Home La Rua a SoundsBlog: “Agli Mtv Awards 2014 speriamo che si valuti il live. Talent show? No, grazie”

La Rua a SoundsBlog: “Agli Mtv Awards 2014 speriamo che si valuti il live. Talent show? No, grazie”

Il leader della band marchigiana racconta a SoundsBlog l’idea di sposare il genere musicale del nu-folk per il quale è stata accostata ai The Lumineers e ai Of Monsters and Men: “Ci fa piacere perché significa che è stata riscontrata la ricerca del sound”

pubblicato 11 Giugno 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 17:53

Si intitola Non sono positivo alla normalità (autoprodotto e pubblicato da Eclectic Circus) il primo singolo de La Rua, la band marchigiana (il nome significa ‘la strada’) composta da Daniele Incicco (voce e chitarre), William D’Angelo (chitarre), Davide Fioravanti (pianoforte, fisarmonica, glockenspiel), Nacor Fischetti (batteria) e Alessandro Mariani (chitarre e banjo). SoundsBlog ha intervistato il frontman anche in vista degli Mtv Awards 2014, per la cui categoria Best New Generation, la band è in lizza per un premio con Diodato, Foxhound e Parix. In apertura di post trovate il particolare videoclip del pezzo scritto da Incicco con Dario Faini, autore Universal e produttore artistico della band.

Che cosa è La Rua?

È un progetto molto giovane, nato tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014. In realtà è iniziato nel 2009 con l’incontro artistico mio con Dario Faini, l’autore dell’Universal che scrive brani per Francesca Renga, Emma ed altri. Abbiamo iniziato a scrivere canzoni, poi lavorate in sala prove dalla band. Piano piano abbiamo iniziato a produrle; il primo compimento artistico è Non sono positivo alla normalità, uscita quest’anno. Un altro piccolo passo del progetto è aver sposato il nu-folk.

Cosa si intende per nu-folk?

Un sound innovativo che dà originalità. Resta musica pop, però si veste di questo nuovo sound: una rivisitazione del folk indie europeo. Un sound che può essere accostato ai The Lumineers o ai Of Monsters and Men ma che in questo caso entra nella musica popolare italiana. Resta una canzone pop, ma con strumenti ‘diversi’ se pensiamo che nella band abbiamo anche banjo, fisarmonica e contrabbasso.

Li hai citati e peraltro siete stati paragonati ai The Lumineers e ai Of Monsters and Men….

Magari. Stiamo cercando di traghettare il sound verso quella direzione, ma noi siamo ancora al primo brano. Se ci paragonano a queste band a noi fa solo piacere perché vuol dire che è stata riscontrata la ricerca del sound. Ma noi non abbiamo ancora la loro forza, la forza delle band da cui attingiamo.

Il vostro genere musicale ha avuto fortuna soprattutto nel nord dell’Europa? In Italia ha funzionato meno per una questione di cultura musicale o per quale altro motivo?

Quello che funziona è sempre la canzone, che prescinde dal genere. C’è una chimica che accosta la canzone all’immaginario della gente. Non so quali siano i meccanismi che funzionano in Italia, so solo che in Italia sono andate sempre le belle canzoni. Spero quindi di scriverne.

Con la precedente formazione, Champions, nel 2012 avete vinto Area Sanremo, ma non siete stati scelti dalla Rai per la gara dei Giovani (oltre che il premio Mei come migliore band al Festival di Castrocaro). Proverete anche quest’anno a salire sul palco dell’Ariston?

Ci proviamo ogni anno anche se è molto difficile. La politica seguita negli ultimi anni è stata di prendere band o artisti che avessero già album fuori e che facessero tour, tagliando fuori i nuovi progetti. Però ci proviamo perché il palcoscenico dell’Ariston è uno dei pochi a dare visibilità. Credo ci proveremo anche quest’anno.

I talent show li escludete?

Sì, assolutamente. Non ci abbiamo provato perché pensiamo che una band debba fare un percorso diverso. Non può affidarsi ad un talent show dove l’individualismo è tutto. Noi cerchiamo di sposare un’idea collettiva, di condivisione; idea che nessun talent concepisce.

Qual è la tua idea sui Dear Jack, band emersa da Amici?

Se al pubblico piace è giusto che funzioni. Ad Amici quest’anno hanno aperto le porte alle band di teenagers. Non la vedo una cosa negativa, anzi. Il punto è che non mi piace che non si possano esprimere in tutto il loro essere. Ti fanno suonare brani degli altri, preferirei un talent dove la band portasse la propria musica senza interferenze esterne e si valutasse solo in base alla risposta del pubblico.

Conosci i vostri rivali Diodato, Foxhound, Parix? Vedi un favorito per gli Mtv Awards?

Bisogna vedere come Mtv concepisce la New Generation. Se si intende la novità assoluta allora potremmo essere noi, se si considera il progetto che sta avendo più risultati a quel punto Diodato sarebbe favorito, avendo fatto anche Sanremo. Spero solo che si valuti molto l’esibizione dal vivo, è il nostro punto di forza.


Conoscevi Foxhound e Parix?

Sono grandi artisti, le loro produzioni suonano diverse dalle nostre. Non li conoscevo prima, ma non posso non riscontrare che sono ottimi artisti. Per noi è un onore battersela con progetti di questo spessore.

Suonerete in Svizzera tra pochi giorni. È la prima esperienza all’estero?

Sì, saremo nel cantone italiano, ma è la prima esperienza in questo senso. Ci hanno chiamato perché Non sono positivo alla normalità girava su una radio del cantone italiano: sabato 14 giugno ci faranno esibire alla Notte bianca di Locarno.

Considerato il titolo del singolo Non sono positivo alla normalità, ti chiedo un appello non normale al pubblico per votarvi agli Mtv Awards…

Che un progetto autoprodotto sia arrivato tra i 4 finalisti è già una follia, una cosa non normale. Essendo non normale, se fosse supportata, sarebbe ancora più figo.

Foto via Facebook