Home Festival di Sanremo Sanremo 2014, i Perturbazione tra i Big in gara?

Sanremo 2014, i Perturbazione tra i Big in gara?

È stato Boosta dei Subsonica a farsi sfuggire l’indiscrezione in diretta radiofonica

pubblicato 17 Dicembre 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 00:52

A poco più di 24 ore dall’annuncio ufficiale della lista dei big in gara al Festival di Sanremo 2014, arriva la prima conferma. Non ufficiale, ma ufficiosa quantomeno. Infatti Boosta dei Subsonica pochi minuti fa a Radio Deejay, ospite di Linus e di Nicola Savino, si è lasciato sfuggire una notizia non da poco.
I Perturbazione saranno tra i cantanti in gara al prossimo Festival, in programma a febbraio 2014. Quando Linus ha chiesto in diretta al tastierista del gruppo torinese cosa stesse facendo in questo periodo il collega Massimiliano Casacci, Boosta ha risposto:

Sta facendo il produttore, ha prodotto il pezzo de I Perturbazione, che faranno Sanremo, credo.

Quel ‘credo’ finale lascia un alone di mistero, ma tutto fa pensare che effettivamente il gruppo formato da Tommaso Cerasuolo, Elena Diana, Gigi Giancursi, Cristiano Lo Mele, Rossano Antonio Lo Mele e Alex Baracco salirà sul palco del teatro Ariston. Casacci, peraltro, ha già prodotto il nuovo album, Musica X, edito dalla Mescal e contenente alcune collaborazioni, per sempio con Erica Mou, I Cani e Luca Carboni.

D’altronde di una loro partecipazione a Sanremo si era già vociferato nelle scorse settimane. L’indiscrezione, dunque, pare confermata.
Domani a ora di pranzo, all’interno del Tg1, scopriremo quali sono gli altri tredici artisti scelti da Fabio Fazio e dalla commissione musicale.
Per i Perturbazione (che in passato hanno collaborato proprio con Linus di Radio Deejay), gruppo nato nel 1988 a Rivoli, in provincia di Torino, si tratterebbe del debutto assoluto al Festival di Sanremo ed anche di un’occasione d’oro per farsi conoscere dal grande pubblico.

Chiudiamo con quanto detto proprio a proposito della kermesse musicale dai Perturbazione a maggio 2013 a Rolling Stone Italia:

Il Festival, possiamo dirlo senza problemi, è un problema. Potrebbe rappresentare una svolta, una rinascita ogni santissimo anno. Ma ogni anno è come se si aprisse una sola porta per quelli che loro immaginano “alternativi” (ai loro cervelli minuscoli), e tutti gli altri restano fuori. In questo riescono tremendamente a rispecchiare l’Italia della politica: un vuoto fantasma che non corrisponde ai veri desideri degli elettori. Ci piacerebbe potere entrare, un giorno, senza dimenticarci di queste parole. Ma è già successo nel passato che rifiutassimo premi per porre l’accento sulla difficoltà di accesso a tutta una musica nascente del tutto ignorata. Credo che in questo potremmo essere di parola. Manuel Agnelli in qualche modo lo fece, e gliene va dato atto. Il suo Il paese è reale portò all’attenzione di un pubblico più vasto perlomeno il fatto che esistesse un retroterra culturale pieno di gruppi. Il problema è che, quando le porte sono così strette, poi si passa il tempo a criticare quelli che sono riusciti ad entrarci, piuttosto che concentrarsi sulla strettezza delle porte. E si tara il proprio pensiero in base alla posizione raggiunta. Chi è passato dice: Me lo sono meritato, chi è rimasto fuori dice: Società maledetta!

Foto via Facebook

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