Home Notizie 14 cantanti e gruppi di cui sentiremo parlare ancora a lungo secondo Rolling Stone

14 cantanti e gruppi di cui sentiremo parlare ancora a lungo secondo Rolling Stone

Quali sono i cantanti su cui scommettere per il futuro? Quali ‘nuove leve’ saranno destinate a durare nel tempo?

pubblicato 7 Agosto 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 05:37

Rolling Stone ha deciso di scommettere apertamente su quattordici artisti che hanno catalizzato l’attenzione della critica e del grande pubblico e che sono destinati a durare nel tempo

Spesso ad alcuni successi o album fortunati segue poi il silenzio o il ritorno all’anonimato. Non per loro. Non secondo il sito americano. Scopriamoli insieme. Concordate?

Taylor Swift: è cresciuta con una vera e propria passione per le Dixie Chicks. Ha iniziato a scrivere canzoni quando aveva solo 14 anni, spostandosi nel Tennessee. Ha venduto oltre 25 milioni di album dominando anche le classifiche pop con “I Knew You Were Trouble” e “We’re never ever getting back together”:

“So le cose generali dell’amore. Come trattare le persone, quello che meriti e quando andare via. Oltre a questo, l’amore è un mistero – ed è per questo che mi piace scriverne”

Kanye West: in pochi pensavano potesse diventare una superstar quando iniziò a diventare un nome conosciuto. Con la pubblicazione dei successivi album è diventato sempre più ambizioso, cercando di modificare il sound con testi più onesti e personali. Col passare degli anni è diventato sempre più una certezza.

Arcade Fire: pochi album di debutto hanno un impatto ai livelli di Funeral degli Arcade Fire del 2004. Erano una band indie canadese sconosciuta ma la loro musica è diventata di impatto tale da riempire le arene. Hanno anche condiviso il palco con David Bowie. Con il loro terzo album, The Suburbs, hanno vinto un Grammy Award nel 2011. Hanno venduto più biglietti di qualsiasi altro gruppo formatosi nel ventunesimo secolo. E il 29 ottobre esce il nuovo disco

Pearl Jam: Non molte band avrebbero potuto trovare una sopravvivenza al successo schiacciante che i Pearl Jam hanno avuto con il loro album di debutto, Ten. Il disco del 1991 vendette milioni di dischi nel corso degli anni. A quel punto hanno smesso di fare video, si rifiutarono di andare in tour con Ticketmaster, hanno evitato i media e hanno fatto di tutto per ridimensionarsi. I Pearl Jam non potrebbero mai bissare con un altro “Jeremy” nelle classifiche, ma oggi possono ancora vendere istantaneamente in qualsiasi arena d’America

Lady Gaga: Nel 2006 Stefani Angelina Germanotta ha cambiato il suo nome in Lady Gaga e ha iniziato la sua missione per conquistare il mondo. Ci sono voluti circa tre anni. In quell’arco di tempo, ha portato le sue canzoni dance di ispirazione “Madonniana” dal centro di Manhattan al Madison Square Garden. Non è stato facile respingere il suo primo singolo, “Just Dance”, un po’ pop – ma i colpi continuavano ad arrivare a ritmi vertiginosi (“Poker Face”, “Paparazzi”, “Bad Romance”, “Edge of Glory”) , uno più imponente di quello precedente. Ha una propria formula molto potente che l’ha trasformata forse nella più grande star del nuovo millennio, con l’incredibile cifra di 39 milioni di followers su Twitter. Il suo unico problema ora è trovare nuovi modi per stupire il suo pubblico.

Beyoncé: Ancora stiamo ricordando la leader di uno dei più grandi gruppi di ragazze di tutti i tempi – con “No, No, No “, “Bills, Bills, Bills “, “Say My Name “, “Indipendent Women”e, naturalmente, “Bootylicious”. Ma questo era solo l’inizio. Come solista, Beyoncé è salita a nuovi livelli di ispirazione. Come dimenticare i tormentoni, da “Crazy in Love” a “Irreplaceable” “Single Ladies”: costituiscono uno dei più forti portafogli pop dell’ultimo decennio. Più di questo, però, Beyoncé stessa è diventata un’icona per gli innumerevoli fan – una sacerdotessa dall’atteggiamento imperturbabile.

Wilco: Jeff Tweedy è il leader della band di Chicago e nel corso degli anni hanno portato avanti diversi trasformazioni musicali, confessando di voler concentrare il proprio lavoro dal punto di vista dell’ascoltatore e di chi è il destinatario dei loro pezzi.

Rihanna: Milioni di copie solo per quanto riguarda le vendite digitali. Il suo catalogo di successi comprende una dozzina di numeri Uno, a partire dal 2006 con “SOS” fino a “Diamonds” nel 2012 – lo stesso numero di Madonna e delle Supremes, più di chiunque altro, tranne i Beatles, Mariah Carey e Michael Jackson. Ma l’appeal di Rihanna trascende le statistiche. Lei è una star nel senso più vero: lei brilla attraverso tutto

Green Day: fin dall’inizio, la band non aveva vere e proprie ambizioni globali. Dopo il loro debutto, hanno continuato a rilasciare dischi di successo nel successivo decennio (tra cui la ballad “Good Riddance (Time of Your Life)” e nel 2004, hanno entusiasmato i critici con la loro opera rock anti-Bush “American Idiot”

The White Stripes: la band è nata nei club di Detroit nel 1997 ma il boom è arrivato nel 2000 grazie a testi infantili, una combinazione di colori menta piperita, l’ossessione con il numero tre e legami familiari presunti (White ha presentato batterista Meg sul palco come la sua “sorella maggiore ” quando erano in realtà erano due ex). Si sono sciolti nel 2011 e l’anno successivo è uscito il primo disco di debutto da solista per White, Blunderbuss.

The Roots: non sono stati, tecnicamente, la prima band live dell’hip-hop ma sono decisamente tra i migliori. Il batterista Ahmir Thompson (aka Questlove) e il rapper Tariq Trotter (aka Black Thought) si sono incontrati alla fine del 1980, quando erano compagni di classe in un gruppo d’arte di un liceo di Philadelphia. Tra tour e ospitate televisive importanti, la loro carriera dura da decenni e continua a produrre interessanti esperimenti di sound e innovazione

The Strokes: Gli Strokes irrompono sulla scena nel 2001: i primi due album della band, Is This It del 2001 e Room on Fire del 2003, danno vita e ritmi e melodie che ricordano i Velvet Underground. La combinazione era abbastanza monumentale per aprire le porte per una generazione di gruppi rock & roll – tra i quali i Kings of Leon, The Black Keys e molti altri.

LCD Soundsystem: hanno ottenuto in dieci anni quello che certe band riescono ad ottenere solamente dopo quarant’anni. Il primo grande colpo risale al 2002 con Losing My Edge. Poi la conferma è arrivata con Sound of Silver del 2007. Col tempo le loro canzoni sono state utilizzate anche nelle pellicole di Hollywood e in serie tv come Gossip Girl. E nel 2011 la band annuncia ufficialmente il loro scioglimento

Phish: la rock band statunitense è famosa per le jam session e le improvvisazioni. Si sono formati e sciolti ma nel 2009 hanno ripreso l’attività. La loro origine risale al 1983 all’università del Vermont. Sono diventati famosi grazie al passaparola e senza nemmeno il supporto delle radio hanno venduto -tra album e dvd- qualcosa come otto milioni di copie negli Usa.

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