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Mc Nill, Femminill: la descrizione track by track

Volete sapere tutto sul primo disco di Mc Nill? Ecco le presentazioni di tutti i pezzi, direttamente dalla sua penna!

pubblicato 21 Giugno 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 16:17

Femminill è l’album di esordio di Mc Nill, rapper classe 1990 di origine umbra e di stanza a Bologna. Dopo essersi fatta le ossa improvvisando rime alle battle e alle jam in giro per l’Italia, finali nazionali di Tecniche Perfette comprese, dopo aver messo in mostra sia la sua tecnica sia la sua grinta in tv a Mtv Spit (dove arriva in finale) e dopo aver pubblicato Presibbene Ep (2014), Nill debutta ufficialmente con un album manifesto, in cui due dei concetti chiave sono identità e rivendicazione.

Le parole con cui l’artista racconta la genesi del concept, dicono molto sulla portata del disco: “Femminill è una presa di posizione, un modo per rispondere a chi, da anni, mi dice che non sono ‘femminile’, a chi è sempre pronto a darmi del ‘maschiaccio’ solo perché nel mio essere ciò che sono (e nel mio essere femminile, perché il concetto di femminilità per me è molto differente dal loro) non corrispondo allo stereotipo di massa a cui la maggioranza è assuefatta. Se non sono femminile allora sarò ‘Femminill’, perfetto, non c’è problema. Preferisco essere me stessa che uccidere una parte di me per far piacere agli altri”.

Scendendo nel dettaglio, ecco come Nill racconta i singoli brani:

01 Non farne un dramma
La traccia di apertura è il tipico pezzo di presentazione, con un titolo che incita a trasformare le paranoie, le negatività e gli ostacoli in energia positiva, quindi in musica, lasciando parlare lei.

02 Cosa c’è sotto
Mi rivolgo a chi crede che io sia un personaggio artefatto con un obbiettivo specifico. Ribadisco che Giulia e Nill combaciano, seguono una stessa linea. Piccolo appunto a quelle persone che si lamentano pensando che gli altri abbiano sempre “spinte” o “spintarelle” mentre loro no, per non ragionare sul fatto che forse sono proprio loro a non avere la “forza” e la volontà per portare avanti i propri sogni.

03 Prenditi tutto
Questo pezzo si ricollega al discorso da cui è nato Femminill: non voler uccidere una parte di me per far contenti gli altri, non annullarmi nella volontà altrui. C’è anche il discorso di non accontentarmi mai di ogni cosa che faccio, piccola o grande che sia. Quel senso di insoddisfazione perenne che mi porta a voler dare sempre di più. Il fatto è che ogni tappa è importante, sì, ma dopo averla raggiunta voglio raggiungerne altre dieci, altre cento e per questo “Quello che per tutti è tutto, per me è niente”.

04 Un attimo per me
Questa è la storia di una ragazza che non sa scegliere, che nasconde una parte di sé e che per questo mente a se stessa e agli altri rimanendo sola, alla fine. Vive una storia con un uomo ma conosce una ragazza e decide che non potrà mai stare con lei perché troppo spaventata dal pensiero altrui (“Prigioniera nel castello ma non c’è una strega pronta a trattenerti”). Questa paura immensa non le lascia vivere i propri sentimenti finendo per farle ferire sia l’uomo con cui sta sia la donna con cui ha la relazione “clandestina” e facendo, così, allontanare entrambi. L’ho scritta dal punto di vista della donna con cui ha la relazione.

05 Xena
Xena è un personaggio simbolo, soprattutto per le ragazze lesbiche che in lei hanno sempre visto una sorta di paladina. In lei vive un senso di rivalsa dopo anni passati a sentirsi “diversa”, “sbagliata” e “inadatta” alla società. Il passare dall’essere la sfigata del paese, quella anormale, a essere una sorta di esempio per delle persone, qualcuno che ha dimostrato coraggio. C’è tutto il discorso legato alla diversità, al non capire che le diversità sono un qualcosa in più per la società e non qualcosa da uccidere. Chi vive delle discriminazioni e ha un carattere forte sviluppa una volontà di voler migliorare la propria qualità della vita, spesso seguendo le proprie passioni e venendo riconosciuto dopo anni per i risultati raggiunti (“Quando meno la sentite prende il volo e vi colpisce”).

06 Parole libere feat. Kiave
C’è chi vuole solamente fare i soldi con la musica. C’è chi dice di non farlo per i soldi o di non volere un certo tipo di visibilità, poi venderebbe anche la madre per avere tutto ciò. Ci sono discografici sempre alla ricerca del nuovo idolo da offrire alla platea. Ci sono persone che scatenano “guerre ideologiche” su chi sia hip hop o meno in base alle proprie scelte. C’è chi segue i “trend topic” per scrivere dei pezzi, non curandosi di altre cose perché non hanno audience. In tutto ciò io e Mirko viviamo il rap come “libertà”, quindi anche le parole sono “libere” e siamo disposti a lottare per far sì che rimangano tali. Sto portando avanti un progetto con il Carcere di Bologna che porta proprio il nome di questo brano.

07 Le cose cambiano
Pezzo ispirato dal progetto “It’s Get Better” – che nella sua forma italiana, prende il nome, appunto, “Le cose cambiano” – destinato a tutti i giovani LGBT e che punta alla diminuzione dell’omofobia e dei conseguenti suicidi da parte di giovani LGBT. È una critica a quei familiari che non accettano il proprio figlio per quello che è, a chi usa violenza nei confronti dei giovani LGBT. Ma è soprattutto un pezzo che chiede ai giovani LGBT di resistere, di non pensare a “soluzioni estreme”, perché le cose cambiano. Le cose possono cambiare anche grazie a loro, che devono restare in vita per potersi accorgere di quanto tutto possa cambiare in meglio. Per quanto l’aver subito umiliazioni psico-fisiche sia pesante, incito a non chiudersi in se stessi e ad alzare la testa ed essere felici di ciò che si è.

08 Non ci prendono
Questo è un brano sentimentale in cui si racconta come, senza troppe smancerie, si possa semplicemente vivere una storia nel suo essere bella e profonda finché dura, senza ansie e gelosie insensate. Non annullarsi nell’altro ma anzi supportare l’altra persona nel fare ciò che ama.

09 Scattane un’altra
In questo pezzo critico scherzosamente chi, attraverso i social, cerca di creare una rappresentazione di sé che possa piacere a tutti. Il continuo tentativo di far vedere alle persone quanto si è felici, quanto si vive bene, quanti amici importanti si hanno e così via, quando spesso nella quotidianità non si è così “cool”, non si è così “fighi” ma anzi è la continua voglia di apparire sui social per quello che non si è che rende soli. In tutto questo meccanismo rientrano, per esempio, gli instore, pratica che io non discrimino assolutamente ma che spesso viene vissuta da chi vi partecipa come un modo per fare una foto col proprio idolo (o con l’idolo dei propri amici o semplicemente con qualcuno ritenuto “famoso”) per racimolare approvazione sociale, mettendo la musica in secondo piano. Ma l’artista ha sudato per fare quel disco che magari hai acquistato solo per fare la foto, ergo, non lasciarlo a prendere polvere e porta un attimo di rispetto. È un consiglio a vivere la realtà, a non abbandonare la vita sociale e gli amici per stare dietro a uno schermo, a non essere dei bambini viziati. Della serie: attenzione, il tuo bisogno di essere accettato potrebbe essere la causa della tua solitudine.

10 Sexy shop feat. Marti Stone
Abbiamo analizzato il concetto di versatilità all’interno della musica e lo abbiamo accostato al concetto di versatilità in ambito sessuale. In particolare il sexy shop rappresenta il luogo dove puoi trovare oggetti per tutti i gusti, un po’ come noi ci siamo sempre dimostrate versatili dal punto di vista musicale viaggiando sul “boom bap”, poi sulla dubstep, poi su qualche suono più fresco o sulla trap e così via. È anche un invito a non giudicare come fanno le cose gli altri in modo gratuito, soprattutto se non sei mai stato disposto a metterti in gioco al 100%.

11 Ciò che vali
Questa praticamente è la mia storia, raccontata da un punto di vista esterno. Sentirsi “diversi”, la scoperta dell’hip hop e così via. La mia storia che potrebbe essere quella di qualcun altro, quindi invito a mostrare sempre quanto si vale, quanto si ha da dare, senza paura.

12 Non andremo all’Inferno
Sui beat di Apoc ho sempre fatto più tecnicismi. In questo caso ho deciso di lasciare un messaggio ben diretto, senza avventurarmi in acrobazie tecniche ma usando una scrittura pari al tipo di messaggio che volevo mandare: diretta. C’è una denuncia al sessismo, alla transfobia e alla cultura cattolica. In fondo c’è una denuncia a tutte le religioni che, a mio avviso, sono la peggior malattia dell’essere umano (e lo dico da ex cattolica, lol). Parlo di come la mancanza di pensiero logico e senso critico renda schiavi e quindi di quanto sia importante sviluppare questi due elementi. Di come i governi giochino su questa cosa. Poi sul concetto di libertà di opinione, che naturalmente viene mal interpretato di continuo e diventa spesso “se penso questa cosa è perché è giusta”, quando non è così (come ripetere a pappagallo ciò che un leader dice senza ragionare veramente su ciò che si sta dicendo). In questo scenario gli esseri umani invece che tentare di “elevarsi” attraverso una sana autocritica preferiscono attaccarsi tra di loro, dare la colpa agli altri, affidarsi alla fede. Cosa che io ritengo autodistruttiva per il genere umano tutto.

13 Grazie
Questo brano è dedicato a mia madre e a mio padre.

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