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Leonard Cohen è morto: le canzoni più famose

Le canzoni più famose di Leonard Cohen su Blogo.it

pubblicato 11 Novembre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 12:20

Leonard Cohen è scomparso all’età di 82 anni. La notizia è stata annunciata dalla pagina Facebook ufficiale del cantante canadese, poche ore fa. Lunghissima e florida la sua carriera, in grado di partire dal 1967 e di interrompersi circa un mese fa, con l’ultimo disco, You Want it darker, sempre per l’etichetta Columbia Records, al suo fianco fin dagli esordi. In questi cinquant’anni, Cohen ci ha regalato alcuni brani resi già immortali nel corso degli anni, veri e propri classici della musica, reinterpretati da numerosi colleghi come Jeff Buckley, Judy Collins, Johnny Cash e Nina Simone. Proviamo ad indicare alcune delle canzoni più famose e celebrative, in ordine puramente cronologico.

01. Suzanne. Risale al 1967, è stato il suo primo singolo, tratto dall’album d’esordio “Songs of Leonard Cohen”. E’ stata dedicata alla sua musa, Suzanne Verdal, con la quale ebbe una relazione alcuni anni prima. Prima dell’incisione del brano da parte di Cohen, venne pubblicata una versione di Judy Collins che, però, ottenne un riscontro nel tempo- inferiore a quella di Leonard, nonostante fosse uscita l’anno precedente. Suzanne fu prima rilasciata come poesia. Nel 2006 venne inserita dal sito Pitchfork al 41esimo posto della classifica Top Songs of the 1960. Nick Cave ha interpretato il brano nel film Leonard Cohen: I’m Your Man.

02. Bird on the Wire. Fu registrata nel settembre 1968 e inserita nel disco “Songs from a Room”, l’anno seguente. Anche in questo caso, la Collins aveva inciso il pezzo nel suo album “Who Knows Where the Time Goes”, datato 1968. Cohen ha raccontato la genesi della canzone: negli anni Sessanta, si trovava nell’isola greca di Idra, insieme alla compagna Marianne. Proprio lei riuscì a guarire l’artista dalla depressione, spingendolo a suonare la chitarra. Ed ecco l’ispirazione del brano, basato su un uccello che si era appollaiato su uno dei fili del telefono, recentemente installati sull’isola.

Ho sempre iniziato i miei concerti con questa canzone. Mi sembra tornare ai miei doveri. E’ stata iniziato in Grecia e finita in un motel di Hollywood intorno al 1969, insieme a tutto il resto. Alcune parti sono state modificate in Oregon.

03. Avalanche. Appare nel suo terzo album, Songs of Love and Hate, pubblicato nel 1971. Tra le reinterpretazioni del brano spicca quella di Nick Cave and the Bad Seeds nel disco del 1984, From Her to Eternity.

04. Chelsea Hotel #2. Il pezzo è del 1974. Il testo racconta di una relazione sessuale di vita reale al Chelsea Hotel tra il cantante e una famosa donna che ha poi rivelato essere Janis Joplin. “Lei non mi cercava. Credo che stesse cercando Kris Kristofferson. Io, invece, ero alla ricerca di Brigitte Bardot”. Del loro feeling fisico reciproco, disse, “Siamo brutti, ma abbiamo la musica.” Anni dopo, Cohen si è pentito per aver fatto pubblicamente il nome della Joplin.

05. Hallelujah. E’ stata inserita nel disco del 1984, Various Positions. Non ebbe successo, all’inizio. Poi la fama arrivò grazie alla versione John Cale, che ha ispirato una registrazione da Jeff Buckley. La versione di Buckley è la versione più popolare della canzone fino ad oggi. Ad oggi esistono qualcosa come 300 cover ufficiali del brano. Il successo della canzone arrivò solamente a partire dal 2006. Nemmeno Jeff Buckley, ai tempi, decise di pubblicare la canzone come singolo. Nel 2008 toccò la vetta della chart francese.

06. Everybody Knows. E’ stata scritta da Cohen insieme alla collaboratrice Sharon Robinson. E’ stata pubblicata per la prima volta nell’album del 1988, I’m Your Man. La critica l’ha definita amaramente pessimista ma anche divertente (“Everybody knows that the dice are loaded”/”Everybody knows that the good guys lost”). E’ stata scelta per le soundtrack di numerosi film e serie tv (da Dirty Sexy Money a Damages).

07. Tower of Song. Cohen fu sempre molto legato a questo pezzo. E’ autobiografica, incentrata sulla sua caratterista vocalità (“I was born like this / I had no choice / I was born with the gift of a golden voice”). Quando Cohen fu inserito tra le celebrità della Rock & Roll Hall of Fame, scelse di leggere il testo di questa canzone nel suo discorso di ringraziamento.

08. A Thousand Kisses Deep. E’ una canzone incentrata sul tema del decadimento e della sconfitta, con al centro un bacio. Le parole fanno riferimento alle gioie della vita come un fugace “striscia vincente” che assaporiamo “come se fosse reale.” Cohen ha voluto inserire un arrangiamento d’archi dal padre di Beck, David Campbell.

09. Going Home. Nel pezzo parla semplicemente di se stesso: I love to speak with Leonard / He’s a sportsman and a shepherd / He’s a lazy bastard / Living in a suit. Prima di essere incisa fu pubblicata -sotto forma di poesia- dal The New Yorker.

10. Slow. In un sound blues, Cohen racconta “You want to get there soon / I want to get there last”. La canzone dichiara -in maniera divertita- la sua devozione per una vita dedicata al pensiero metodico e alla contemplazione sensuale.

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