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Judas Priest, Redeemer Of Souls: Ian Hill presenta il disco a Soundsblog

Il bassista e fondatore della band metal inglese parla del nuovo album e dei 40 anni di carriera: ‘Non ho idea di come facessimo a far conoscere la nostra musica nel mondo, prima dell’arrivo di internet!’

pubblicato 15 Luglio 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 16:30

Esce oggi, 15 Luglio, Redeemer Of Souls, il nuovo disco dei Judas Preist, diciassettesimo disco in una carriera quarantennale. Un disco, per chi ha ascoltato le anteprime, che porta le lancette indietro nel tempo, al metal duro e puro proposto dalla band inglese due decenni fa, pronto a far scattare i pugni verso il cielo nelle schiere di loro fan, vecchi e nuovi.
Abbiamo parlato con Ian Hill, membro fondatore della band e unico membro fisso rimasto dal 1970 ad oggi, per fare il punto della situazione…

Ciao, Ian. Sono passati ben sei anni dal vostro ultimo disco. Cosa vi ha tenuti occupati per tutto questo tempo?

“Semplicemente, siamo entrati in ‘modalità tour’ e ci siamo ritrovati a fare tre tour di seguito: prima per Nostradamus, poi l’Epitaph Tour… ci siamo presi una breve pausa appena finiti i concerti, ma già avevamo voglia di scrivere nuovi brani. Nonostante la nostra carica e la foga, ci vuole comunque un anno circa, per scrivere tutto, registrare i demo, incidere… ecco come abbiamo trascorso questi ultimi sei anni, in poche parole!”

C’è mai stato un momento, in questi sei anni, in cui hai iniziato a pensare che in realtà Nostradamus sarebbe stato l’ultimo disco dei Judas Priest?

“Forse quando Ken ha lasciato il gruppo (KK Downing, altro membro fondatore, si è ritirato nell’Aprile 2011 – NdR), c’è stato un momento di smarrimento, ma poi è arrivato Richie per sostituirlo almeno in tour, e la sua carica di entusiasmo e nuove idee ci ha spinto ad andare avanti – finchè sei fisicamente capace di andare avanti, e al contempo vedi che il lavoro che puoi fare rimane di buona qualità, non ci sono motivi per fermarsi!

Fortunatamente sembra ne sia valsa la pena: dalle prime reazioni, sembra che REdeemer Of Souls stia piacendo a tantissime persone, soprattutto agli amanti di un certo stile-Judas dei vecchi tempi… Qual è stato il segreto per tirare indietro le lancette di vent’anni?

“Non so quale sia il segreto – semplicemente, consideriamo questo disco come la prosecuzione diretta di Angel Of Retribution, del 2005. Nostradamus era un concept album, un esperimento molto diverso dalla nostra proposta discografica, mentre ora siamo semplicemente tornati a suonare il metal che conosciamo bene. Magari è Richie, che è il più giovane di noi ma che ha un gusto per i primissimi dischi della band, scritti quando lui non era neanche nato!”

Quando hai fondato i Judas Priest, quaranta anni fa, internet non era un mezzo di comunicazione di massa, e per scoprire un disco bisognava o leggerne su un giornale o ascoltare il passaparola di amici metallari. Oggi invece prima che Redeemer Of Souls arrivi nei negozi, si sono già ascoltati il singolo intero e qualche anteprima succosa – Soundsblog ha avuto l’onore di ospitare in anteprima nazionale le anteprime di Metalizer e Sword Of Damocles.
Pensi che questo tolga parte della magia legata all’ascolto di un disco?

“Quando abbiamo iniziato, avevi tre modi per sentire un disco: o lo compravi, o vedevi il concerto della band, o lo ascoltavi per radio. Ora i modi per sentire musica non si contano nemmeno più, puoi farlo sul cellulare, sul computer, guardandoti un video…
C’è stato un grande salto in avanti negli ultimi dieci anni, e bisogna abbracciare il cambiamento, altrimenti rimani indietro. Internet è uno strumento molto utile, almeno finchè la gente non inizia a rubarti le canzoni!
E’ fantastico che abbiate ospitato le anteprime, quelle manciate di secondi dei vrai brani raggiungono persone in tutto il mondo, internet è proprio uno strumento incredibile. Sai che in effetti non ho idea di come facessimo a far conoscere la nostra musica nel mondo, prima dell’arrivo di internet? COme facevamo le interviste? Via posta? Con le interurbane?”

Ok, non ricordi come facevate prima dell’avvento di internet. Ma guardando a questi 40 anni di Judas Priest, cosa provi? E cosa ti ricordi con più affetto?

“Un senso d’orgoglio, un senso di privilegio immenso, per essere stato in grado di fare qualcosa che amo per così tanto tempo.”

Sei cambiato, in quaranta anni con la band?

“Sono cambiato solo fisicamente, il corpo invecchia. Mentalmente? Ho sempre 12 anni! Ho sempre le stesse motivazioni, sempre lo stesso entusiasmo…”

Riesci a immaginare un giorno in cui i Judas si ritireranno dalle scene? Qualche anno fa si era parlato di un tour d’addio, eppure eccovi qui, pronti a spaccare con un nuovo disco…

“Alla fine di ogni tour, quando hai fatto il giro del mondo due o tre volte nell’arco di un paio d’anni, sei talmente privo di energie che inizi a pensare che non ce la farai, a riprendere tutto dopo una breve pausa. Dopo un paio di mesi ti inizi a rompere le scatole, dopo un viaggetto con la famiglia ed esserti preso cura del giardino di casa. E allora inizi a progettare un nuovo tour… per ora no, non mi ci vedo a far niente a casa per il resto della vita. Forse dovremo prendercela più comoda, più giorni fra uno show e l’altro, ma continueremo a farlo!”

Pochi giorni fa Rob Halford ha detto che ‘ucciderebbe pur di fare un disco blues’. Tu come la vedi? Vuoi suonare solo ed escusivamente metal per il resto della vita?

“Non sapevo di queste sue dichiarazioni, si dicono così tante cose in una intervista… però devo dirti, se lui volesse incidere un disco blues e avesse bisogno di un buon bassista, spero che prima chiami me, perchè mi piacerebbe veramente tanto!
Alla fin fine, quando ero giovane ascoltavo tantissimo blues, che poi si è trasformato in blues-rock… quarant’anni fa non c’era molto metal in giro, e le radici affondano nel blues. Sarebbe interessante provare a riscoprirle!”

Il tempo volge al termine, e rimane solo spazio per una domanda che sato ponendo a tutti, Ian. Cosa faresti se domattina ti svegliassi nel corpo di James Hetfield?

“Entrerei subito in studio, perchè per i Metallica è ora di incidere un nuovo disco. Poi organizzerei un bel tour mondiale, e di supporto chiamerei i Judas Priest. Però i Judas nel frattempo dovrebbero trovare un nuovo bassista di qualità, visto che io sarò impegnato nel corpo di Hetfield!”

Grazie per il tuo tempo e le tue risposte, Ian!

“Prima di lasciarci, ho una domanda per te, Paolo, una domanda molto seria: quand’è che Italia e Inghilterra avranno delle nazionali di calcio decenti? Ai mondiali è stata una pena!”

Quanta ragione! Vedendo la fine che poi ha fatto l’Italia, quasi mi è spiaciuto battervi nella prima partita, visto che poi è stato tutto inutile!

“Pazienza, sarà per la prossima volta… si spera! Nel frattempo c’è sempre il metal!”

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