Home Bad Religion a Trezzo: foto-report del concerto al Live Club, 2 Settembre 2015

Bad Religion a Trezzo: foto-report del concerto al Live Club, 2 Settembre 2015

La punk band americana non perde un colpo, infilando 35 canzoni in 80 minuti di concerto infuocato ed impeccabile: ecco com’è andata

pubblicato 3 Settembre 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 02:20

Una folla di persone riempie un luogo per sentire le parole di un uomo vestito di nero, parole scritte decenni fa ma che ancora parlano al cuore della gente. Alcune di queste parole sono cantate da tutti, altre accompagnate da gesti rituali (chiamati “pogo” e “crowdsurf”), l’uomo in nero è compiaciuto, diffondendo il verbo della croce enorme (barrata) alle sue spalle.
E’ curioso notare come i Bad Religion, con oltre trent’anni di carriera punk/hardcore alle spalle, siano praticamente diventati, beh, una religione.
Li si va a vedere “a prescindere”: a prescindere dall’età, a prescindere dal fatto che si conoscano o meno gli ultimissimi lavori discografici, a prescindere da quante volte li si è già visti in concerto in passato. Li si va a vedere perchè sono la storia del punk-rock, perchè sanno ancora infilare 35 canzoni in 80 minuti di show, perchè i musicisti reggono ancora benissimo il palco.
Quest’ultimo punto è fondamentale, per un concerto ben riuscito: suoni ottimi e mai impastati, carica della band dall’inizio alla fine (anzi, dopo la metà Brian Baker e Jay Bentley sembrano essersi scaldati a sufficienza e si muovono più che mai), ed un Greg Graffin in gran forma. Snocciola le sue canzoni con la gestualità, appunto, di un predicatore, senza sbagliare un testo e senza sbagliare una introduzione (grazie anche alle spassose intro generiche “Ciao, posto da qualche parte ai confini di Milano – così ai confini che mi sembra di essere ai confini di Los Angeles”, “Mi ricordo di aver suonato qui qualche anno fa, vedo che le pareti sono rimaste di cemento, uguale a quella volta”). Un discorso a parte per Mike Dimkich (il sostituto concertistico di Brett Gurewitz), che passa lo show suonando la sua chitarra perso in un altro mondo, dando quasi sempre le spalle al resto della band e riducendo a zero l’interazione, concentrandosi unicamente sullo strumento e sul pubblico, a cui sorride in continuazione.
Il pubblico reagisce alla grande, con pogo e crowdsurf come se si fosse negli anni ottanta, e a questo proposito vanno fatti i complimenti alla security per aver reso l’esperienza un piacere e non una “punizione”, aiutando tutti i surfer ad atterrare in sicurezza e proteggendo le prime file. L’esaltazione raggiunta per i classici suonati, dopotutto, impediva di stare fermi, ed un locale praticamente soldout è poi esploso per le attesissime Punk Rock Song (attuale oggi più che mai) e American Jesus. Dopo quest’ultima la messa è finita, e tutti sono andati in pace.

Prima dei Bad Religion, va segnalato lo show dei The Interrupters: avremmo fatto paragoni con i Rancid ancora prima di sapere che in effetti Tim Armstrong ha prodotto il loro disco, ed il paragone è assolutamente positivo. La prima canzone sembra uscita da Life Won’t Wait, e si prosegue con tutta un’alternanza di voce (femminile) roca e calda, pezzi in levare, stacchi più hardcore ed un paio di digressioni reggae. La cover di “Sound System” degli Operation Ivy chiude il cerchio (e porta all’orgasmo il pubblico) per una band che sì, sarà anche una sorta di clone dei Rancid, ma dopotutto sa imporsi sul palco con la ferocia necessaria a rimanere nella memoria dei presenti. Paragonarli ai Distillers solo perchè hanno una voce femminile, è fare un torto sessista ad Aimee Allen: fidatevi, questi sono “i nuovi Rancid”. Se siete alla ricerca di quel sound e di qualcuno che sappia proporlo degnamente dal vivo, gli Interrupters fanno al caso vostro.

Bad Religion @ Live Club Trezzo: la setlist

Spirit Shine
Supersonic
Prove It
Can’t Stop It
Stranger Than Fiction
Against the Grain
Recipe for Hate
Fuck You
Let Them Eat War
52 Seconds
Heroes & Martyrs
The Handshake
Broken
Skyscraper
Only Rain
Delirium of Disorder
Do What You Want
21st Century (Digital Boy)
Change of Ideas
Big Bang
No Control
I Want to Conquer the World
Sanity
Henchman
Billy
You
Dearly Beloved
Watch It Die
Sorrow
Infected
Generator
Punk Rock Song
—–
Overture
Sinister Rouge
American Jesus