Home Giffoni 2013, la Bandabardò a Soundsblog: “Il disco è morto, i talent finiranno, noi siamo ‘live’ da vent’anni”

Giffoni 2013, la Bandabardò a Soundsblog: “Il disco è morto, i talent finiranno, noi siamo ‘live’ da vent’anni”

“Prima i musicisti e i cantanti si esprimevano, oggi si esibiscono”: dai talent ormai cantanti ‘perfetti, ma che non dicono nulla’.

23 Luglio 2013 22:07

La quinta serata del GFF 2013 è dedicata alla Bandabardò, che torna a suonare dal vivo a Giffoni:“E’ l’unico concerto dell’anno, un gesto d’amore verso Giffoni” dice Erriquez, alias Enrico Greppi, nell’intervista concessa a Soundsblog con tutta la banda al suo fianco. Un’eccezione in un anno che vuol essere essenzialmente di pausa: “Voglio provare l’esperienza della noia – ha detto a un collega – dopo anni passati a scrivere e suonare, scrivere e suonare…”.

Insomma un premio per il ventennale e in questi 20 anni il gruppo è venuto più volte al Festival, ma questa volta anche in veste di protagonisti di un docufilm proposto loro dal GFF e realizzato con la partecipazione di Carlo Lucarelli: ne è venuta fuori un’indagine alla ‘Blu Notte’ intitolata “Bb, un mistero italiano” e incentrata sul mistero del loro successo nonostante il percorso poco discografico e il sostanziale disinteressamento della stampa. Anzi, la stampa viene di fatto sbeffeggiata nel docufilm:

“Siamo sempre rimasti colpiti dalla faciloneria, dalla bassezza con cui tanta stampa molto ben pagata, e si suppone tanto brava, e molti discografici, che ora vendono fazzoletti, ci hanno giudicato in maniera così bassa e frettolosa o hanno usato con noi l’arma più triste che è il silenzio. E allora abbiamo preso delle loro frasi come punto di partenza dell’indagine: ‘Se X ne ha parlato male, come è possibile che durino ancora?'”.

La band più ‘live’ del panorama italiano, che ha fatto proprio del contatto col pubblico la propria cifra, ha in fondo capito per prima che la discografia tradizionale sarebbe presto finita e hanno sempre puntato sull’emozione del concerto piuttosto che sul prodotto da studio. Un percorso in antitesi con quello che ora viene propugnato da modelli come i talent show:

“A noi interessava la carriera da musicisti, suonare dal vivo, vivere di musica, imparare a essere educati, rispettosi, e abbiamo assistito alla morte del disco con noncuranza, o quasi. Il modello ‘faccio il disco, vado al Festivalbar’ è morto, è finito…”.

“Oggi ci si basa sui talent, che tra cinque anni non ci saranno più perché avranno rotto gli zebedei un po’ a tutti, poi magari nascerà qualcos’altro… Ma il vero lavoro del musicista continuerà ad andare avanti, suonare, suonare e ancora suonare senza tanti trucchi e brillantini”.

Per non parlare di meccanismi magari poco trasparenti… Ci siamo poi riallacciati al ragionamento fatto da Elio sulla mancanza di musicisti che sappiano suonare (“In Italia è straordinario chi riesce a suonare ‘giusto’, neanche bene…” ha detto Elio alla Masterclass del GFF 2013 qualche giorno fa”) ma Erriquez non è d’accordo:

Oggi sono tutti bravissimi, ma glaciali. Fino alla metà degli anni ’90 arrivavano dischi magari mal suonati ma piene di emozione. Erano frutto di persone che si esprimevano, oggi sono frutto di persone che si stanno esibendo”.

Se poi volete sapere che gusti musicali hanno, seguite il video in basso….