Home Festival di Sanremo Sanremo 2013, Mogol: “E’ diventato uno spettacolo di arte varia dove conta il marketing”

Sanremo 2013, Mogol: “E’ diventato uno spettacolo di arte varia dove conta il marketing”

Mogol contro Sanremo 2013, la scelta generazionale del cast e l’esclusione della canzone scritta per Bobby Solo

pubblicato 7 Febbraio 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 11:08

In una breve (ma intensa) intervista a Il Giorno, Giulio Rapetti, in arte Mogol, ha commentato la nuova formula di Sanremo 2013, collaudata dal team di lavoro di Fabio Fazio che ha preferito lanciare i giovani talenti (anche provenienti da percorsi paralleli come i talent show) e lasciare a casa Big del calibro di Anna Oxa, Ornella Vanoni, Gino Paoli ecc… Una decisione mal digerita dal paroliere che ha espresso tutto il proprio disappunto:

Non ho sentito le canzoni, quindi non posso entrare nel merito. Mi sembra sia stata fatta una scelta generazionale e su questo dissento. La qualità è importante e non la questione dell’età. Forse Sanremo è diventato uno spettacolo di arte varia dove conta il marketing. E più ancora la tv. Che peraltro io non guardo. Solo calcio, calcio, calcio. E Fox Crime.

Quest’anno, Mogol si era presentato alle selezioni in qualità d’autore di una canzone di Bobby Solo che, però, è stata scartata dalla commissione artistica del Festival:

In amicizia, è un cantante alla Michael Bublè e un signore. Inventato da mio padre come la Dischi Ricordi. Era un impiegato di terza classe alla categoria e suonava il piano con la sua orchestra. Un giorno andò ai vertici Ricordi e chiese di occuparsi della musica leggera: gli diedero due milioni, una scrivania e un telefono, ma dopo dieci anni fatturava più della classica. Era nata la Dischi Ricordi dei cantautori.

Piccolissima riflessione: essendo il fondatore del Cet (scuola che ha come obiettivo principale la formazione di giovani artisti da promuovere nel mondo della discografia), Rapetti senior non dovrebbe essere solamente entusiasta che il Sanremo ‘classico’ apra le porte anche alle nuove generazioni per garantirgli una meritata visibilità?

Foto © Getty Images

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