Home Lady Gaga Lady Gaga, Joanne: l’anima country vola (a dispetto del puro pop) in un disco personale e inaspettato

Lady Gaga, Joanne: l’anima country vola (a dispetto del puro pop) in un disco personale e inaspettato

Joanne di Lady Gaga è uscito in download digitale e in vendita: la recensione dell’album su Blogo.it

pubblicato 21 Ottobre 2016 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:18

Lady Gaga, Joanne. E’ uscito il nuovo album della cantante, tra i più attesi dell’anno. Sono passati tre anni dal suo ultimo lavoro (escludendo la collaborazione con Tony Bennett). Trentasei mesi circa che sembravano aver portato la Mother Monster a dare nuovamente al pubblico quello che voleva: un disco dance, immediato, commerciale, pronto a conquistate le classifiche internazionali e far scatenare in discoteca. La speranza di poter ascoltare un Bad Romance 2.0 o una Poker Face Capitolo 2 erano altissime. Poi, ecco arrivare il primo singolo pronto a promuovere il disco: Perfect Illusion. La traccia, però, non ha colpito e conquistato, criticata anche da diversi fan di Miss Germanotta. Il testo è stato giudicato troppo ripetitivo e il video ufficiale sembrava un videoclip a caso pescato a occhi chiusi da un cilindro di banali produzioni pop. Se non fosse stato per il nome della sua interprete, avrebbe probabilmente ottenuto ancora meno attenzione. Ma lei, Gaga, ha specificato poco dopo la sua vera intenzione dietro questo progetto, Joanne, uscito il 21 ottobre: basta orpelli, macinati i vestiti di carne, via trucco e parrucco eccessivo. E’ il momento di mostrarsi per quello che è, nella sua semplicità. Una mossa interessante ma allo stesso tempo rischiosa. Il cambio di stile e regime poteva essere qualcosa di sconvolgente dopo il periodo “baraccone” di The Fame o Born This Way. Eppure, la Gaga acqua e sapone -umana- si era già materializzata da anni con la collaborazione insieme a Tony Bennett. La normalità tanto ricercata -a livello esteriore- si era già palesata, insieme ad una conferma della sua potente voce. Quello che Joanne ha il compito di mostrare al grande pubblico è un altro, ennesimo, lato della cantante, quella sfumatura interiore che strizza l’occhio al country ma che, di commerciale come richiesto e millantato, ha poco. Attenzione: questo non significa affatto che ci si trovi dinanzi ad un brutto album. Anzi.

Diamond Heart è il brano che apre il disco, il primo passo nella persona e non nel personaggio, un appello gridato all’andare avanti, continuare a graffiare la propria esistenza malgrado tutto quello che sembra impedircelo (“Some asshole broke me in, Wrecked all my innocence, I’ll just keep go-go’n, And this dance is on you (…) Oh, I I might not be flawless, but you know, I gotta diamond heart”). A-YO è il brano promozionale rilasciato qualche giorno prima la pubblicazione dell’album (e qualcuno dopo il leak del disco…), ritmato brano country nel quale Gaga si diverte parecchio e si percepisce. Ecco arrivare la title track, Joanne, il nome della sorella minore del padre, scomparsa da giovane per causa del lupus (e il secondo nome della cantante). E’ un pezzo personalissimo, emotivo ed emozionante -dal sapore country (come il disco stesso)- con la voce delicata e intensa di Gaga (“Heaven’s not Ready for you, Every part Of my aching heart, Needs you more Than the angels do”). Dove pensi di andare Joanne? Un estremo richiamo e invito a restare, fino all’accettazione di una dipartita e la certezza amara di un nuovo incontro, prima o poi (“Honestly, I know where you’re goin’, And baby, you’re just movin’ on, And I’ll still love you even if I can’t, See you anymore Can’t wait to see you soar”).

John Wayne cambia immediatamente registro dalle atmosfere intime della titletrack. Il cowboy, il bad boy dal fascino irresistibile al quale non è possibile resistere (“Every John is just the same, I’m sick of their city games,, I crave a real wild man, I’m strung out on John Wayne”). Una bad girl con un debole per i bad boys (“It’s like, I just love a cowboy, You know, I’m just like, I just, I know, it’s bad, But I’m just like”). Si gioca con la sensualità (in solitaria) in Dancin’ in circles tra fantasie e sogni ad occhi aperti mentre le mani indagano e la mente viaggia tra ipotetiche realtà (“I lay around, touch myself to pass the time, I feel down, I wish you were mine, I close my eyes, Take a breath and I picture us in a place”).

Si arriva a Perfect Illusion, il primo singolo di cui vi abbiamo già parlato e che è il brano più immediato e semplice, radiofonico (e banalotto?) dell’intero album. Million Reasons è la traccia successiva, una ballad essenziale che ha raccolto il consenso e il favore del pubblico. La voce di Gaga è ben calibrata, in una atmosfera soffusa e raccolta, per poi esplodere in una serie di acuti emozionanti ed empatici.

Sinner’s Prayer è la “preghiera” da parte di una donna che ha spezzato molti cuori, che vuole fermarsi ma solo prima di un altro che ha già individuato (“Hear my sinner’s prayer, I am what I am, And I don’t wanna break the heart of any other man, But you, but you”). Torna ancora più prepotente il sound country di cui vi avevamo già parlato nelle scorse righe. Rimane fortissimo con sfumature nostalgiche anche nel pezzo successivo, molto radiofonico –Come to Mama– perfetto per un immaginario saloon polveroso con pochi clienti e stuzzicadenti ai lati della bocca (“Come to mama, Tell me who hurt ya, There’s gonna be no future”). E poi esplode.

Atmosfere molto più raccolte per il brano seguente, tutto al femminile, Hey Girl, con la partecipazione di Florence Welch. (“Lady, is it lonely? I been calling out your name, Tell me that you need me ‘Cause I need you just the same”). Angel Down è l’ultimo pezzo, personale e intenso come quello d’apertura. La fede rimane nonostante un paesaggio e un panorama sconfortante intorno, tra spari per le strade, dalle Chiese (colpevoli anche loro) con leaders che non fanno nulla per fermare il tutto e cambiare le cose (“I’m a believer, it’s a trial, Foolish and weaker, oh, oh, oh, I’d rather save an angel down, I’m a believer, it’s chaos, Where are our leaders? Oh, oh, oh, I’d rather save an angel down”). Ma la speranza, in tutto questo caos, continua a sopravvivere.

Joanne è un album maturo, molto personale, nel quale Lady Gaga ha voluto (ancora una volta) abbandonare la strada più semplice da intraprendere per inseguire il suo amato sound country, senza rinunciare ad una melodia spesso convincente e immediata. Chi ha ascoltato Perfect Illusion e spera di trovare un pezzo pop dance “alla vecchia maniera” rimarrà deluso. Ci sono sicuramente pezzi interessanti ma non puramente commerciali come si potrebbe immaginare dal lead single, quasi fuori contesto in questo disco. Sembrava che ci fosse, da parte sua, l’intenzione di strizzare l’occhio al puro pop tormentone ma così non è stato. Il sound che accompagna e accomuna le tracce di Joanne, fuori dal territorio americano amante del country, sarà apprezzato soprattutto grazie alla curiosità e al nome che accompagna l’interprete. E non è un male perché permette di scoprire un mondo interessante che, in caso di minore fama, sarebbe apparso inosservato ai più.

Il fulcro principale è quello che l’ascoltatore si aspetta dall’album: un disco per ballare o una serie di tracce ben strutturate e meno interessate al pop commerciale. Nel primo caso, sarete delusi. Nel senso, non potrete non apprezzare questo lavoro, curato e pensato. Pieno d’anima. Di Joanne.

01. Diamond Heart
02. A-YO
03. Joanne
04. John Wayne
05. Dancin’ in circles
06. Perfect Illusion
07. Million Reasons
08. Sinner’s Prayer
09. Come to Mama
10. Hey Girl (Florence Welch)
11. Angel Down

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