Home Simone Cristicchi: il cantautore presenta lo spettacolo “Li Romani in Russia” al Capri Art Film Festival

Simone Cristicchi: il cantautore presenta lo spettacolo “Li Romani in Russia” al Capri Art Film Festival

Non si può dire che Simone Cristicchi non sia un artista a tutto tondo. Dopo il successo di pubblico avuto con il brano “Meno Male”, presentato al Festival di Sanremo, che continuamo a canticchiare in tanti, il cantautore romano continua con esperienze variegate che spaziano dalla musica contemporanea, a quella popolare, al teatro. Basti pensare

pubblicato 17 Marzo 2010 aggiornato 31 Agosto 2020 03:38

Non si può dire che Simone Cristicchi non sia un artista a tutto tondo. Dopo il successo di pubblico avuto con il brano “Meno Male”, presentato al Festival di Sanremo, che continuamo a canticchiare in tanti, il cantautore romano continua con esperienze variegate che spaziano dalla musica contemporanea, a quella popolare, al teatro. Basti pensare alla performance che ha fatto insieme al Coro dei Minatori di Santa Fiora a Sanremo, a dimostrare che il Cristicchi ha arte da vendere.

Ancora una volta, l’artista ci offre un’ esperienza, insolita e interessante per un uomo che fa musica, legata al teatro civile che aprirà la quarta edizione del Capri Art Film Festival, in programma dal 22 al 25 aprile prossimo. Simone Cristicchi, presenterà la prima assoluta del suo lavoro, “Li Romani in Russia”, spettacolo che partirà ufficialmente a novembre.

In questo spettacolo, per la regia di Alessandro Benvenuti, l’artista romano ripercorre i drammi della seconda guerra mondiale, in particolare della spedizione in Russia, a cui partecipò suo nonno Rinaldo che, tra i sopravvissuti, non volle mai raccontare questa esperienza. Cristicchi lo fa in maniera profonda, con simpatici siparietti ironici, attraverso i versi del poeta romanesco Elia Marcelli, uno dei pochi, fortunati, ritornati da quella tragica campagna.

Il libro pubblicato originariamente nel 1988, racconta della campagna di Russia (1941-43) voluta fortemente da Mussolini, in cui furono mandati a morire 220.000 soldati, per lo più ragazzi. Nel monologo dal forte impatto emotivo, Simone, ripercorre quell’episodio utilizzando la metrica dell’ottava classica e il dialetto romanesco che renderà il tutto sincero e appassionante.