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Hugh Laurie, Didn’t It Rain: recensioni del web

Secondo album per l’ex Dottor House: scopriamo insieme qualche curiosità e come ha reagito la critica al disco

pubblicato 23 Agosto 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 05:18

Vi avevamo già anticipato l’uscita del secondo album di Hugh Laurie a maggio di quest’anno. Lui stesso aveva raccontato con entusiasmo come era nata questa sua passione per la musica, dopo la sua esperienza di grande successo in tv:

“Sono stato fortunato perché mi sono subito messo a lavorare al primo album, non ho avuto tempo di immalinconirmi. Poi, la vita del musicista è molto più divertente di quella dell’attore. Non ci si deve alzare alle cinque del mattino, per esempio: a quell’ora un musicista va a dormire”

E così, dopo Let Them Talk del 2011, è uscito Didn’t It Rain registato negli studi della Ocean Way Recording di Los Angeles

Il sound è blues ma con venature Jazz, R&B e qualche sfumatura di tango. E’ uscito il 6 maggio 2013 su iTunes.

Scopriamo insieme quali recensioni ha ottenuto il secondo album di Hugh.

Didn’t It Rain, recensione

All Music Guide: Nessuno si preoccupa di reinterpretare le canzoni o sorprendere chi ascolta, vogliono solo godersi il ricreare suoni e melodie che hanno amato, un atteggiamento che è raramente aliena anche se non è mai abbastanza contagioso

The Indipendent (Uk): Il seguoto di Let Them Talk segue un formato simile di facile arrangiamenti jazz e simpatici supporti al piano blues di Hugh Laurie

MusicOHM.com: Mentre ci sono occasionali punti alti, è meglio scegliere i punti salienti da non Didn’t It Rain e lasciar perdere il resto.

Uncut: Laurie riprende il ben intenzionato ma essenzialmente poco convincente stile bluesman

Mojo: Nessuno sembra che stia avendo molto divertimento in questo seguito e il suo riarrangiamento dei classici al pianoforte non aggiunge nulla di nuovo alle canzoni

Q Magazine: Egli si afferma come impressionante pianista e cantante, la sua affinità con il materiale la eleva sopra il mera costoso muscuglio

Slant Magazine: Se Laurie non ha prodotto qualcosa di nuovo sotto il sole, porta comunque più luce a certi luoghi oscuri del canzoniere rispetto a tanti altri interpreti americani

Beats Per Minute (formerly One Thirty BPM): E ‘sorprendente come siamo semplice e mediocre la maggior parte di tutto questo

PopMatters:E’ difficile creare questo tipo di cose con successo, in ogni caso, ma è ancora più difficile quando si deve combattere con i preconcetti che arrivano quando inizialmente ci si fa le ossa come attore. Hugh Laurie supera tutti gli ostacoli con una serie di pezzi che non arriva troppo lontano al di là di quello che vuole fare (e per quel tipo di consapevolezza di sé dovrebbe essere lodato)

Didn’t It Rain, Tracklist

The St. Louis Blues – 4:21
Junkers Blues – 2:55
Kiss of Fire – 3:27
Vicksburg Blues – 4:28
The Weed Smoker’s Dream – 4:17
Wild Honey – 4:20
Send Me To The ‘Lectric Chair – 5:26
Evenin’ – 3:03
Didn’t It Rain – 2:52
Careless Love – 5:21
One For My Baby – 4:00
I Hate A Man Like You – 4:17
Changes – 3:58

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