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Cesare Cremonini, Possibili scenari: conferenza stampa [dichiarazioni]

Possibili scenari di Cesare Cremonini: tutte le dichiarazioni durante la conferenza stampa su Blogo.it

pubblicato 23 Novembre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 00:20

Si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del nuovo album di Cesare Cremonini, Possibili scenari, in uscita dal 24 novembre 2017 e anticipato dal singolo “Poetica“. Il cantautore ha esordito spiegando le tempistiche legate alla creazione di questo disco

“E’ molto bello essere qua, si tratta di un progetto musicale artistico e anche umano. Sono stati due anni di grande lavoro per comporre e produrre un disco così importante per me.

Possibili scenari è un nuovo capitolo nella discografica di Cesare:

“Ho lavorato due anni in maniera incessante e con l’intento di alzare l’asticella. E’ una volontà artistica, musicale, come se fosse una specie di regola professionale e di vita. Sono stato aiutato da Mameli che ha difeso questo album, per primo da me. Ero arrivato a pubblicare un disco come Logico, mi sono trovato nella condizione di dire “Ok adesso riparto da lì” per cercare di andare oltre, superare me stesso. Ho 18 anni di lavoro alle spalle, non sempre facile, ho attraversato momenti in cui non ero così centrato ma che mi hanno portato ad avere altra esperienza. Ho avuto da parte della Univesal una fiducia totale”

Il riscontro ottenuto finora dal primo singolo lo ha rassicurato:

“C’è stata una sinergia da parte del pubblico nei miei confronti. Quando è uscita Poetica, ho avuto la sensazione di un rapporto con la musica legato alla scoperta. Ho visto che la ricompensa che mi è arrivata è stata gratitudine verso un artista del quale hanno fiducia. Mi auguro di poter dare, nei prossimi anni, al pubblico, la possibilità di nuova musica, scoperta… Questo disco ha avuto la fortuna di incontrare un Cesare che ha voglia di essere un uomo, di essere molto sincero nell’affrontare questo mestiere. Empatia è una parola chiave dell’album, una ricerca dell’umanità, che va oltre il terzo o secondo posto per un singolo. Ho pensato che le canzoni possono avere il lusso di durare negli anni. Credo che questo disco mi abbia dato molto dal punto di vista umano.”

In merito al brano “Nessuno vuole essere Robin“, Cremonini lo racconta così:

“Nessun vuole essere Robin può dare voce ad una serie di persone (e metto anche me stesso) che soffrono il mutismo rispetto a fatiche del cuore o dell’anima che fanno parte della nostra vita, del nostro percorso. Siamo tutti esposti alla solitudine. Mettere il cane al centro, coma fosse una rete, uno spartiacque dei nostri rapporti umani, famigliari. E’ una canzone molto autobiografica. E lei trova la scusa per non stare con te “No, scusa io devo dormire con il cane”.

Il Presidente Universal assicura “grande fiducia nella qualità e nella forza del progetto.

Era nell’aria già prima di ascoltare il disco completato. Il mio pezzo preferito nel disco è quello di Robin. La scelta di Poetica come primo singolo, oggi, sembra ovvia, Ai tempi, dopo averla appena ascoltata, non mi sembrava affatto così scontata.

E proprio legandosi a Poetica, Cesare rivela:

Credo che mai come oggi, per me, sia un momento in cui, finalmente, ho avuto un secondo respiro perché ho sentito una risposta molto fiduciosa e positiva da parte del pubblico. Nei video non sono mai stato un cantante, per il video di Poetica, invece qui sì, per la prima volta. Credo sia giusta la responsabilità di quello che sto portando avanti. La mia figura convinta che ci mette la faccia, è molto importante.

Dopo la precedente serie di concerti, sembrava esserci all’orizzonte una pausa, un break… ma così non è stato:

Finito il tour ho avuto un attacco di panico, probabilmente dovuto dallo stress. Ho deciso di fare una settimana di vacanza con la mia ragazza (ora ex) e ho promesso che avrei passato un anno a rilassarmi. Durante un viaggio ho visto Love Mercy, cercava di cambiare canale, distrarmi… io sono stato rapito da questa idea di immergersi completamente in qualcosa che potesse essere influente. Sono tornato, entrato in studio e non ne sono uscito più (ride)

Su Kashmir-Kashmir, seconda traccia del disco, spiega:

Kashmir può essere fraintesa e trasformata in una canzone che punta i riflettori su giovani che vengono qua da lontano e da altre religioni. Non è questo il suo centro, io e Davide Petrella ponevamo l’attenzione su una frase in particolare, “Il giorno del Signore qui è sempre il venerdì”. Esiste una crisi di valori, di identità, dalla quale è facile fuggire, la ricerca del perché oggi siamo questo e smarriti, non è per cercare, obbligatoriamente, un colpevole lontano da noi o che si avvicina a noi.

A livello personale, sentimentale, Cesare ammicca parlando di un brano specifico del disco

C’è una canzone nell’album che si chiama Il tuo matrimonio. Ci sono gli amici che sono quasi tutti sposati e io l’ultima volta che mi è stato chiesto “Vuoi fare un figlio” è stata “No voglio fare San Siro” e questo ha provocato una evidente rottura,

La musica continua ad avere il ruolo fondamentale ed essenziale nella sua vita:

Le canzoni sono come delle vitamine. Poter mettere in bocca alle persone, che ha più difficoltà ad esprimersi, per me è una grande fortuna e una grande importanza. Penso di stare vivendo in un momento in cui le canzoni sono importanti, ottimi inganni per la malattia di cui siamo un po’ afflitti.

Parlando del pezzo “La Isla“:

La Isla è una canzone che tratta l’argomento dell’inganno vhe, secondo me, c’è in ogni avventore di un’isola. Le adoro, sono un frequentatore e torno a casa sempre un pochino turbato, come se ci fosse il canto di una sirena e tante promesse. Racconta il lato nascosto dell’estate, dell’isola come rifugio e come fuga.

Alla domanda su come mai non sia mai stato protagonista di una collaborazione con un altro artista, spiega che:

Per me una collaborazione è sempre un incontro non casuale, con un valore quasi fosse parte di un destino. Non sono interessato a scambio e rapporti con altri artisti a scambio commerciale. Non ha senso se non solo quando c’è un forte sentimento e di raggiungere un obiettivo comune. E’ difficile trovare un partner giusto per cantare insieme, è molto personale, molto intima.

A febbraio 2018 non lo vedremo in gara o come ospite sul palco dell’Ariston (“Non è nei programmi quest’anno andare a Sanremo”) e la mente corre agli appuntamento live, agli Stadi:

Quando penso agli Stadi ho tre riferimenti: il concerto, l’emozione del pubblico che compra così tanti biglietti e a Dall’ara che ha un valore simbolico enorme. Amo la musica e il calcio, l’Olimpico per me rappresenta tante cose. Mi piacerebbe moltissimo godermela e regalare piacere al pubblico.

Mentre il Presidente Universal conferma che per i 20 anni di Squerez, uscito nel 1999, ci sarà sicuramente un progetto, Cremonini rivela perché c’è solo il suo cognome e non il nome nel disco:

Cesare e basta lo trovo fuori luogo rispetto a quello che è il mio lavoro, solitario, di grande impegno. Trovo non si da sottovalutare l’importanza del cognome quando si fanno le cose. Sui dischi preferisco metterci la mia firma con il cognome, più istituzionale.

Cosa vedremo a giugno 2018?

Un concerto allo Stadio non è solo per conoscere l’album nuovo, tutti i singoli che usciranno da qua a giugno e qualche piacere personale.