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Negramaro, Amore che torni: l’amore -sofferto, intenso o finito- protagonista di un album che scava dentro le nostre emozioni

Amore che torni, Negramaro: la recensione dell’album su Blogo.it

pubblicato 17 Novembre 2017 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:18

Amore che torni è il nuovo album dei Negramaro, uscito venerdì 17 novembre 2017. Dodici tracce inedite che segnano il ritorno del gruppo a distanza di due anni da “La rivoluzione sta arrivando”. A dare il via a questa nuova era discografica è stato il singolo “Fino all’imbrunire”.

Il disco si apre proprio con questa canzone, Fino all’imbrunire, della quale abbiamo già parlato in un articolo precedente, e che conferma la delicata poesia e l’atmosfera della band italiana. Ad accompagnare la canzone un efficace video con un bambino a cui spuntano le ali, tra la curiosità delle persone e l’incapacità di capire dei genitori. L’unica soluzione per (soprav)vivere è quello di volare via, fuggire da tutto e da tutti.

Ridammi indietro il cuore è un brano “appello” incentrato sulla fine di un rapporto, sull’indifferenza di chi abbiamo di fronte e sul desiderio di essere abbracciati, stretti ancora un’ultima volta (“Ridammi indietro il cuore che non riesco più a parlare, che non posso più aspettare”). Il cuore “rubato”, il disperato equilibrio tra il passato, baci rubati e il presente che, invece, ha un altro scenario. Fino ad un ultimo e definitivo “Ridammi indietro il cuore, non ne voglio più parlare con te”.

Se New York e nocciola è la grande Mela via di fuga come metafora e scenario di un’altra vita, “Mi basta” torna alle atmosfere e malinconiche tra ricordi in soffitta, amori a prima vista e la volontà di lasciare la tristezza e i brutti momenti alle spalle. Un “giorno migliore” diventa il trampolino da cui saltare, ricominciare, a cui aggrapparsi per andare avanti. Un inno alla forza di una fragilità che riconosciamo e vogliamo lasciarci alle spalle per sempre.

La quinta traccia, Amore che torni -titletrack di questo nuovo disco- è la riflessione di un amore finito, concluso, del ricercare quello che si aveva accanto in altri e nella necessità di tornare senza pretendere altro, un qualcuno che non c’è mai stato e non è mai esistito (“Nient’altro per te io non ho, perché io sono tutto quel che ora ti do e nient’altro”).

La chiave, le virtù e l’arroganza cambia (parzialmente) registro con un sound più rock in un mix tra passione, paure e parole che rischiano solo di affondare il rapporto con una sola soluzione “Chiudiamo il mondo fuori dalla stana, fingiamo di essere rimasti ancora senza… la chiave, le virtù e l’arroganza, finiamo i nostri giorni nell’ignoranza”. La frenesia e l’autodistruzione rischiosa di un rapporto.

Per uno come me è una romanticissima dichiarazione d’amore che mette in risalto le evoluzioni vocali di Giuliano Sangiorgi, in un sound essenziale e intimista. La voce esplode nel ritornello e non lascia scampo. Emoziona.

Pezzi di te è una straziante ballad su un amore che è finito, sui ricordi, il profumo della persona amata e il grido di dolore di chi ancora ama, forse inutilmente, chi ha chiuso la porta alle proprie spalle e se ne è andato. Ci si lascia andare mentre si vaga in un mondo estraneo nel quale ci si aggira raccogliendo pezzi e frammenti dell’altra persona che pulsa e vive (ancora) nel cuore.

Tornano i ricordi nelle parole di La prima volta, l’incontro tra due sguardi, il tempo che passa lento, veloce, tra due amanti. Un romantico bilancio che brilla in “E adesso non c’è niente al mondo che possa somigliare, in fondo, a quello che eravamo, a quello che ora siamo, a come noi saremo un giorno”. E dopo la prima, arriva “L’ultima volta“, l’esatto opposto delle parole d’amore appena ascoltate: è la ribellione di chi è stanco di sentirsi sotto processo, si alza la testa “Non provarci più un’altra volta, stai certa pure tu che non mi manca”. Una sorta di rovescio della medaglia del romantico arpeggio precedente.

Ci sto pensando da un po’ è la traccia che chiude il disco e torna ad atmosfere soffuse e raccolte con la voce di Giuliano protagonista. E’ il momento in cui non ci si riconosce, “questo non sono più io”. Un flebile quanto intenso richiamo a se stesso, al bisogno di cambiare. E le lacrime, alla fine, arrivano con le tenere parole della piccola Maria Sole Sangiorgi, nipote di Giuliano, già presente nel primo singolo, Fino all’imbrunire.

Se volete emozionarvi, se il vostro cuore soffre o batte frenetico per un sentimento, Amore che torni è la giusta scelta.

Negramaro, Amore che torni

Fino all’imbrunire 4:13
Ridammi indietro il cuore 3:31
New York e nocciola 3:30
Mi basta 3:39
Amore che torni 3:46
La chiave, le virtù e l’arroganza 4:31
Per uno come me 3:33
L’anima vista da qui 3:26
Pezzi di te 4:52
La prima volta 3:58
L’ultima volta 3:48
Ci sto pensando da un po’ 4:55

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