l’aiuto di Tiziana Lo Porto. Uscirà il mese prossimo e si intitola semplicemente Le luci della centrale elettrica e dentro ha il racconto in prima persona di questi dieci anni visti da dentro e visti dal finestrino, ci sono gli appunti, le voci degli amici incontrati per strada, i disegni, le foto e le grandi imprese nate per caso.

Per moltissime persone questo progetto si chiude senza che ne abbiano neanche mai sospettato l’esistenza e anche questo mi diverte molto, relativizza tutto. Chissà se un segno minimo in questo tempo è stato lasciato, orme sulla sabbia che un po’ di vento cancella ma che per qualche strano motivo qualcuno ricorderà per un po’, anche se sono orme qualsiasi di essere umano in cammino, di passaggio. Volevo ringraziarvi tantissimo ma per questo non ci sono parole, grazie a chi è cresciuto con queste luci della centrale elettrica, a chi mi ha incrociato, incoraggiato o semplicemente ascoltato. Grazie per l’accoglienza. E soprattutto grazie alle persone che mi sono state vicine realmente indipendentemente dalle luci. GRAZIE!!

v.

Qui sotto c’è 40 KM piano e voce nella versione che troverete nel Live in Studio.

 

 

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