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Soundsblog intervista in esclusiva Paolo Meneguzzi, in attesa dell’uscita del prossimo singolo “La mia missione”

Sembra ieri che Paolo Meneguzzi partecipava appena ventenne al Festival di Viña del Mar nel 1996. Invece di anni ne sono passati e l’artista oggi 34enne, con ancora tanta voglia di mettersi in gioco, ha prodotto il suo ultimo disco “Miami”, che risente molto dell’influenza americana con il sound a cui siamo abituati unito ad

pubblicato 23 Settembre 2010 aggiornato 31 Agosto 2020 00:00




Sembra ieri che Paolo Meneguzzi partecipava appena ventenne al Festival di Viña del Mar nel 1996. Invece di anni ne sono passati e l’artista oggi 34enne, con ancora tanta voglia di mettersi in gioco, ha prodotto il suo ultimo disco “Miami”, che risente molto dell’influenza americana con il sound a cui siamo abituati unito ad un tocco di elettronica. L’album è uscito a giugno scorso ed è stato realizzato proprio nella città della Florida.

Dopo l’uscita del singolo “Imprevedibile” è pronto a lanciare il suo prossimo singolo in America dal titolo “La mia missione”, fra un mese. In attesa di sapere se sarà lo stesso singolo a uscire anche in Italia abbiamo raggiunto Paolo, in pausa dalla serie di concerti del suo “Miami Tour” che si concluderà, dopo l’ultima data italiana il 2 ottobre a Parabiago vicino Milano, il 5 ottobre proprio nella sua Svizzera.

Puoi raccontare la nascita di “Imprevedibile” il primo singolo estratto da “Miami”?

Ho iniziato a comporla prima melodicamente poi mi sono occupato dell’arrangiamento. Ho così creato una sorta di base per dar vita al testo. Le parole raccontano quello che si vive oggi soprattutto con i social network, di giorno sei una persona mentre sul social network sei un’altra, mostrando anche immagini di quello che fai veramente nella notte. Sei fidanzato, ma con il tuo nick hai una vita parallela. Alla fine mi ci sono trovato anche io. Con il social network ti crei un’altra identità.

Come nascono le tue canzoni? Nascono prima i testi o la musica, e qual’è l’ambiente ideale per trovare l’ispirazione?

Mah, io sono molto metodico e quando so che devo fare un album entro in studio di registrazione, e per mesi non mi schiodo. Da lì scrivo, butto giù idee anche di quello che mi è capitato durante l’anno. Nei giorni di viaggio scrivo delle parole di testo, come la parola ‘imprevedibile’, e mi appunto qualsiasi metafora che mi viene in mente, e poi la uso quando andrò a comporre.

Il tuo album precedente, “Corro via” del 2008 ha avuto un gran successo con un disco d’oro e un disco di platino. Come è cambiata la tua vita in questi due anni ?

E’ successo che ho avuto l’opportunità di promuovere la mia musica in America del nord anche perchè al sud l’ho sempre fatto. L’opportunità di salire su palchi inaspettati, di fare interviste dove vengono intervistati i nostri più grandi idoli. Non vedo l’ora di tornarci tra un mese quando uscirà il mio nuovo singolo negli Stati Uniti.

Come si lavora con il team di Ricky Martin?

Benissimo, sono dei professionisti, è un team molto affiatato, sono amici che contano molto sull’affidabilità reciproca. Credono molto nel mio progetto e lo stanno portando avanti alla grande.


Soundsblog intervista in esclusiva Paolo Meneguzzi

Racconta una giornata tipo quando eri a Miami.

Dipendeva. Se viaggiavo per la promozione allora prendevo l’aereo presto. Se rimanevo a Miami di giorno, a volte stavo con le persone con cui ho fatto l’album. Sono venute con me due persone compreso l’autore, e vivevamo nella stessa casa. A volte scrivevamo, a volte ci prendevamo un po’ di relax e uscivamo in giro o a mangiare in spiaggia. Ma il bello di Miami è vivere la notte.

Un incontro o aneddoto in ambito personale o musicale che ha cambiato la tua vita.

Sicuramente l’incontro con il mio primo produttore che è Massimo Scolari. Mi ha portato a Viña del Mar in Cile e ha realizzato con me nove album. Quest’ ultimo l’ho prodotto da solo, ma siamo ancora in contatto. La scelta di produrlo per conto mio è stata solo una scelta di maturità e la voglia di mettermi in gioco diversamente.

Con chi ti piacerebbe collaborare in ambito internazionale?

Con tanta gente. Con Santana che ho visto a Viña del Mar l’anno scorso, o Shakira. Ce ne sono tanti altri, comunque mi piacerebbe collaborare con qualche artista americano che si rivolga anche al mercato sudamericano.

Come è cambiata l’industria musicale da quanto hai iniziato tu?

Io ho iniziato quando i dischi si vendevano ancora, e ci si potevano permettere tante cose. Adesso è un bel casino: se prima pensavi alla vendita dei dischi, oggi pensi più ai concerti, ai tour e al discorso Live. Se fai un disco per venderlo puoi permetterti undici inediti, se fai un disco per mandare la gente ai concerti di inediti ne componi di meno.

Internet aiuta la musica?

Internet non l’ha aiutata di sicuro perché toglie molto del mistero che circonda gli artisti. Sai, quando le cose sono gratis e le hai con facilità non ti interessano più così tanto, la magia nella musica è fondamentale. L’unica cosa importante è capire internet e andarci dietro. Per questo ho un sito internet aggiornatissimo (www.paolomeneguzzi.it) su cui sto investendo tanto. Si tratta di una community in cui puoi registrarti e avere a disposizione una pagina personale su cui caricare foto, interagire e condividere. Praticamente è un social network. Perché la via migliore per spostare internet in tuo favore è sfruttarlo in questo modo.

Altri progetti in programma?

Uscirà il nuovo singolo tra un mese ma non lo stiamo facendo di fretta. In America uscirà “La mia missione”. Stiamo cercando di capire se fare lo stesso qui o lanciare un altro singolo. Se fai un altro singolo devi fare anche un altro video. A questo proposito dobbiamo riflettere.

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