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Deluxe edition a raffica contro la crisi discografica

L’industria discografica sta inventando qualsiasi cosa pur di vendere di più, avere maggiori introiti e portare avanti la baracca. E un’idea sembrano averla trovata, ed è quella di vendere il cd fisico o quello virtuale in formato Deluxe, affiancato alla versione originale. Un business molto redditizio che soddisfa maggiormente il fan con contenuti inediti, parti

di aleali
pubblicato 17 Luglio 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 20:45

L’industria discografica sta inventando qualsiasi cosa pur di vendere di più, avere maggiori introiti e portare avanti la baracca. E un’idea sembrano averla trovata, ed è quella di vendere il cd fisico o quello virtuale in formato Deluxe, affiancato alla versione originale.

Un business molto redditizio che soddisfa maggiormente il fan con contenuti inediti, parti di sito accessibili solo agli acquirenti, un packaging più studiato e qualsiasi cosa serva per giustificare un innalzamento del prezzo del prodotto.

Pensate che la versione Deluxe del cd di Amy WinehouseBack to Black” ha venduto 650 mila copie ed è entrato nella chart inglese superando la posizione del cd originale. O ancora: i Take That con il loro ultimo album “Beautiful World”, nella versione Deluxe hanno venduto 400 mila copie, mentre l’edizione semplice ne ha vendute un milione e mezzo.

Questo fa pensare che molti fan comprino entrambe le versioni, permettendo così alla casa discografica di raddoppiare il guadagno ed esaltare le vendite in modo considerevole sfruttando lo zoccolo duro di pubblico. Come dire: chi compra i cd, è portato a dover spendere i più per coprire chi acquisisce illegalmente.

Foto | Carrie Musgrave
Via | Guardian Blog