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Ira Green, “RE(be)LIGION”: anteprima audio del nuovo album e intervista [esclusiva Blogo]

RE(be)LIGION di Ira Green: anteprima audio del nuovo album su Blogo.it

pubblicato 30 Settembre 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 13:24

Si intitola RE(be)LIGION l’album di inediti di Ira Green, tra le concorrenti presenti nell’ultima edizione di The Voice Of Italy.

“Be”, cioè essere. Ed è importante sottolineare la parola “RELIGION”. In un sistema in cui le religioni e le istituzioni non fanno altro che allontanare le persone e omologarle ad un clichet prevedibile per il grande commercio. In altre parole in un titolo così evocativo si racchiude tutta la rabbia e l’energia che sia di invito alla propria rivoluzione contro un sistema narcotizzante.

Sono questi i termini e le condizioni del rock americano di stampo metal che troviamo nell’album di debutto di Ira Green, anticipato dal singolo I’m wrong (clicca qui per vedere il video ufficiale)

Prodotto e pubblicato dalla 69RECORDS, il disco include 10 tracce con una bonus track del singolo “Music’s Tramp” ovvero la trasposizione in inglese di “Mondo senza regole” lanciato mesi fa in rete e celebrato da un successo mediatico di notevole interesse. Ira Green lancia il suo grido di rivalsa e di rivoluzione, afferma la sua personalità, attingendo ai grandi classici della discografia rock mondiale.

Qui sotto potete ascoltare l’anteprima audio delle canzoni presenti nell’album -in esclusiva su Blogo- a seguire, invece, l’intervista a Ira.

01. Il titolo del tuo album gioca volontariamente con le parole rebel + religion e BE, l’essere. In cosa le religioni e le istituzioni cercano di spegnere l’individualismo? E come potrebbe, l’uomo, ribellarsi concretamente a tutto ciò?

In realtà è un concetto molto semplice. Se ci pensate le guerre esistono per le religioni, per i governi, per tutto ciò che è fuori dalla nostra portata. Ma alla fine queste cose hanno un potere così immane da riuscire a plasmare le menti di interi popoli inculcando in loro in modo inconscio che l’idea di essere razzisti, pieni di pregiudizi e svuotati dalle emozioni sia cosa buona e giusta. La vera “ribellione” al giorno d’oggi non è lasciarsi andare, ma bensì lasciare andare, lasciar uscir fuori dal proprio corpo le emozioni tramite un sorriso o una breve frase che spesso può realmente salvare una vita. Amare sinceramente i propri genitori è ribellione. Aiutare senza aspettarsi di essere aiutati è ribellione. Esserci realmente al mondo è ribellione. Partecipare alla felicità di un momento di follia è ribellione.

02. Nella prima traccia del tuo disco affronti anche il tema del bullismo, sempre, purtroppo, molto attuale anche nella cronaca. Ci puoi raccontare come hai vissuto quel periodo e il modo in cui sei riuscita a reagire e fermarlo?

Quel periodo non finisce mai. Diventa per l’appunto parte di te. Brucia ogni aspettativa sulla propria vita e annegarci e all’ordine del giorno, proprio per questo decisi di intraprendere un cammino che mi aiutò a gestire il problema quanto più potevo. Sono stata bullizzata per poi trasformarmi in bulla. Ho rinunciato a me stessa per incutere timore e tensione rinchiudendo la mia vera personalità come in una tattica difensiva, come quando giochi a poker e fai di tutto per non far scoprire la tua scala reale all’avversario. Io ho solo accettato me stessa per andare avanti. Dare la colpa agli altri per aver scoperto un lato del male di se stessi è inutile, si va avanti anche con quel demone che vive dentro di noi.

03.L’amore -lontano da ogni pregiudizio e giudizio- sembra essere l’unica soluzione capace di contrastare una società che annichilisce…

Signori, l’amore è l’unico sentimento che non ha bisogno di false prospettive, non permette l’occultamento di scheletri nell’armadio, li fa salire tutti a galla senza fare differenze, in caso contrario non è amore ma bensì una depravata relazione tra persone che non sanno affrontare la solitudine.

04. Se dovessi descrivere il tuo disco con una serie di aggettivi che lo rappresentano, quali sarebbero?

Intenso, trasparente e vivo.

05. Che ricordi hai della tua esperienza a The Voice of Italy?

Ricordo che mi ha permesso di crescere e che senza quell’esperienza non sarei riuscita a scoprire i tanti serpenti che erano pronti a spalancare le fauci ed iniettare il loro veleno nella mia vita dopo anni di amicizia. Peccato per loro che ho persone che davvero ci tengono al mio stare bene e che oggi sono ancora qui a sostenermi senza bisogno di alcun torna conto personale.

Ira Green, RE(be)LIGION | Scheda album

YOU’VE GOT THE SUN: Questo brano racconta la mia esperienza con il bullismo, di come riesce a chiudere la tua testa e renderti pazzo agli occhi degli altri. E’ anche al contempo una reazione ad esso, un pulirsi dal mondo che ti hanno costretto a costruire nella tua sola cameretta e che hai paura di mostrare. Si cresce e si reagisce. Si fanno percorsi. Si sbaglia. Ma L’importante è capirlo.

HELLO GOOD DAY: Un brano che non fa altro che scimmiottare i comportamenti di chi, come me, spesso non vuole noie quando arriva un giorno “perfetto” e senza cose che fanno innervosire. Puntualmente però c’è sempre quell’1% delle persone che viene fuori proprio quando vuoi il tuo giorno di pace. Il brano parla proprio di questo, un semplice giorno che si vorrebbe passare bene e tranquillamente che puntualmente viene disturbato.

GRAVITY SOLDIER: Il classico sound un po’ metal che accompagna il concetto dell’essere “troppo materiali”. Le persone attaccate alla terra, legate estremamente alla “gravità” finiscono per perdere di vista le vere cose importanti della vita. Quelle che alla fine del percorso ti danno un senso per cui vivere e morire.

I’M WRONG: E’ l’apologia dell’essere sbagliati;: tutte le esperienze che ti capitano ti inducono a pensare di esserti sbagliato nel fidarti di qualcuno, di aver amato qualcuno, di aver speso del tempo con quelle persone, di esser stato sempre rispettoso e corretto… e proprio in considerazione di questo forse è meglio essere sbagliati ed amare come i bambini, senza parametri di scelta e vivere senza piani seguendo il proprio istinto.

LOVE CAN STOP THE RAIN: La rappresentazione del “pregiudizio” in forma musicale. Ci preoccupiamo sempre di tutto. “Ma mi prenderanno in giro?” “Ma la gente cosa penserà di me” “Mia madre dirà qualcosa che ho deciso di sposare un musulmano?”, signori per me niente rappresenta il pregiudizio meglio della pioggia. Viene, senza preavviso e non c’è “meteo” che tenga, quando la pioggia ti cade addosso resti in una situazione che ti fa sentire anche il peso dei vestiti stessi sul corpo. Ti rende pesante e ti fa perdere il focus sulle cose che normalmente avresti. La risposta a questo può essere solo l’amore incondizionato.

I’M STILL CALLING YOU: Un brano al quale sono molto legata, nata come una ballad che credevo non avesse appiglio per dei perfetti arrangiamenti è diventata una delle canzoni più applaudite live. Parla dell’analisi del dolore ma non nostro, il dolore di chi sta soffrendo e alla quale cerchiamo di stare vicino. Col tempo mi sono accorta che parla del rapporto tra me e mia madre. Mi fa pensare sempre ai miei genitori che mi hanno tirato su con tutto l’amore possibile e la libertà di fare le mie scelte. Augurandomi di poter un giorno ricambiare con qualcosa che li faccia stare bene ripeto “Vi sto chiamando, qui, dove i sogni diventano realtà”.

YOU CAN’T CONTROL ME: Ecco l’urlo che tutti sognano di dare a tutte quelle persone del cazzo che provano a farti il lavaggio del cervello per inserire nella tua testa i propri voleri. Parla di come una persona deve riuscire a combattere con le proprie forze per i propri sogni, perché per quanto ci siano tanti aiuti all’inizio, alla fine ti ritrovi a fare tutto da solo e forse è la cosa migliore. Quindi priviamoci di persone che ci fanno solo un effetto logorante e cerchiamo sempre chi ci fa stare bene.

FALL ASLEEP: Per me è un brano struggente ma realistico. Con dei sound che ricordano il caos dei momenti più bui accompagna un testo che parla di morte. Quando perdiamo qualcuno sentiamo un peso allo stomaco come quello che si sente nelle cose non dette, si scoppia a piangere nel cuore della notte senza emettere suoni, si pensa a come andar via dal mondo senza lasciare alcuna traccia per non far soffrire i nostri cari, si fanno i conti con la coscienza quando c’è la morte. Il mio è un invito a riflettere. Non c’è tempo siate sempre pronti per un sorriso o un abbraccio, a volte può salvare una vita.

RE(be)LIGION: In una società dove le religioni e le istituzioni sociali non fanno altro che addormentare e allontanare le persone c’è bisogno di dimenticare le sveglie e rompere questo eterno sonno che ci sta portando a vivere la vita con talmente tanta pigrizia da non dare più importanza a nulla. Lasciate perdere tutto, da questa scritta fate venir fuori la parola “REBEL” e fate venir fuori il vostro universo dalla prigione mentale che ha creato il mondo odierno. BE REBELIGIOUS.

LIGHT FROM YOUT EYES: Invece descrive l’amore inarrestabile, quello che ti fa andare contro ogni vento ed ostacolo. Il mondo sa essere crudele ma alla fine il sentimento più autentico non ci verrà mai tolto. L’amore è l’unica cosa che può creare ponti tra mondi diversi.

MUSIC’S TRAMP E’ un po’ diversa dalla versione italiana. E’ sempre un “vaffancul0” collettivo, ma ben impostato. Parla di una delusione, di persone che credevi amiche ed invece non erano che nuvole di passaggio. Parla di come io affronto la musica. Non ho padroni, sono un cane sciolto e per l’appunto non mi smentisco: io sono una vagabonda della musica. Non cerco la fama ma la comunicazione.

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