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Riscoprendo Marco Carena

Capita, a volte (molto spesso, in realtà), che musica e televisione si incrocino, e che si facciano delle scoperte, o delle riscoperte molto piacevoli. E’ quello che mi è capitato questa sera, guardando per caso Dammi il 5 e restando folgorato dalla presenza di un cantautore comico-nonsense che ho amato alla follia nella mia infanzia,

pubblicato 18 Febbraio 2006 aggiornato 1 Settembre 2020 03:29

Capita, a volte (molto spesso, in realtà), che musica e televisione si incrocino, e che si facciano delle scoperte, o delle riscoperte molto piacevoli. E’ quello che mi è capitato questa sera, guardando per caso Dammi il 5 e restando folgorato dalla presenza di un cantautore comico-nonsense che ho amato alla follia nella mia infanzia, e di cui ho consumato le musicassette.
Si tratta di Marco Carena, torinese classe 1957, vince il Festival di Sanscemo (Festival della Canzone Demenziale), nel 1991 partecipa a San Remo con Serenata (emblematico il testo, una vera e propria dichiarazione di poetica), che comunque non è il suo pezzo più riuscito.
Sul suo sito ufficiale si trovano in mp3 gli incipit di alcune canzoni, imperdibili. Eccole qui:
Serenata
Che Bella Estate (la mia preferita)
Io Ti Amo (come una bestia)
Blues delle Mutande Lunghe
Buonanotte (acida, come piace a me)
Questione di Sfiga
La Ballata di Gennaro
Arbre Magique
Ciao Paese
Rasta della Raspa

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