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Nuovo album “maschio” per Meg (con Stylophonic)

Per la Meg dei 99 Posse avrei dato anche la vita. Per la Meg solista del primo album omonimo (la Bjork italiana, dicevano), molto molto meno. Esistono delle seconde possibilità per tutti, e la brava cantante napoletana sta creando le condizioni per tornare quella di una volta. Un po’ meno dolce, un po’ più maschia,

di aleali
pubblicato 10 Agosto 2007 aggiornato 1 Settembre 2020 01:25

Per la Meg dei 99 Posse avrei dato anche la vita. Per la Meg solista del primo album omonimo (la Bjork italiana, dicevano), molto molto meno. Esistono delle seconde possibilità per tutti, e la brava cantante napoletana sta creando le condizioni per tornare quella di una volta. Un po’ meno dolce, un po’ più maschia, aggressiva, pungente, emozionante. Se poi scopri che il suo secondo album da solista lo sta realizzando in collaborazione con Stefano Fontana (aka Stylophonic), ti convinci che l’innovazione musicale di chi fa musica elettronica e la pulizia vocale di una voce straordinaria possono unirsi per creare qualcosa di unico. L’album sarà concluso dopo l’estate e verrà molto probabilmente pubblicato in autunno. La collaborazione nasce da un incontro a Trieste, nel backstage di un concerto. Intenti progettuali concordanti, una collaborazione per un brano già pronto di Meg ma rivisitato da Fontana dal titolo “Distante”. Una collaborazione amichevole e felice, una delle tante della sua bella carriera, a partire dai Posse, passando per Tiromancino ed Elio e le storie tese. Un percorso che ha portato Meg a trovare, crescendo, una chiave personale comunque più femminile del passato che non vuole rinnegare (sembra un must ormai, basti pensare a Irene Grandi). A margine di un sua bella intervista per Rolling Stone ammette:

“Con i Posse mi sentivo molto maschiaccio, per cui mi vestivo e mi comportavo di conseguenza. Crescendo ho ovviamente capito molte cose. Ad esempio, che a vent’anni sei facilmente vittima degli stereotipi. Ti vedi scasciata perché hai paura che ti diano della borghese, ma anche quella, alla fine, è solo un’uniforme che ti serve per essere accettata. A trent’anni ho scoperto parti di me che avevo relegato in soffitta e le ho tirate fuori, infatti nel primo disco solista si sentiva il desiderio di esprimere più femminilità. Questo nuovo disco è la sintesi, è il tentativo di far coesistere la mia parte da maschiaccio con quella più femminile. E non è un caso che i pezzi siano tutti costruiti su ritmiche molto robuste, muscolose, cazzute direi, senza però rinunciare a quella parte introspettiva che era uscita fuori in maniera così totalizzante nel disco precedente.”

C’è bisogno di aggiungere altro? Aspettiamo l’album, impazienti.

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