Home Judas Priest ad Assago: foto-report del concerto – 23 Giugno 2015

Judas Priest ad Assago: foto-report del concerto – 23 Giugno 2015

L’accoppiata con i Five Finger Death Punch ha alzato il livello di tamarraggine metal, per un concerto che rimarrà nei ricordi dei presenti.

pubblicato 24 Giugno 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 04:02

Quando l’accoppiata Judas Priest + Five Finger Death Punch fu annunciata per il concerto di Milano, in tanti storsero un po’ il naso, non sicuri che il metal moderno americano si sposasse con l’heavy metal inglese tradizionale “che più tradizionale di così si muore”.
Eppure, alla prova dei fatti, l’accoppiata è riuscita, e davanti a circa 4,000 persone si è tenuto un buon concerto che rimerrà nei cuori e nelle orecchie dei metallari convenuti.

Sulla vivibilità (e visibilità) della Assago Summer Arena per i concerti che non siano da 30,000 persone abbiamo già discusso per il concerto degli Incubus: sì, rimane un parcheggio, ma con la quantità giusta di gente è più che godibile, ed il mega-palco montato garantisce uno spettacolo con megaschermi (e motociclette sul palco), quindi possiamo concentrarci solo sulla musica…

I Five Finger Death Punch attaccano con aggressività grazie a Under and Over It, mostrandosi in gran forma e concentrando la loro essenza tamarra in un solo brano, fra il batterista che si presenta in tutina integrale da scheletro e faccia truccata di conseguenza, il cantante con una mano rossa dipinta in faccia (simbolo del nuovo disco, ma ai fan del Signore Degli Anelli non può non ricordare un Uruk-Hai), il chitarrista con la capigliatura dedicata al Milan (e la chitarra con le lucine verdi visibili anche in pieno giorno), ed i dreadlock sui capelli dell’altro chitarrista e sulla barba del bassista. Decisamente una visione interessante, ma al di là del lato estetico (ultima nota: guardate nelle foto il meraviglioso microfono di Ivan!), c’è la grinta di una band consapevole di star suonando uno show d’apertura “importante”, e la voglia di portare a casa un risultato meritato. Le prime file reagiscono con vigore, in tanti conoscono i loro pezzi, e Moody arriva a prendersi una pausa fra un brano e l’altro per prendere un cartellone esposto dalle ragazze in transenna e farlo firmare a tutto il gruppo. In seguito, tira sul palco un ragazzino per fargli cantare i cori di Burn MF, chiedendo a tutti di applaudirlo perchè lui è la nuova generazione del metal.
Insomma, tecnica e cuore, per il migliore dei tre show che abbiamo visto fino ad ora in Italia dei 5FDP.

Sul palco cala poi un sipario con la scritta enorme “Judas Priest”, e l’attesa inizia a crescere. Quando partono le note di War Pigs dei Black Sabbath, il pubblico si scalda, esplodendo quando il sipario viene spostato e sul palco sono già presenti i Judas Priest.
Da loro, soprattutto per età anagrafica, era lecito aspettarsi uno “show onesto”, ma per gli alfieri del metal inglese non basta fare il compitino: nei 90 minuti successivi ognuno ha dato fondo alle sue energie per un concerto decisamente migliore rispetto a quelli del 2011 e 2012 di Milano e Mantova. Rob Halford in gran forma vocale è ovviamente sugli scudi: la sua prestazione è ad altissimi livelli, e l’acuto su Victim Of Changes è impressionante. La voce regge tutto lo show, e sentirgli cantare l’arrivo del Painkiller ha fatto rabbrividire di piacere tutti i presenti. Sono molti i cambi d’abito, uno spettacolo nello spettacolo, e ovviamente l’apoteosi si raggiunge con Hell Bent For Leahter, tutta cantata in sella alla motocicletta che ha portato sul palco.
I fan devono poi ringraziare l’arrivo di Richie Faulkner, che da solo ha fatto metà dello show, guardando negli occhi ogni singola persona delle prime file, incitando tutti, facendo le corna del diavolo, e muovendosi ovunque. Un bel contrasto rispetto a Ian Hill, che ahimè fa il suo dovere egregiamente ma restando impalato tutto il tempo nelle retrovie del palco. Glenn Tipton ogni tanto si avvicina al bordo del palco per un inchino: il confronto con la gioventù di Richie è a suo sfavore, ma basta vedere il sorriso sulla faccia di Glenn mentre suona la chitarra, per capire perchè è ancora oggi considerato una leggenda, così come la sua band, che alle 23.00 (molto prima di mezzanotte!) manda tutti a casa cantando di chi “vive dopo la mezzanotte”.
Speriamo che in tanti poi abbiano rockeggiato fino all’alba…

Le gallerie fotografiche di Five Finger e Judas Priest sono qui sopra e qui sotto, basta cliccare una foto e si aprirà il player per vederle tutte. Tantissime altre foto del pubblico si possono vedere sulla pagina Facebook di MusicaMetal/Soundsblog, pronte per essere taggate!

Five Finger Death Punch ad Assago: la scaletta

Under and Over It
Hard to See
Lift Me Up
Bad Company
(Bad Company cover)
Burn MF
Coming Down
Never Enough
Here to Die
—–
The Bleeding

Judas Priest ad Assago: la scaletta

Dragonaut
Metal Gods
Devil’s Child
Victim of Changes
Halls of Valhalla
Love Bites
March of the Damned
Turbo Lover
Redeemer of Souls
Beyond the Realms of Death
Jawbreaker
Breaking the Law
Hell Bent for Leather
The Hellion
Electric Eye
You’ve Got Another Thing Comin’
—–
Painkiller
Living After Midnight