Home Gogol Bordello a Parabiago: foto-report dal concerto al Rugby Sound, 2 Luglio 2016

Gogol Bordello a Parabiago: foto-report dal concerto al Rugby Sound, 2 Luglio 2016

La sconfitta di Italia-Germania è pesata molto meno ai presenti al concerto dei Gogol Bordello, uno show innaffiato di vino e gypsy punk

pubblicato 3 Luglio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 15:53

Avevo visto i Gogol Bordello per l’ultima volta nel 2008, in una masseria del Salento in Agosto. Doveva essere la quinta volta che li vedevo in concerto, e avevo capito che non avrei avuto più bisogno di vederli, perchè in una masseria in cui gli headliner iniziano alla una di notte dopo una serie di opening act locali, circondato dal festival del bottiglione e da mangiafuoco, avevo assorbito tutto lo spirito gypsy punk che mi poteva servire per il resto della vita.
Invece è arrivato il Parabiago Rugby Sound Festival 2016, e almeno un concerto della rassegna è obbligo morale vederlo, soprattutto per supportare un festival che migliora ogni anno e che porta sempre ottimi artisti sul palco a prezzi super-popolari e circondati da un bell’ambiente pieno di birrerie e reggiseni lanciati sui fili della luce. Guardando i nomi dei dieci concerti di quest’anno al Rugby Sound, mi sono lanciato sui Gogol Bordello (a sorpresa: in molti si sarebbero aspettati Lacuna Coil o Salmo!), per vedere un po’ come sta Eugene Hutz.

E come sta: sta benissimo. I Gogol Bordello sono riusciti a superare due ostacoli quasi insormontabili, ovvero una bomba d’acqua estiva caduta alle 7 di sera e che aveva lasciato tutti nel panico, e soprattutto la concomitanza del concerto con la partita Italia-Germania degli Europei di calcio. L’organizzazione ha deciso di spostare di mezz’ora l’inizio dello show, fissandola al termine dei 90 minuti regolamentari di gioco, e alle 22.50 il concerto è iniziato veramente, mentre ancora sugli schermi si vedevano i replay della partita. In effetti la band è salita così, quasi all’improvviso mentre i ragazzi spiegavano alle ragazze cosa sono i tempi supplementari, e ci si è trovati subito catapultati sulle note di Sally, mentre Eugene stappava coi denti una bottiglia di vino rosso e innaffiava le prime file.
Mentre ancora la gente passava dal megaschermo al palco (ma non proprio tutti: anche alcuni punk avevano l’esigenza di seguire la mezz’ora supplementare di calcio), si è investiti dalla carica del violino di Sergey Ryabtsev e dalla potente seconda voce di Pedro Erazo, che ricordavo come “semplice” percussionista ma che invece ora canta lunghe parti di molte canzoni, con un tono più hardcore che gipsy. In generale, in questi otto anni i Gogol Bordello sembrano essere diventati molto più heavy (metal) e tirati, i pezzi filano via veloci e le parti strumentali sono più picchiate che mai. Ottimo mettere Immigrant Punk quasi all’inizio, per mostrare subito che le hit del passato saranno sempre presenti. A metà del concerto, mentre si fa una jam su Immigraniada, iniziano a levarsi ovazioni dalle retrovie. ALEEE! OHHHH! Penso che i Gogol fossero contenti di queste dimostrazioni d’affetto, ma la realtà è che intanto Italia-Germania era arrivata alla lotteria dei rigori, e ben tre canzoni del concerto sono coperte da urla di gioia alternate a bestemmie, mentre una considerevole quantità di gente emigra dalle prime file verso la zona del maxischermo. La partita finisce malissimo per l’Italia, ma tutti tornano a ballare in tempo per Think Locally, Fuck Globally, che penso sia il giusto messaggio da mandare alla Germania.

C’è tempo ancora per tirare dei maxi-palloni sul pubblico durante i bis e vedere arrivare sul palco la mascotte della squadra di Rugby, mentre Eugene continua a sorseggiare dalla bottiglia (che praticamente non si è mai tolto di mano durante il concerto), e festeggiare il fatto che, per i presenti allo show, è stata più lieve la sconfitta di calcio (di cui lui non ha fatto parola – ci si sarebbe aspettati qualche cenno, presa in giro o interazione, ma da quel punto di vista la band non si è lasciata andare oltre ad un “Forza Italia” d’altri tempi).

Il mio spirito Gypsy Punk si è ristabilito, posso affrontare meglio il weekend con un sorriso, con la mia nuova maglietta che raffigura un Eugene sorridente e la scritta “This Moustache Kills Fascists”.

Gogol Bordello @ Parabiago Rugby Sound 2016 – la scaletta

Sally
I Would Never Wanna Be Young Again
Not a Crime
Immigrant Punk
My Companjera
We Rise Again
60 Revolutions
Oh No
Dogs Were Barking
Saboteur Blues
Trans-Continental Hustle
Immigraniada (We Comin’ Rougher)
Illumination
Spytaj milicjanta (Dezerter cover)
Think Locally, Fuck Globally
Start Wearing Purple
Wonderlust King
—–
Ultimate
Alcohol
Undestructable
American Wedding