Home Interviste Jake Bugg: “I talent fanno emergere persone con talento, ma si parla più di popolarità che di musica” – intervista Soundsblog

Jake Bugg: “I talent fanno emergere persone con talento, ma si parla più di popolarità che di musica” – intervista Soundsblog

“Sono molto grato a Noel Gallagher per avermi portato in tour con lui”

pubblicato 20 Maggio 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 08:23

A soli 19 anni Jake Bugg ha già dato ampia dimostrazione del suo talento, senza passare da…talent..di sorta: il suo disco di debutto, pubblicato lo scorso ottobre, ha già avuto ottimi riscontri. Anche da parte di personaggi del calibro di Lily Allen, Elton John, Chris Martin o Damon Albarn (la crème della musica britannica ndr).

Suo ‘fan’ anche Noel Gallagher, che l’ha portato in tour con sè, nell’ambito del suo progetto solista High Flying Birds.

Jake è stato ospite ieri sera della trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, e questa mattina abbiamo avuto modo di fare due chiacchiere.

Il tuo disco di debutto è uscito qualche mese fa e hai avuto ottimi riscontri. Hai già pronto il materiale per il prossimo?

Sì, è quasi finito.

Ieri sera il pubblico italiano che non ti ha mai visto dal vivo (Jake ha supportato le date italiane dell’ultimo tour di Noel Gallagher ndr) ha potuto conoscerti attraverso il programma di Fabio Fazio, com’è andata?

Mi ha molto divertito partecipare a quello show, mi è sembrato un programma molto interessante. Poi a me piace l’Italia. Sono già stato ad altri show televisivi, ma mai in Italia.

Per chi non ti conoscesse, ci racconti un po’ della tua storia?

Ho iniziato a suonare la chitarra a 12 anni, ho iniziato a scrivere canzoni a 14. A 15 facevo già qualche spettacolo e a 17 ho scritto il mio primo album di debutto. Ed eccomi qui.

Ho letto che Noel Gallagher è tra i tuoi fan…

E’ bello essere seguiti proprio da chi ti ha ispirato. Gli sono molto grato per avermi portato in tour, e i concerti italiani sono stati molto belli.

Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato di più?

Mi piacciono un sacco di generi diversi. I Beatles, Buddy Holly, Jimi Hendrix, Johnny Cash…se vuoi possiamo stare qui tutto il giorno!

Molte persone ti hanno paragonato a Bob Dylan, che ne pensi?

Penso che sia un paragone pigro e generico. Ma sai…la gente vuole solo renderti così.

Come se la gente fosse alla ricerca del ‘nuovo Bob Dylan’ o del ‘nuovo Johnny Cash’…

Penso che sia la stessa cosa che è sempre capitata anche ad altri.

Qual è la situazione in cui ti senti più ispirato per scrivere?

Adoro scrivo continuamente, quando posso. A volte mi ispirano discorsi sentiti per strada, o le parole dette da qualcuno, cose che ti sono successe. In ogni situazione c’è qualcosa da poter prendere come ispirazione.

E quando vai in studio?

Mi piace registrare in uno o due ‘take’. Non c’è stato nessun lavoro in particolare sul sound. Ho solo scritto le canzoni. Qualcosa in questo disco lo abbiamo registrato su nastro.

In effetti il tuo sound è ‘vintage’, se mi passi il termine. Così come il tuo percorso, per così dire. Sei molto giovane, ma a differenza di altri tu non hai scelto di fare qualche talent per farti conoscere.

Il talent show fa senza dubbio emergere persone con talento, ma allo stesso tempo è il discorso è più sulla popolarità che sulla musica (cosa che disprezzo, onestamente). Questa gente pensa a chi gli potrà far guadagnare più denaro, o chi piacerà di più al pubblico. E’ tutta una questione di immagine.

Molti poi non scrivono nemmeno le loro canzoni. Tu invece sei un cantautore.

Sì, fanno uno o due dischi e poi non ne senti più parlare. Io scrivo canzoni perchè amo scrivere canzoni e per essere onesto, è anche una questione di contatto con le persone. E’ qualcosa che ti arriva dal cuore.


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