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Luca Jurman: “Alessandra Amoroso, Marco Carta e Valerio Scanu? Mi sono battuto per farli entrare ad Amici”

Il pensiero complesso di Luca Jurman sui talent con riferimento alla sua partecipazione ad Operazione trionfo ed Amici in qualità di docente e la scoperta artistica di Alessandra Amoroso, Marco Carta e Valerio Scanu

pubblicato 25 Maggio 2013 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:06

Sulla propria pagina ufficiale Facebook, Luca Jurman ha tenuto a precisare il proprio punto di vista sui talent moderni dopo la mancata riconferma nel cast dei professori di Amici. Ma la mente ritorna immediatamente alla sua prima esperienza televisiva datata 2002 (Operazione Trionfo, ndb) in cui l’allora docente dell’Accademia di Italia 1 dimostrò di essere un abile conoscitore ed interprete dell’arte musicale:

Inizio chiarendo che non sono contro l’idea del talent, ma ciò che sono diventati oggi non mi può ne far piacere ne farmi stare sereno se penso al futuro dell’arte, compresa la danza. Chiarisco anche che non disdegno l’aver partecipato in ruolo di docente ne ad “Operazione Trionfo”, tra l’altro un talent veramente formativo, anche se per troppo poco tempo, è durato una sola stagione, qualcuno penserà: “non ha avuto successo”, e invece no, era un programma che ha fatto molta fatica all’inizio ma poi arrivò a punto alte di ascolti e riconoscimenti, ma….poi venne “misteriosamente” bloccato.

Dal 2007 al 2011, invece, si è particolarmente distinto ad Amici nei panni di vocal coach portando al successo talenti apprezzatissimi come Alessandra Amoroso, Valerio Scanu e Marco Carta:

Non disdegno nemmeno l’aver partecipato ad “Amici”, nel quale tengo bene a precisare che inizialmente non volevo nemmeno parteciparvi come docente, in trasmissione, ma avevo solo accettato la proposta di tenere uno stage formativo per una settimana, per vari motivi; Non volevo creare caos con i docenti di allora perché ritenevo che il mio pensiero e i miei metodi divergessero così tanto dai loro che sicuramente si sarebbe creato qualche problema, e quindi rispettando le loro idee anche se non condividendole, non volevo entrare a far parte del corpo docenti di Amici. Una volta iniziata la mia settimana di stage accadde un evento strano, un ragazzo che a parer mio aveva un talento importante, stava per essere buttato fuori dalla scuola, io ci avevo lavorato in quei giorni e secondo me doveva solo impegnarsi davvero nello studio, quel ragazzo era Marco Carta. Il problema si presentò quando in un “pomeridiano” Maria De Filippi mi chiese davanti al pubblico se volevo dare io una chance a quel ragazzo, perché lì non lo voleva più nessuno, era stato praticamente buttato fuori! Quindi… per evitare di far passare un messaggio sbagliato e per lottare per ciò in cui ho sempre creduto, ho deciso di aiutarlo! Da lì poi iniziò un percorso in cui cercavo di dare forza al talento e di dare informazioni secondo me più realistiche e corrette sia al pubblico che ai ragazzi. Mi dividevo tra Milano e Roma e non è stato semplice! Ho sentito tante dichiarazioni su Marco, Alessandra e Valerio, e io so quanto mi sono battuto per farli entrare nella scuola, e credetemi… anche loro lo sanno. Ho sempre spronato tutti i ragazzi che ho seguito a studiare e a comprendere il sacrificio per l’arte, ovviamente “non tutte le ciambelle vengono col buco”, ma il mio compito era combattere per l’arte e per il talento, cercando di sensibilizzare tutti verso la responsabilità di essere artisti e di non sentirsi mai arrivati, usciti da lì, poi, ognuno diventa ed è responsabile delle proprie scelte!

Ma il rapporto con la produzione del programma di Canale 5 si è rotto definitivamente con l’ingresso delle etichette discografiche, dei giornalisti e critici di vario genere:

Ho combattuto l’entrata nel programma delle case discografiche e dei giornalisti e critici perché hanno distolto i talenti dagli obiettivi artistici, dandogli solo la voglia di scontrarsi per il famoso “contratto”, quei contratti che poi vengono firmati con negligenza e che poi danno alla discografia la possibilità di spremerli come un limone senza occuparsi realmente della loro crescita! Ce ne sarebbero molte da dire, ma dopo averle dette e ridette mi domando appunto come ancora si voglia far finta di nulla o di non capire….
Quindi:
L’esistenza del talent non sarebbe deleteria se si occupasse davvero di rappresentare quel ruolo di cui si titola, ovvero occuparsi di cercare e di selezionare “con cura” dei talenti, per poi coltivarli seguendoli in un percorso didattico, prepararli al mondo dell’arte e solo una volta pronti… educarli allo show-business.

Il cantautore, pero’, teme che ai telespettatori vengano filtrati messaggi sbagliatissimi e condizionati dal puro spettacolo:

Non sarebbero deleteri se aiutassero anche il pubblico a comprendere meglio le dinamiche del mondo dell’arte, anche descrivendo veramente, con metodologia, come un talento può evolversi fino a diventare un cantante professionista non per aver vinto un concorso ma per aver deciso con responsabilità di diventare a tutti gli effetti un professionista dell’arte. Chiarisco anche che se i talent facessero con responsabilità i “talent”, forse….. sarei ancora lì, o forse no, non lo so, ma certo è che io non posso stare dove non condivido più nulla, compreso il dopo, come vengono seguiti artisticamente i vincitori, e come vengono poi abbandonati totalmente quelli che vi hanno partecipato senza aver vinto nulla…, allora cerco nel mio piccolo con grandi fatiche di aiutarli lo stesso, certo non ci riesco e non posso riuscirci con tutti, ma molti hanno ricevuto borse di studio, alcuni li ho aiutati e preparati per il mondo del Musical, altri cerco di produrli e di seguirli artisticamente, poi ci sono quelli che continuano a vivere con il fantasma di “amici” nella testa e non riescono più a ricostruirsi nemmeno mentalmente un reale futuro!

Jurman auspica, quindi, un ritorno alle origini:

Quindi, ben vengano dei talent se tornano a fare ciò per cui sono stati inventati, ma ci torneranno??
Inoltre la musica non è solo lì, bisogna far comprendere che ci sono altre soluzione e molte alternative, anzi la maggior parte della musica si è sempre fatta al di fuori della tv, questo da sempre! La tv deve giocare solo un ruolo di promotore dell’arte e in alcuni casi di scopritore, anche il festival di Sanremo prima era nella giusta direzione, ora non più, e spero che cambi anche quello. Per tutto il resto, ognuno pensi ciò che vuole, io so perché faccio qualcosa nella mia vita, so quando faccio scelte sbagliate o che possono sembrare sbagliate a chi vuol vedere con solo con i suoi occhi, so anche che tante volte posso scontrarmi con i “titani” e che posso perdere le mie battaglie, ma questo non mi ferma e non mi fermerà mai, semplicemente perché per mia fortuna, io so perché sono quì!

Sempre con infinita stima e infinito rispetto,

Luca Jurman

Alessandra Amoroso