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Ritmi spagnoli per il nuovo corso dei Beirut

Dei Beirut avevamo parlato in occasione dell’uscita del loro ultimo album, un lavoro bellissimo fortemente influenzato dai suoni tradizionali parigini. Il grosso problema della band di Zach Condon, deus ex machina del gruppo, era però la capacità di rinnovare un suono, quello di stampo etnico-balcanico, che ha ben pochi spazi di innovazione.Lo stesso Condon, in

pubblicato 20 Maggio 2008 aggiornato 31 Agosto 2020 21:39

Dei Beirut avevamo parlato in occasione dell’uscita del loro ultimo album, un lavoro bellissimo fortemente influenzato dai suoni tradizionali parigini. Il grosso problema della band di Zach Condon, deus ex machina del gruppo, era però la capacità di rinnovare un suono, quello di stampo etnico-balcanico, che ha ben pochi spazi di innovazione.

Lo stesso Condon, in una lettera pubblicata qualche tempo fa sul sito ufficiale, annunciava che “è venuto il momento di cambiare qualcosa e di reinventarne altre, e di tornare con una nuova fresca manciata di canzoni”. Canzoni che lo scorso sabato ha presentato durante un concerto alla Music Hall di Brooklyn.

My wife, The shrew, Benito Juarez e Leaotinito i titoli dei nuovi brani, questa volta influenzati dai suoni e dai ritmi della musca tradizionale spagnola e portoghese. Dopo i Balcani e la Ville Lumière, la penisola iberica sembra quindi essere la nuova fonte di ispirazione del gruppo, che continua a trovare nella vecchia Europa (Zach è americano) la sua fonte di creatività.

Ammetto che i Beirut mi piacciono parecchio, ma il pensiero di Condon che scruta la cartina europea chiedendosi quali suoni potrà scopiazzare la prossima volta mi strappa più di un sorriso. Voi che dite, prima o poi ce lo ritroveremo anche a Napoli in cerca delle radici della musica partenopea, magari in un duetto con Gigi D’Alessio?

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