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Lucio Dalla, Nevica sulla mia mano: cofanetto con quattro album e canzoni inedite

La speciale raccolta comprende tre album del cantante e un disco di inediti, tutti quanti in collaborazione con Roberto Roversi

pubblicato 17 Novembre 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 02:05

Il prossimo 19 novembre 2013 uscirà il cofanetto speciale “Nevica sulla mia mano” che comprende quattro dischi. Tre di questi sono noti al grande pubblico e ai fan del cantante – Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili- mentre il quarto racchiude dieci canzoni inedite, tra cui cinque escluse proprio da Automobili, censurate ai tempi da RCA, insieme alle demo “Carmen Colon”, “Parole incrociate” e “Nuvolari”.

Per i fan dell’artista, inoltre, una sorpresa ulteriore. A questo cofanetto da collezione è allegato anche un libro curato da Antonio Bagnoli, il nipote di Roberto Roversi, che contiene lettere e missive tra Roversi e Dalla, dall’inizio del loro lungo sodalizio artistico, fatto di alti e bassi, come avviene in qualsiasi amicizia.

Il loro sodalizio artistico è nato grazie al produttore Renzo Cremonini che mette in contatto i due proprio nei primi anni ’70. Roversi, ai tempi, era scrittore, libraio, sceneggiatore cinematografico e autore teatrale. Immediata è l’alchimia tra i due e la creazione del primo album, Il giorno aveva cinque teste.

Il rapporto poi si inclina per un periodo, successivo alla malattia di Lucio. Discute con Cremonini e Roversi, poi, anni dopo, si riavvicina al poeta e scrittore, per il quale nutre una stima infinita:

“Ho capito che anche con una sola canzone si può infliggere al mondo una coltellata nel fianco, non me la sento di prendere in giro la gente con motivetti facili senza niente dentro. Il cantante che gira inconcludente sul piatto di un giradischi e basta è un personaggio anacronistico, destinato a scomparire. Ma posso mettere in musica anche l’elenco del telefono, se lo scrive Roversi”

Rapporti burrascosi tra alti e bassi, critiche reciproche ma anche evidente stima. Negli ultimi tempo, dopo diverse discussioni, si riavvicinarono molto, abbandonando l’astio. E Dalla confessò:

“Da lui ho imparato tutto, a scrivere da solo le mie parole, ma sopra ogni altra cosa l’emozione pura. Ogni volta che scrivo qualcosa vado da lui e mi basta il fuoco o la noia che leggo nei suoi occhi per capire se ho fatto bene o male”

E dopo l’improvvisa morte di Lucio, arrivano anche le parole di Roversi, sincere, amare e malinconiche:

“Le sue canzoni successive hanno la sua personalità, sono testi suoi e sono eccellenti, limpidi, non concettosi come quelli che gli davo io. Mi ha insegnato molto, mi ha dato una lezione, forse sono cambiato io dopo l’incontro con lui”

Via | Repubblica

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