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Nesli a Blogo: “Vi presento Francesco Tarducci”

Intervista a Nesli aka Francesco Tarducci: si parla dei concerti a Roma e Milano, del nuovo inedito Maldito, del nuovo album e di un ciclo che si chiude.

pubblicato 23 Ottobre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 01:28

“Il mio percorso è una montagna russa, va su e giù. Ogni tanto ci sono, ogni tanto no. Faccio tutto con uno spirito artistico e poco imprenditoriale. Credo sia la strada più longeva, gli exploit grandi hanno delle conseguenze e tenere sempre il vertice è difficile”. Nesli presenta Francesco Tarducci in due concerti speciali, il 23 novembre al Fabrique di Milano e il 24 novembre all’Orion di Roma. Sarà un’occasione unica per i fan del cantautore, soprattutto perché sarà la fine di un percorso.

Perché un mini-tour proprio adesso?

“Quando ho fatto Kill Karma non era previsto un tour. Non ragiono in maniera sistematica: tour, instore e tour non devono susseguirsi con logica, almeno per me tutto dipende dalle dinamiche della mia vita. Ora però mi piaceva l’idea di mettere in piedi due serate speciali, soprattutto perché questo periodo coincide con la lavorazione di album molto particolare”.

Come saranno impostate le due serate?

“Avrò sei elementi sul palco con me. Farò due scalette diverse per le due serate. Ci sarà un momento medley molto particolare in cui farò molte canzoni per l’ultima volta, non le farò mai più dal vivo. E presenterò un inedito (Maldito è il titolo, ndr) dalla veste molto personale, abbandonerò la veste Nesli. Mi piacerebbe abbracciare di più l’identità della mia persona, mettendoci la faccia e il nome”.

Questo “Nesli presenti Francesco Tarducci” mi incuriosisce. Vuol essere l’inizio di un nuovo capitolo?

“E’ sicuramente l’inizio di un nuovo capitolo. Non che Nesli sia il personaggio creato ad hoc per il mercato: Nesli sono io, non c’è alcun bipolarismo artistico. Solo che quel nome d’arte nasce in un momento preciso e si porta dietro un gusto musicale preciso. Arrivato a oggi, anche a livello anagrafico, mi sono guardato allo specchio e mi sono detto ‘perché no? D’altronde Francesco è un bel nome’. E’ una responsabilità più consapevole. Voglio chiamare ogni cosa con il suo vero nome e quindi Nesli presenta Francesco Tarducci. Il modo con cui sto affrontando quest’ultimo lavoro è più da Francesco che da Nesli”.

Questa maturità si rifletterà anche nei prossimi progetti?

“Negli ultimi due dischi ho trattato molto i rapporti sentimentali, l’amore, il rapporto di coppia. E’ giusto trattare determinate tematiche per un certo tipo di pop. Questo album, però, avrà una fortissima valenza e utilità sociale, sarà senza amore. Ascolterete un percorso più vicino a La fine“.

Ti vuoi sporcare le mani anche a livello sociale?

“Sì, perché lo ritengo giusto. E’ un discorso di maturità. Mi sporco le mani con una socialità che mi appartiene, legata al mio posto nel mondo. L’album vuol essere utile per me che l’ho scritto e per chi lo andrà ad ascoltare”.

Non c’è ancora una data di uscita?

“No. Mi piacerebbe raccontare questo album con diversi singoli prima dell’uscita dell’album. Ci sono argomenti che hanno un peso specifico e vanno scanditi in maniera attenta”.

C’è anche Sanremo nei programmi?

“No, io mi escludo sempre. Amo Sanremo e lo si è visto: ho avuto la fortuna di farlo due volte, pure in duetto per non farmi mancare nulla. Ma è sempre fuori dalle mie previsioni, solitamente accade perché mi viene proposto o perché matura nel tempo. Lo vedo sempre lontano finché non accade. Quest’anno non c’ho ancora pensato neanche lontanamente”.

Una curiosità: il nastro isolante è scomparso dalle tue dita? Perché?

“Il nastro isolante è sempre stata una mia forma di protezione perché ho le dita distrutte. Lo scorso anno a Sanremo ho deciso di fregarmene dei miei difetti e mi sono presentato sul palco senza nastro. E’ vero, per il momento l’ho eliminato, ma non escludo il ritorno… tanto continuo a distruggermele le mani (ride, ndr)”.

Una domanda antipatica: cosa pensi quando vedi Fabri Fibra fare la pubblicità della Wind?

“Penso tante cose riguardo questi argomenti e ho un’opinione molto chiara. Però ho imparato una cosa: sarebbe inutile esprimere questa opinione, riguarda quei pensieri che uno ha quando è seduto sul divano a guardare la televisione. Alcune cose e alcuni pensieri privati è meglio che rimangano privati”.

Beh, questa risposta mi sembra frutto della maturità di cui sopra.

“Faccio questo lavoro da tanto con alterne fortune e ho capito che ci sono delle dinamiche precise per fare un lavoro preciso, però io ho scoperto che voglio fare un’altra cosa. Mi spiego meglio. Il pallone di rugby non è il pallone da calcio, eppure sempre un pallone è. Qui si parla di musica, ma ci sono tanti modi di fare questo mestiere: si può essere un pubblicitario che fa musica, un intrattenitore che fa musica, oppure un autore, un cantautore, un musicista. Una volta che hai capito chi sei, credo sia inutile parlare di chi è totalmente differente da te perché poi si creano fraintendimenti inutili”.

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