Home Notizie Carlo Bengonzi è morto: fu uno dei più grandi tenori della musica lirica di tutto il Novecento

Carlo Bengonzi è morto: fu uno dei più grandi tenori della musica lirica di tutto il Novecento

L’artista aveva novant’anni

pubblicato 27 Luglio 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 16:06

E’ scomparso all’età di 90 anni Carlo Bengonzi. Era uno dei più grandi e stimati tenori musica lirica italiana di tutto il Novecento ed è’ stato considerato tra i più autorevoli interpreti del repertorio di Verdi. Nato a Polesine Parmense il 13 luglio 1924, ha iniziato i suoi studi presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma ma nemmeno ventenne fu internato in un campo di lavoro forzato.

Lui stesso indica l’inizio della sua carriera nel 1947 con la sua prima esibizione in un piccolo teatro parrocchiale a Varedo, presso Milano nei panni di Figaro nel celebre Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Se questo è stato il suo primo ruolo ufficiale, nel corso della sua carriera sono numerosissimi gli altri personaggi interpretati: Metifio (L’Arlesiana), Dottor Malatesta (Don Pasquale) , Belcore (L’elisir d’amore) , Lord Enrico Ashton (Lucia di Lammermoor), Ghirlino (Le astuzie di Bertoldo), Silvio (Pagliacci), Alfio (Cavalleria rusticana), Albert (Werther), Marcello/Schaunard (La bohème), Sharpless (Madama Butterfly), Giorgio Germont (La traviata), Lescaut, Rigoletto.

Anche la Rai si accorse sempre più del suo talento e scelse di affidargli un ruolo in radio insieme alla Tebaldi per Giovanna d’Arco, poi fu Simon Boccanegra ed I due Foscari diretto da Carlo Maria Giulini, oltre a Pagliacci. Nel 1956 ha anche l’onore di lavorare al Metropolitan Opera di New York. Tre anni prima, invece, il debutto alla Scala di Milano con Mas’Aniello.

Nel 1976 accetta la sostituzione di Placido Domingo nell’Aida diretta da Thomas Schippers alla regia di Franco Zeffirelli e un grande cast composto da Montserrat Caballé, Grace Bumbry, Piero Cappuccilli e Ruggero Raimondi.

Tra le sue successive esperienze più significative anche il debutto al Covent Garden di Londra nel 1962, l’Opera di Vienna nel 1959, l’Arena di Verona, il Teatro Colón di Buenos Aires e il Teatro Regio di Parma fino al ritiro dalle scene avvenuto nel 2000.

Via | Repubblica

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