Home Notizie Chi era Ray Manzarek: dal mito dei The Doors alla passione per dubstep e musica elettronica

Chi era Ray Manzarek: dal mito dei The Doors alla passione per dubstep e musica elettronica

La carriera del tastierista della formazione losangelina, tra aneddoti e curiosità

pubblicato 20 Maggio 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 08:22

Una passeggiata su Venice Beach, la luce del tramonto, e l’incontro fatale: anche se a Ray Manzarek il film “The Doors” di Oliver Stone non era affatto piaciuto, per la sua ricostruzione di Morrison come di “un pazzo e un ubriacone”, quell’immagine mi è rimasta impressa nella mente. E mi piace pensare che sia andata proprio così.

Da quella prolifica unione le note lisergiche e oniriche come quelle di “Light My Fire” avrebbero trovato nella poesia una degna compagna. E le sonorità sprigionate dal Rhodes Piano Bass, suonato appoggiato sul top piatto dell’organo Vox Continental (Manzarek avrebbe poi usato un Gibson G101, perchè i tasti del Continental si rompevano spesso), sarebbero diventate leggendarie. Anche perchè era Manzarek che suonava le parti di basso delle canzoni – la band infatti non aveva il bassista -.

Dopo la morte di Jim, avvenuta in circostanze mai chiarite, la band è rimasta ferma a lungo. Ray si è dedicato alla sua carriera solista, tra i Nite City e i Carmina Burana di Carl Orff, da lui riadattati nel 1983.

Finchè un giorno insieme al socio di una vita, ha deciso di accontentare i fan tornando in tour, per suonare le canzoni che li avevano resi leggendari. I ‘nuovi Doors’ (che oggi non possono più farsi definire così, dopo la causa legale intentata loro nel 2005 dall’ex batterista John Densmore) hanno cercato qualcuno che potesse sostituire l’ingombrante carisma del compianto leader della band, scomparso nel 1971. L’eredità del Re Lucertola è stata prima portata avanti da Ian Astbury dei The Cult, Michael Matijevic degli Steelheart, e poi da Dave Brock, che prima suonava in una tribute band della formazione losangelina.

Il duo Krieger-Manzarek negli ultimi anni non ha disdegnato bizzarri esperimenti: il tastierista definì in un’intervista i Chemical Brothers come eredi dei Doors e nel 2011 è arrivata una insolita collaborazione con il famoso artista dubstep Skrillex (“Break’n A Sweat”).

Manzarek è stato anche scrittore: la sua autobiografia “Light My Fire: My Life with The Doors” è stata pubblicata nel 1998, mentre “The Poet in Exile” (2001) e “Snake Moon” (2006) sono i titoli dei suoi due romanzi.

L’anno scorso Ray e Robby sono passati anche dall’Italia, in concerto all’Ippodromo di Milano – nell’ambito di City Sound – e all’Ippodromo delle Capannelle, per il Rock in Roma. E chi era presente, a Milano o a Roma, ha avuto la fortuna di poter vedere in azione quelle leggendarie dita sulla tastiera, per l’ultima volta.

Foto | Getty Images

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