Home Marilyn Manson a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, 17 Giugno 2015

Marilyn Manson a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, 17 Giugno 2015

Un ottimo concerto, almeno fino alla sua metà: ecco com’è andato lo show soldout del Reverendo Manson a Milano, con il nostro report ricco di foto.

pubblicato 18 Giugno 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 04:13

Per metà concerto ci abbiamo creduto. Marilyn Manson è tornato ai fasti di una volta, della sua “golden age”, con una voce cattivissima ed una presenza scenica magnetica. Il suo show parte col botto, Deep Six per dare corpo al nuovo disco, seguita da Disposable Teens e da una devastante mOBSCENE, aggressiva al punto giusto. Mentre il Reverendo canta, il pubblico va in estasi, e accanto a lui anche il trucco di Twiggy Ramirez (che ricorda un Ace Frehley/Spaceman dei Kiss) perde di impatto, perchè il palco è letteralmente mangiato da Manson, che viene anche raffigurato sulle finte vetrate da chiesa (e, in seguito, con un poster gigantesco alle spalle di tutti).
Quando arriva il momento di Sweet Dreams il pubblico reagisce con vigore, come se fosse questa la canzone originale e se gli Eurythimics ne avessero fatto una cover più pulita e gentile. Va tutto alla grande, e viene accettato con buono spirito anche il fatto che Manson sottolinei che parlerà piano ed in inglese semplice per far capire al pubblico italiano quel che sta dicendo (più o meno, quel che dice in seguito sono vari commenti sul caldo che fa all’Alcatraz).

Va tutto alla grande, anche se le pause fra una canzone e l’altra si fanno sempre più lunghe, ammazzando un po’ la carica.
Poi le crepe iniziano ad allargarsi. E’ fantastico sentire finalmente Angel With the Scabbed Wings dal vivo, e anche Tourniquet fa la sua porca figura. Ma Rock is Dead è cantata più dal pubblico che da Marilyn, e anche il Dope Show è più uno show di fan e backing vocals, che non di Manson. Il triste dato è chiaro a tutti, e in fondo tutti se lo aspettavano: la voce del Reverendo non arriva a fine serata.
Eppure, tutti gridano per Antichrist Superstar, anche perchè sul palco è montato il pulpito, e Manson ci mostra che a volte si può andare avanti a colpi di carisma e teatralità: i suoi movimenti si fanno più nervosi, si contorce come nei videoclip, mostra i denti dorati… diventa ancora di più un animale da palcoscenico, che ci ipnotizza e cerca di farci dimenticare il grosso problema che affligge la seconda parte dello show, che a quanto pare (rispetto alla scaletta affissa sul palco) è stato anche tagliato di un paio di brani.
I fan ameranno comunque, i dubbiosi forse passeranno al lato oscuro dell’hating. Voi da che parte state?

In apertura di serata, i Pop Evil hanno iniziato sotto i pessimi auspici di un pubblico che urlava solo “Manson! Manson!”, ma man mano che il loro hard rock andava avanti, maggiori erano gli applausi e le urla di approvazione per Leigh Kakaty (un grandissimo frontman!). Sicuramente, ora della fine del concerto qualche nuovo fan l’hanno guadagnato, grazie anche all’umiltà dimostrata fuori dal palco, scattando le foto con chiunque li abbia trovati in giro per il locale.

In apertura dell’articolo trovate la galleria fotografica di Manson, qui di seguito quella dei Pop Evil. Tantissime altre foto del pubblico si possono vedere sulla pagina Facebook di MusicaMetal/Soundsblog, pronte per essere taggate!

Marilyn Manson a Milano: la setlist suonata

Deep Six
Disposable Teens
mOBSCENE
No Reflection
Third Day of a Seven Day Binge
Sweet Dreams (Are Made of This) (Eurythmics cover)
Angel With the Scabbed Wings
Tourniquet
Rock Is Dead
The Dope Show
Lunchbox
Antichrist Superstar (con accenni a Cake and Sodomy e Come As You Are dei Nirvana)
The Beautiful People
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Coma White