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Gli italianissimi Canadians invitati al South to South festival in Texas

Che la musica italiana stia vivendo un ottimo momento lo ripeto già da tempo, ma non sono certo solo io a dirlo e spesso parlano i fatti. Accade quindi che i Canadians, piccola indie band veronese (di quelle che passa su MTV a ore assurde per intenderci), sia invitata a suonare nientemeno che ad Austin,

pubblicato 22 Novembre 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 00:13

Che la musica italiana stia vivendo un ottimo momento lo ripeto già da tempo, ma non sono certo solo io a dirlo e spesso parlano i fatti. Accade quindi che i Canadians, piccola indie band veronese (di quelle che passa su MTV a ore assurde per intenderci), sia invitata a suonare nientemeno che ad Austin, Texas, per il South to South festival, una manifestazione che per una settimana intera prevede convegni, incontri, dibattiti, proiezioni ed esibizioni, oltre che ovviamente concerti, disseminati per tutti i locali della città texana.

E’ ovvio che la partecipazione ad uno dei festival più importanti del nord america riempia di orgoglio noi e loro, eppure non è la prima volta che il gruppo Veronese esce dai confini nazionali: Già l’anno scorso hanno partecipato ad un programma tv statunitense dedicato ai gruppi emergenti di Myspace, mentre lo scorso maggio sono stati invitati a suonare al mitico Cavern di Liverpool, locale dove i Beatles hanno tenuto i primi concerti ed estremamente severa nella scelta dei gruppi da invitare.

Senza contare che il glorioso NME, rivista inglese assolutamente gelosa delle band britanniche e ipercritiche con tutti gli altri, li ha messi al secondo posto (con tanto di copertina) tra le band europee più interessanti dell’anno. Insomma i riconoscimenti internazionali non mancano, eppure continua a mancare qualcosa ai giovani Canadians, qualcosa di fondamentale per la loro carriera: un po’ di attenzione da parte di stampa, radio e tv, specializzate e non.

Si parla tanto di innovazione e giovani, ma in Italia se non hai almeno 50 anni non vendi dischi, questa è l’amara realtà, e un’ottima scena indie o underground (insomma chiamatela come cavolo vi pare) rischia di rimanere soffocata nelle cantine e nei locali periferici, applaudita da pochi (anche se buoni) intenditori. Voi che ne pensate, i Canadians e gli altri ce la possono fare o si devono rassegnare a diventare cult band per pochi palati raffinati?

Consoliamoci guardando il video di Teenage Summer Girl, il loro primo video, e magari cerchiamo di capire cosa piace tanto agli inglesi e poco (in generale) ai media italiani.

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