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Francesco Renga, Scriverò il tuo nome: 50 sfumature d’amore zuccheroso [Recensione album]

Scriverò il tuo nome di Francesco Renga: la recensione dell’album su Blogo.it

pubblicato 28 Aprile 2016 aggiornato 20 Febbraio 2021 13:30

Si apre con il primo singolo rilasciato, Guardami amore, il nuovo album di Francesco Renga, Scriverò il tuo nome. Una canzone che è una pura dichiarazione d’amore, tra complicità ed emozione (“Per questa notte puoi dormire sul mio petto (…) Guardami amore mentre canto la nostra canzone, scusami amore se ogni tanto mi trema la voce”). Il bene, seconda traccia, è il legame che lega due anime (“Si nasconde dietro ad un miraggio, lo ritroviamo sempre anche nel deserto, se i tuoi occhi sono il paesaggio”). Lei diventa musa assoluta di una ipotetica canzone d’amore, ispirazione totale.

Rimane costante il tema d’amore con la titletrack Scriverò il tuo nome alle prese con la vita che può essere motivo di preoccupazione ma l’amore è così forte da voler scrivere il nome della propria amata, tra la terra e il sole, in mezzo alle onde, per farlo leggere e sentire a tutti (“Lo griderò più forte e in mezzo a queste onde, scriverò il tuo nome”). 13 maggio analizza una relazione vista sotto una prospettiva del condizionale, tra rimpianti e rimorsi (“C’è sempre qualcosa da fare tranne quello che noi potevamo dire”), tra parlare senza farlo e far l’amore senza amore. Per sempre, comunque.

Sulla pelle è l’effimero di una vita che passa senza che ce ne accorgiamo. Un brivido che ci sfiora, qualcosa di importante che si perde in breve tempo. Il brano è un attacco a quello che è diventato il nostro quotidiano pieno di c@zzate (“Ci consoliamo con un Mi piace dentro un social network, le donne sono un selfie e gli uomini un pallone, sono rimasti in pochi quelli che ancora credono all’amore”). Gli schiaffi di una madre e le prediche di un padre, letteralmente, diventano le poche cose importanti, per chi se ne rende conto. L’amore sa torna a cantare le proprietà di un sentimento che non ha paura di alti e bassi e che resisterà a tutto (“Non esiste pioggia che non smetterà, non un vento che non si posi mai e sarò al tuo fianco se ti perderai”). Cambia il ritmo ma non il tema, dopo la parentesi del precedente pezzo.

Spiccare il volo è una riflessione su se stessi, sul cambiamento dopo una relazione finita (“Non ci sono lacrime dal cielo, carezze che ti tengano al sicuro”), su una solitudine della quale fare conoscenza e, per assurdo, esserne amica per poi… spiccare il volo. Perfetto è il microcosmo che nasce quando incontri l’altra metà ideale, in un momento inaspettato (“Ti sembra di impazzire ma se chiudi gli occhi, puoi sentirne tutto il bene (…) Come un regalo che speravi proprio quando non ti aspettavi ormai più niente e non credevi veramente che fosse lì per te, davvero”).

Rimani così è un inno sull’amata, una preghiera affinché questo momento non muti mai (“E rimani così sempre a un passo dal giorno, fra l’inizio del sess0 e la fine del mondo”). Migliore continua questo viaggio verso l’esaltazione dell’altra metà della coppia (“E negli occhi tuoi scintilla la luce delle stelle”), in grado di dare senso alla vita e all’esistenza della singola giornata. I nostri giorni racchiude la fuga verso quello che può rappresentare un’àncora di salvezza (“Giorni migliori di questi verranno di nuovo a salvarci dai soliti impegni, dalle tue paure e dai miei sbagli”).

Così diversa rappresenta il vuoto che deriva dalla fine di un amore, dalla confusione e dall’incertezza (“E senza te a cosa può servire avere tutto quello che si vuole, correre a casa per restare solo e avere tutto ciò che cerchi fuori, lontano dai tuoi occhi, sono passati giorni senza sguardi”). Ancora amore al centro della 13esima traccia che vede il cantante, ancora una volta, esprimere la sua impossibile di fare… A meno di te (“Se fosse un salto nel vuoto anche senza speranza non potrei fare a meno di te, Se fosse tutto sbagliato avrei comunque te”).

Cancellarti per sempre vi fa pensare ad un addio ormai deciso? No (“Mentre vorrei solamente cancellarti per sempre o forse solo un istante. Ma tu sciogli i pensieri e leghi le mani, allora mi ami ma è tardi domani”). Il cuore ha cicatrici, il corpo ha i segni delle ferite, la soluzione più semplice sarebbe quella di cancellare la ragione di questi
dolori. Impossibile riuscire, però, a non sentire l’altra così importante.

Sono tanti i nomi degli autori che hanno collaborato con Renga per questo album: Tony Maiello, Fortunato Zampaglione (Spiccare il volo, Perfetto, Migliore e Così diversa), Ermal Meta, Dario Faini, Diego Calvetti (A meno di te e 13 maggio), Francesco Gabbani (L’amore sa) Nek, Luca Chiaravalli e Davide Simonetta per I nostri giorni. Il risultato dopo l’ascolto del disco è un concentrato quasi assoluto di sentimento, vissuto, parlato, analizzato, fino allo stremo e allo sfinimento. L’amore è presente in ogni traccia. C’è il sentimento che sta rischiando di svanire e quello a cui aggrapparsi. C’è la propria amata senza la quale la vita non avrebbe senso e quella che sarebbe (solo teoricamente) più facile dimenticare per sempre. Se amate qualcuno (che a sua volta ama Renga quanto voi), questo è il disco perfetto. Se siete single o non vivete un amore in maniera così viscerale (a tratti adolescenziale), queste quattordici tracce zampillanti amore in tutte le sue sfumature, rischierà di apparire e risuonare fin troppo zuccheroso.

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